Politica
24 Aprile 2019
Gli 'Amici di Carife' e due associazioni venete non daranno l'ok a una norma che prevede l'arbitrato. Trovare un punto d'incontro tra i diversi risparmiatori non sarà facile

Risarcimenti Carife: se c’è ‘lotta di classe’ tra i risparmiatori, lo stallo è assicurato

di Ruggero Veronese | 3 min

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Una manifestazione dei risparmiatori azzerati

Al di là della – più che comprensibile – diplomazia e prudenza nei rapporti tra le associazioni, è sempre più evidente che il fronte comune tra i risparmiatori delle banche ‘azzerate’ nella lotta per ottenere i rimborsi dal governo traballa ogni giorno di più. Diviso tra una stragrande maggioranza (16 associazioni su 19) che appoggia la ‘soluzione di compromesso’ ipotizzata dal governo (rimborsi automatici al 30% per chi è sotto una certa soglia di reddito e capitali, mentre chi resta fuori dovrà passare sotto arbitrato per accertarne la situazione) e chi invece chiede che venga applicato lo stesso trattamento per tutti, con rimborsi automatici a prescindere dalle fasce sociali.

Una divisione che ha già provocato lo stallo delle ultime settimane, quando due associazioni venete (il ‘Coordinamento Don Torta’ e ‘Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza) hanno rigettato la proposta del governo e il vicepremier Di Maio ha congelato il decreto fino a data da destinarsi, affermando che occorre “il consenso di tutte le associazioni”. Associazioni solitamente viste come le più “filogovernative” (il presidente della Coordinamento Don Torta, Andrea Arman, era addirittura candidato in parlamento col Movimento 5 Stelle), ma che si sono messe di traverso per bloccare la norma dell’esecutivo. E proprio da questo singolare elemento nascono i dubbi che circolano sempre più tra la maggioranza delle associazioni: e se fosse proprio il governo a desiderare lo stallo, trovando sponda proprio in quei gruppi che bocciano la norma?

Azzeccata o meno che sia l’ipotesi, un dato è certo: per Di Maio, senza l’ok di tutte le associazioni il decreto non verrà emanato. Ma allora c’è un problema pratico non da poco: allo stato attuale, è forse impossibile mettere d’accordo due posizioni che diventano ogni giorno più inconciliabili. Oggi infatti anche gli Amici di Carife saranno a Bruxelles insieme al Coordinamento Don Torta e a ‘Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza’ all’incontro col commissario europeo Vestager, per chiedere la rimozione dei paletti dell’Unione Europea alla norma. Ovvero per chiedere l’eliminazione di qualunque forma di arbitrato per tutti i risparmiatori. Il presidente dell’associazione Marco Cappellari è netto: “Non c’è alcuno stallo, ma non daremo l’ok a una norma che comprende l’arbitrato”.

Ma le due cose, purtroppo, fanno davvero fatica a stare insieme: se gli Amici di Carife e le due associazioni venete rifiuteranno ogni forma di arbitrato, sarà impossibile arrivare a un accordo tra le associazioni. E quindi la situazione non potrà che entrare nuovamente in stallo, almeno se vogliamo prendere per buone le dichiarazioni di Di Maio.

Ma da cosa deriva questa differenza di vedute tra risparmiatori? L’elemento determinante potrebbe essere, molto banalmente, la situazione patrimoniale di chi punta a ottenere i risarcimenti: chi non può rientrare nella ‘corsia privilegiata’ dei rimborsi automatici (cioè chi non ha un reddito inferiore a 35mila euro e meno di 100mila euro di patrimonio mobiliare) chiede di eliminare l’arbitrato per le fasce più abbienti, estendendo gli automatismi a tutti gli azzerati. Si tratterebbe insomma di una piccola ‘lotta di classe’ in mezzo al fronte, prima compatto, dei risparmiatori, che oggi rischia di incrinarsi. E di diventare un utile alibi per i continui rinvii del governo, che anche ieri sera, al termine del Consiglio dei Ministri, non ha emanato alcuna norma o decreto sui risarcimenti agli azzerati. Ma questo, ormai, non fa più notizia.

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