Eventi e cultura
16 Aprile 2019
Svelato l'allestimento espositivo nelle sale trecentesche al piano terra. In mostra opere inedite e trenta medaglie

Schifanoia riapre nel 2020, ma già in autunno arrivano le sculture

di Elisa Fornasini | 3 min

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Uno dei musei più frequentati e amati di Ferrara riapre anche se in versione ‘small’. Parliamo di palazzo Schifanoia, chiuso dal 2017 per un corposo cantiere di recupero dei danni inferti dal sisma, che a metà 2020 risorgerà dal terremoto e riaprirà ufficialmente al pubblico. In attesa dell’inaugurazione definitiva, in autunno riaprirà l’ala trecentesca con “Sculture a Schifanoia”.

In mostra venti sculture e trenta medaglie in quattro sale espositive per un totale di 300 mq al piano terra. Mentre operai e restauratori saranno al lavoro nel fabbricato quattrocentesco, ferraresi e visitatori potranno godersi l’anteprima dell’allestimento museale che riporterà alla luce opere inedite e poco conosciute della collezione dei Musei civici di Arte Antica.

Il progetto, curato dallo studio Qb Atelier, è stato svelato lunedì pomeriggio a palazzo Bonacossi alla presenza delle associazioni che hanno sostenuto il recupero delle opere, ovvero Ambassador Club Ferrara, Ais provinciale, Ferrariae Decus e Soroptimist International Club.

“Fortunatamente a Schifanoia non è stato previsto nessun innesto di contemporaneità, quindi Sgarbi non ha bloccato i lavori come successo al Diamanti, Massari e Meis” è l’amara constatazione dell’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi che, al di là delle “tristi polemiche”, si concentra sull’approccio post sisma: “L’Aquila è ancora in ginocchio dopo dieci anni, invece qui gli interventi di consolidamento sono stati l’occasione per rifunzionalizzare il nostro sistema museale, ampliando e organizzando l’offerta culturale”.

Il risultato di questa ricerca sarà lampante in autunno, quando tornerà fruibile parte di Schifanoia in un viaggio dedicato alla scultura, suddiviso in sezioni cronologiche dal Trecento alla fine del Cinquecento.

Accanto ad opere di autori famosi quali Domenico di Paris, Antonio di Cristofaro, Alfonso Lombardo, Sperandio Savelli, Andrea della Robbia, troveranno spazio sculture in terracotta e in marmo, molte delle quali ancora inedite e provenienti da donazioni o, nella maggioranza dei casi, da edifici di culto soppressi.

Sono una decina le opere – tra cui la crocifissione di Jacobello, la Madonna col bambino attribuita ad Alfonso Lombardi, e la Madonna del cedro di autore ignoto – che, grazie allo sforzo congiunto dei musei e delle associazioni ferraresi, sono state oggetto di un attento programma di restauro, supportato dalle indagini del Cnr di Milano e dalla supervisione della Soprintendenza, per cancellare la patina nera che le rivestiva completamente.

Ampio spazio anche alla sezione numismatica che esporrà oltre 30 esemplari, tra i più importanti e meglio conservati, della raccolta di medaglie rinascimentali; una sorta di ‘galleria metallica di piccole sculture’ che raffigurano le personalità e i volti dei signori d’Este.

“È una giornata felice per non perdere la memoria di un palazzo fondamentale per la politica culturale della nostra città e per approfondire lo straordinario patrimonio dei Musei d’Arte Antica” conferma la dirigente Ethel Guidi, che ha illustrato il progetto insieme alle conservatrici Elisabetta Lopresti e Maria Teresa Gulinelli, ai progettisti dello studio Qb Atelier Filippo Govoni e Federico Orsini e al restauratore Fabio Bevilacqua.

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