Cronaca
7 Aprile 2019
I colleghi ricordano Valerio: "Rimani un esempio di vita per tutti". Feher ottiene l'autorizzazione per le visite in carcere. La figlia Francesca: "È ingiusto e fuori dal mondo"

Due anni di dolore per i Verri mentre Igor incontra le ‘amiche di penna’

di Elisa Fornasini | 3 min

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Lunedì sarà l’anniversario. Il secondo. A scandire le ore e i minuti ci sono i figli, che vivono ancora nel dramma di aver perso il padre in una maniera così brutale, e i colleghi che da due anni lavorano nel suo ricordo. C’è tutta una comunità che non riesce a darsi pace anche ora che il killer è dietro le sbarre.

Erano le 19 dell’8 aprile del 2017 quando Valerio Verri ha incontrato sulla sua strada Igor nelle Valli del Mezzano. Il resto è una storia tristemente nota. E a due anni dalla morte della guardia ecologica volontaria e del grave ferimento di Marco Ravaglia, sono i volontari di Legambiente Emilia Romagna ad affidare il loro dolore in una lettera-memoriale.

“Caro Valerio, sono ormai trascorsi due anni da quel maledetto giorno in cui un assurdo atto violento ti ha tolto dagli affetti della tua famiglia e da tutti noi – scrive il nucleo del servizio di vigilanza ambientale di Ferrara -. Eri una bella persona ed un grande amico. Il ricordo della tua generosità, entusiasmo e determinazione nel voler difendere l’ambiente e migliorare la qualità della nostra vita, era e rimane tutt’ora un esempio di vita per tutti”.

Un esempio strappato alla vita dalla ferocia di Norbert Feher. Il suo nome non compare nella missiva perché il messaggio che Legambiente vuole lasciare al collega volontario tragicamente scomparso è un altro: “In questa triste ricorrenza ci farebbe piacere condividere con te quanto le tue idee e principi trovino accoglimento e adesione in un numero sempre crescente di giovani nel mondo”.

Un messaggio di ringraziamento – “grazie da tutti i volontari di Legambiente per i momenti trascorsi insieme, e per i ricordi di te che ci hai lasciato” – e di vicinanza alla famiglia – “un abbraccio forte a Silvia, Francesca ed Emanuele” – che commuove i figli, che vivono questa data con un’angoscia che non trova parole.

“La nostra disgrazia continua, vorrei dire che l’anniversario sia il giorno peggiore ma lo sono tutti i giorni vissuti negli ultimi due anni senza nostro padre” ci racconta Francesca Verri che, alla vigilia di quel terribile 8 aprile, ha ricevuto un’altra notizia “ingiusta e fuori dal mondo”. È di ieri, infatti, l’articolo del quotidiano spagnolo Heraldo che dà aggiornamenti sulla vita di Igor da detenuto.

La direzione della prigione di Zuera, in Spagna ha autorizzato il killer serbo a ricevere delle visite da due ‘amiche di penna’. Sarebbe stato il legale di Igor in Spagna, l’avvocato Juan Manuel Martin Calvente, a chiedere di regolarizzare gli incontri con Rebeca Sanchez, una donna madrilena e figlia di un militare, conosciuta attraverso uno scambio epistolare, sotto stretta osservazione delle autorità del carcere.

Lo scambio di lettere andrebbe avanti da almeno sei mesi. “Mi chiedo per quale motivo qualcuno senta il bisogno di incontrare un uomo del genere e perché si debba autorizzare le visite in un carcere di massima sicurezza” commenta con amarezza la figlia Francesca. E Rebecca non sarebbe l’unica a volere un faccia a faccia (anche se in un parlatorio separato da un vetro) con Feher: sempre secondo quanto riportato dall’Heraldo, potrebbe aggiungersi nella lista degli incontri un’altra donna in rapporti epistolari con l’assassino, condannato all’ergastolo per gli omicidi di Verri e del barista Davide Fabbri.

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