Attualità
22 Marzo 2019
Più di un milione di euro dalla vendita ai consorzi di recupero. Hera: "Così abbassiamo la tariffa". Ferri: "Se tutti si comportassero come noi, non ci sarebbe bisogno del termovalorizzatore"

Rifiuti, differenziata e introiti da record. Ma gli abbandoni sono “patologici”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Acqua e siccità: “Un bravo sindaco dovrebbe pianificare una strategia efficace per il futuro”

“Di acqua si parla solo quando accadono i disastri. Quello che spesso non fa l’uomo è programmare interventi necessari e quanto mai urgenti”. Così Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica pianura di Ferrara, sulla gestione delle risorse idriche nel territorio estense. “Ecco cosa dovrebbe fare un bravo sindaco: pianificare una strategia in grado di risolvere problemi futuri”

Raccolta differenziata schizzata all’86%, incremento di un milione di euro nella vendita dei rifiuti ai consorzi di recupero, crescita del gradimento sul servizio da parte dei cittadini, abbandoni di immondizia ormai considerati patologici e non fisiologici, un termovalorizzatore tra i più performanti in regione.

È il bilancio del primo anno di tariffa puntuale a Ferrara che “nonostante le difficoltà iniziali legate al cambiamento introdotto dalle calotte – ricorda l’assessore all’Ambiente Caterina Ferri – presenta dati più che soddisfacenti”; anzi, “dati eclatanti e di assoluta eccellenza che ci rendono orgogliosi di questo sistema, diventato un modello per le altre città” rimpingua Alberto Santini, responsabile Servizi Ambientali Ferrara-Modena del Gruppo Hera.

Il balzo della raccolta differenziata dal 63% all’86% va “al di là di ogni nostra più rosea previsione”, sfondando l’obiettivo del 70% e riducendo di conseguenza l’indifferenziata, che si attesta sui 90 chili all’anno per abitante rispetto ai 300 chili pro capite del 2016. La raccolta dell’organico è raddoppiata (da 6mila a quasi 14mila tonnellate, dal 2016 al 2018), così come la carta (da 5,8 a 9,5mila tonnellate) e la plastica (da 3mila a 6,7mila) e in misura minore il vetro (da 4,4mila a 6,4mila tonnellate).

D’altronde, si sa, non conta solo la quantità ma la qualità. “A dimostrare la bontà della qualità della raccolta ci pensano gli introiti della vendita dei materiali ai consorzi di recupero di carta, plastica e vetro, che hanno raggiunto i due milioni e mezzo di euro – rendiconta Santini -. L’aumento di un milione è servito a finanziare il progetto delle calotte e a ridurre le tariffe”.

Se l’organico viene indirizzato al nuovo impianto per la produzione di biometano a Sant’Agata Bolognese, “l’apoteosi dell’economia circolare”, per la plastica “si possono recuperare solo alcuni polimeri: nel 2017 il 46% è stato recuperato, il 54% avviato a recupero energetico e solo lo 0,08 è finito in discarica”. La media pro capite è di 13 chili recuperati su 28 prodotti.

Ma cosa pensano i ferraresi di questo mondo color smeraldo? L’indagine di soddisfazione commissionata da Hera a Cfi Group, effettuata a ottobre 2017 e replicata a febbraio 2019 su un campione di 600 clienti, “registra segnali positivi: il 70% degli intervistati considera vantaggiosa questa nuova modalità di raccolta, il 69% è soddisfatto dei contenitori a calotta, il 63% trova che il costo del servizio sia attribuito correttamente, e l’81% ritiene che il numero di conferimenti gratuiti siano sufficienti”.

A soddisfare maggiormente l’assessore Ferri sono la “creazione di 50 nuovi posti di lavoro“, lo “sconto medio di 18 euro sulla tariffa” rispetto ai 7 euro a livello nazionale, e la “sensibilità dei cittadini e associazioni economiche che si impegnano nella raccolta”, con l’augurio di “ridurre il numero degli svuotamenti nel 2020 per rendere la tariffa ancora più puntuale”.

Resta il problema degli “abbandoni a livelli patologici e non fisiologici, che hanno un costo alto in termini ambientali ed economici: potremmo ridurre di più le tariffe se non dovessimo mantenere le spese per la raccolta dei rifiuti abbandonati” assicura Ferri.

Si tratta di poco più di mille tonnellate all’anno, ovvero l’1% dei rifiuti totali, abbandonati soprattutto nelle zone di confine della periferia, “cronicizzate sulle linee di traffico”, e in centro storico, “in prossimità di residenze studentesche”.

Per tentare di risolvere la problematica, verranno installate altre dieci fototrappole nelle zone critiche, come Pontelagoscuro e Corlo, ed entreranno in azione due nuovi accertatori ambientali nominati da Hera per affiancare la polizia municipale nelle attività di controllo e vigilanza che hanno già portato a un centinaio di sanzioni.

“Sono in bilancio 60mila euro in più per il decoro urbano, in ottica di pulizia e campagna di sensibilizzazione in collaborazione con le associazioni di categoria” interviene l’assessore Aldo Modonesi che ha in animo la “progressiva sostituzione dei sistemi a cassonetto in centro storico con isole interrate” a partire da piazza Cortevecchia e piazza Verdi.

Alla luce di questi risultati, non sarebbe il caso di ripensare la funzione dell’inceneritore? “Il nostro impianto è tra i più performanti in Emilia Romagna, quindi brucia i rifiuti provenienti anche dalle altre province e produce emissioni 86 volte inferiori ai limiti di legge – replica Caterina Ferri -. Se tutta la regione si comportasse come noi, non avremmo bisogno del termovalorizzatore“.

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