Eventi e cultura
16 Marzo 2019
Sabato l'inaugurazione della "sublime" mostra di arte contemporanea. Pesaro: "Finalmente riapriamo il centro culturale della comunità ebraica"

La “storia millenaria degli ebrei” a Marfisa e in sinagoga

di Elisa Fornasini | 2 min

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Ci voleva l’arte contemporanea di Aqua Aura per valorizzare la palazzina Marfisa d’Este e riaprire la Sinagoga grande della scola Italiana, chiusa dal terremoto. Una doppia sede espositiva per la mostra “Paesaggi Curvi” del noto artista Raffaele Piseddu che presenta per la prima volta a Ferrara videoinstallazioni inedite e opere storiche incentrate sull’estetica del sublime.

Un “allestimento sorprendente“, come lo definisce il dirigente del settore Attività culturali Giovanni Lenzerini, che “si sposa felicemente” con gli spazi della palazzina di corso Giovecca e dell’ex sinagoga di via Mazzini che “finalmente torna al suo splendore e alla fruibilità della nostra piccola comunità” annuncia il presidente della comunità ebraica di Ferrara Andrea Pesaro che mira a “riproporre il grande salone come centro di cultura” .

Un’anticipazione in attesa della riapertura delle sinagoghe e del museo ebraico ferrarese – il cosiddetto “complesso di via Mazzini” – prevista in estate e che “sarà sicuramente – anticipa il vicesindaco Massimo Maisto – una bella festa per la città”.

Ma cosa hanno in comune una città rinascimentale, l’arte contemporanea, la comunità ebraica e i paesaggi sublimi? A creare un collegamento è il rabbino capo Rav Luciano Caro: “La comunità ebraica ha avuto nel passato una forma di opposizione all’arte, dovuta al testo biblico che recita ‘non ti farai scultura e alcuna immagine’ per evitare l’idolatria, ma in questa mostra si percepisce il messaggio della Shekinah diretto verso il cielo, verso un bene superiore, ovvero il dovere dell’essere umano di rispettare e custodire la natura come nel giardino dell’Eden”.

Arte e fede, realtà e immaginazione, provocazione e riflessione intorno a un’unica domanda: quanto tempo rimane al nostro Paese? Per rispondere al quesito, l’artista ha compiuto un lungo viaggio in Islanda, nel luogo del freddo e del ghiaccio, dove ha scattato numerose fotografie utilizzate per le opere, costruite anche in computer grafica, e per le sculture sonore allo scopo di “far vedere e sentire le realtà possibili a causa del cambiamento climatico” spiegano le curatrici Maria Letizia Paiato e Chiara Serri.

Un “ponte tra umano e luogo grazie alla millenaria cultura ebraica“, per usare le parole dello stesso Aqua Aura, visibile da sabato 16 marzo, quando la mostra –  in collaborazione con i Musei civici di Arte Antica di Ferrara e con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara e Meis – verrà inaugurata alle 18 alla palazzina Marfisa d’Este dove sarà visitabile fino al 5 maggio e nella Sinagoga grande della scola italiana dove sarà visitabile fino al 16 aprile.

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