Attualità
8 Marzo 2019
Corteo di Non una di meno dalla stazione al listone. Un'attivista: "Contestazione alla Torquato Tasso dopo la figuraccia sulla tomba". Presidio in piazza contro ddl Pillon

Sciopero femminista, monta la protesta contro “l’attacco alla 194” di Balboni

di Elisa Fornasini | 3 min

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“Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo”; “l’uomo violento non è malato, è il figlio sano del patriarcato”; “Pillon in nome del regresso”; “contro la violenza di genere noi abbiamo un piano”. Sono alcuni dei cori e degli striscioni che hanno animato lo “sciopero globale transfemminista” indetto per l’8 marzo da Non una di meno, in corteo dalla stazione alla piazza per unirsi al presidio di Udi, Cgil, Centro Donna Giustizia e Arcilesbica sul listone.

La sfilata in rosa ha toccato alcuni luoghi ‘simbolo’ della città estense, dai giardini del grattacielo a piazza Municipale, scelti come tappe per denunciare “tutte le forme di violenza fisica, psicologica ed economica che ancora vigono in questa società patriarcale: la situazione è peggiorata in un momento storico in cui le forze di destra minano i diritti acquisiti in anni di battaglie politiche e sociali”.

Di carne sul fuoco ce n’è tanta: disparità salariale, molestie sul lavoro, stalking, linguaggio sessista, aggressioni verbali e fisiche, obiezione di coscienza, sex workers. E ancora: razzismo, “perché le donne straniere subiscono doppiamente gli effetti del patriarcato e del decreto sicurezza”, femminicidi “che purtroppo non sono diminuiti, anzi” e forme più sottili degli atteggiamenti maschilisti, “che spesso sono invisibili ma che rappresentano la base dell’iceberg: ci sono ma non si vedono”.

Il tema caldo è la lotta contro il ddl Pillon – definito una “pillola di Medioevo” – accompagnato dagli attacchi alla 194. “A breve a Ferrara verrà discussa la mozione di Balboni” ricorda un’attivista, pronta a protestare in consiglio comunale come successo a Verona. “Potremmo rivisitare le ancelle con i personaggi della Gerusalemme liberata, dopo la figuraccia che il consigliere di Fratelli d’Italia ha fatto sulla tomba di Torquato Tasso”.

La festa della donna si è trasformata in una giornata di mobilitazione contro le discriminazioni che ha trovato il suo epicentro in piazza Trento e Trieste dove, tra distribuzione di mimose e consegna di volantini, si sono susseguite performance e letture.

Molti passanti sono rimasti incuriositi dalla mostra fotografica allestita dal Centro Donna Giustizia con la collaborazione di Arcigay, che immortala “volti di donne che hanno sacrificato la loro vita per i propri diritti, affiancate a ritratti di donne che semplicemente mettendoci la faccia portano avanti la stessa causa”.

A metterci la faccia sono anche gli studenti e studentesse della 2° D del liceo artistico Dosso Dossi che hanno impresso su carta le loro riflessioni sulle cinque parole chiave che accompagnano questa giornata: umane, diverse, unite, solidali, libere.

Uno slogan che lascia spazio alla creatività: “essere donna è libertà e orgoglio” scrive una bambina che da grande sarà una donna consapevole dei propri diritti e dell’importanza di riaffermali ogni giorno, e non solo l’8 marzo, per contribuire a una società più civile e giusta.

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