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1 Marzo 2019

Le donne di Ferrara raccontate in dialetto

di Maurizio Musacchi | 3 min

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Carissimi appassionati di dialetto ferrarese, oggi vi propongo un altro documento, stavolta tratto dallo spettacolo “La bicicletta nella sua storia”, voluto e diretto da Luciano Basaglia e Antonietta Mazzanti. Ebbe grandissimo successo, in teatri e centri sociali di Ferrara.

Il filmato è tratto da un’esibizione alla Sala Estense il 28 novembre 2008 presentata dal mitico Luciano Basaglia. Il professor Alberto Ridolfi – anche lui poeta, scrittore e attore con la compagnia “I Ragazìt da ‘na volta” – legge e interpreta “Ill dònn ad Fràra”, una splendida poesia del suo amico Bruno Pasini per rimanere in tema bicicletta. Io leggo la traduzione per chi non conosce il ferrarese.

Si intravvede sul palcoscenico Franco Cantarini, fine dicitore e collaboratore per anni di Straferrara, Bruno Pasini, Alberto Ridolfi, Franco Cantarini. Figure ferraresi che non sono più con noi ma che vorrei contribuire a ricordare: lo meritano… eccome!

ILL DÒNN AD FRÀRA

Mi av guàrd pr’ill strd dlà mié zità źiràr ii bicicléta,
con ch’ill vòstri stanèl alźiéri e làrghi,
ché ils gónfia e ils vèrź al vént cmè vulàndr ad śéda.
Am parì da luntàn chìll vél dai mill culór
ch’ill s’aś spìnz vèrs al làrgh àla marìna.
Chì sìv? Qual’è al segrèt dlà vòstr bléza càlda e misterióśa?
El stà forse l’udór? El stà la pólvar dlà nòstra cànva vérda
ch’à mìs int i vòstar òć, clà patina ad mistéri dóv ch’as imescia,
cmè ‘na magìa la lùś dal deśidèri, cón ómbar dì turmént?
Un’ómbra antica, forse, suplìda int al Castèl
che là s’aliéva sù cóme n’arciàm; quànd che la sìra intóran
zà la spànd la calma dì źardìn.
Sól lié forse, dal dlà sól liè forse la tgnós al vòstar vér destin , com ill mié Vall a sì
e cmè ill fój sémpar divèrsi epùr sémpar cumpàgni gnùd fóra clà nèbia,
clà lóga int al silénzi al gràn parché dlà vìta e quél dl mòrt !
di Bruno Pasini

LE DONNE DI FERRARA

Io vi guardo per le strade della mia città/girare in bicicletta,/con quelle vostre sottane leggere e larghe,/ che si gonfiano e si aprono al vento come aquiloni di seta./Sembrate da lontano/ quelle vele dai mille colori/ che si spingono verso il largo alla marina./ Chi siete ? Qual è il segreto della vostra bellezza,/calda e misteriosa ?/Fu forse l’odore?/Fu la polvere della nostra canapa verde/che ha messo nei vostri occhi/quella patina di mistero dove si mescola, /come una magia la luce del desiderio , con ombre dei tormenti?/Un’ombra antica/ forse sepolta nel Castello/che si alza su come un richiamo;/quando la sera intorno /già espande la calma dei giardini./ Solo lei forse da di là/solo lei forse conosce il vostro vero destino,/come le mie valli siete /e come le foglie sempre diverse/eppure sempre uguali/uscite da quella nebbia,/che nasconde nel silenzio/il gran perché della vita e quello della morte!

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