Eventi e cultura
25 Gennaio 2019
Ferraresi in coda per l'inaugurazione della mostra in Castello. Tagliani: "Restituiamo un pezzo di pregio della nostra storia"

Inaugurati nuovi tesori in Castello, Asp: “Patrimonio di tutta la città”

di Elisa Fornasini | 2 min

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Serpentone di ferraresi in coda per l’inaugurazione della mostra “Dipingere gli affetti: la pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento” al Castello Estense che fino al 26 dicembre mostrerà per la prima volta al pubblico, cittadino e forestiero, i tesori della collezione Orfanotrofi di proprietà dell’Asp, anzi, “di proprietà di tutta la città” come tiene a precisare la presidente dell’Azienda Servizi alla Persona Angela Alvisi.

Il percorso espositivo tra le 91 tele inedite rappresenta il terzo appuntamento de “L’arte per l’arte”, la rassegna promossa da Comune e Ferrara Arte dal 2014 per valorizzare il patrimonio storico e artistico della città reso inaccessibile dopo il terremoto del 2012. In questo caso si tratta di una quadreria pressoché sconosciuta che viene resa fruibile per la prima volta e ha già catturato l’attenzione di autorità civili e militari e di tanti ferraresi.

“È una mostra diversa dalle altre – annuncia il sindaco Tiziano Tagliani durante la cerimonia di inaugurazione di venerdì pomeriggio – perché ci fa viaggiare indietro nel tempo, in un pezzo della nostra storia di particolare pregio, quando dopo il concilio di Trento e la partenza degli Estensi, si è messa in moto una gara di generosità tra le famiglie nobili rimaste per aiutare gli orfanotrofi e gli altri istituti di carità”.

Ed è proprio da questi perduti luoghi di assistenza – come il conservatorio delle zitelle di Santa Margherita, il conservatorio femminile di Santa Barbara e l’Opera Pia della Povertà Generale, rappresentati nella ‘mappa della carità‘ incisa da Andrea Bolzoni nel 1747 – che provengono le opere, oggetto di un corposo intervento di restauro e manutenzione finanziato da Asp, Ferrara Arte e Cias in preparazione della mostra.

E mentre Angela Alvisi guarda già al futuro – “dopo aver fatto riemergere questi meravigliosi quadri dai depositi dei musei di arte antica, vorremmo riportare anche l’archivio storico in nostro possesso a disposizione della città” – il curatore Giovanni Sassu conduce i primi visitatori, tra cui il questore Giancarlo Pallini e il prefetto Michele Campanaro, alla scoperta di una “collezione straordinaria per quantità e qualità”.

Il percorso costellato di pale d’altare che si snoda tra l’ala sud e i camerini consente al pubblico del Castello, comprensivo nel prezzo del biglietto di 8 euro, di fare la conoscenza di artisti gloriosi quali Bastarolo, Scarsellino, Bononi, Venturini, Avanzi, Parolini, Zola e Caletti, considerato un “artista maledetto a servizio della religione”. In una mostra a servizio della città, tra welfare e cultura.

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