“L’iscrizione anagrafica è un diritto soggettivo, non a disposizione di una legge incostituzionale o di una circolare del Ministro degli Interni del momento”. Continuano le richieste al sindaco Tiziano Tagliani di ‘disobbedire’ al Decreto Sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini. In questo caso a intervenire è il consigliere comunale Leonardo Fiorentini, che si scaglia contro la norma inserita nel decreto sicurezza che impedisce l’iscrizione nell’anagrafe dei Comuni dei richiedenti asilo con il permesso di soggiorno in scadenza.
Una norma che – come viene rilevato con sempre maggior frequenza da giuristi e amministratori locali – potrebbe avere come unico effetto quello di spingere nel ‘limbo’ della clandestinità e dell’illegalità migliaia di immigrati in tutto il territorio nazionale, aggravando piuttosto che risolvere i problemi di degrado nelle città.
Ne è convinto anche Fiorentini, che vede dietro alla decisione di Salvini una strategia più utile al suo partito che al paese: “Il disegno criminogeno del sedicente decreto “sicurezza” – afferma il consigliere – è quello di spingere all’illegalità e alla marginalità i migranti, così da poterli rendere oggetto poi di una campagna elettorale. A partire dall’impossibilità di registrarsi all’anagrafe, sino all’espulsione dai percorsi di tutela umanitaria, Salvini prepara il campo alle sue scorribande mediatiche, incurante della sofferenza inflitta alle persone e dello Stato di Diritto”.
Leonardo Fiorentini
Fiorentini ha presentato un’interpellanza al sindaco Tagliani per chiedere cosa intenda fare l’amministrazione riguardo l’iscrizione all’anagrafe, corredandola con il parere legale del docente di filosofia del diritto dell’Università di Firenze Emilio Santoro, che dà un’interpretazione del Decreto Sicurezza dal punto di vista della costituzionalità. Secondo Santoro, “i sindaci devono continuare a fare le iscrizioni anagrafiche dei richiedenti asilo [in quanto] il Decreto Salvini non prevede l’abolizione del diritto dei richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe, ma solo l’abrogazione della procedura semplificata di iscrizione”.
Un dibattito che si sta sviluppando anche a livello nazionale e che potrebbe andare in soccorso ai numerosi sindaci (a partire da quello di Palermo, Leoluca Orlando) che hanno annunciato la propria ‘disobbedienza’ alla legge contestandone la costituzionalità.
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