Cronaca
20 Dicembre 2018
Ampliamento del raggio d'azione dell'esercito in centro storico e 'mappa della droga' per contrastare il fenomeno. Mafia nigeriana? "Non ci sono evidenze giudiziarie ma non abbassiamo la guardia"

Il primo anno del prefetto: “Dopo la semina, il raccolto”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Un periodo di gioia, certo, ma anche di maggior sicurezza. Il prefetto Michele Campanaro è pronto a passare il suo secondo Natale nella città estense e approfitta della visita alla redazione di Estense.com per scambiarsi graditi auguri e annunciare importanti novità sotto il profilo della safety e security per le festività natalizie.

Dal 22 dicembre al 6 gennaio, infatti, il raggio d’azione dell’esercito verrà ampliato fino al centro storico. “Il rafforzamento delle misure di controllo e tutela nel periodo di massimo affollamento del centro cittadino passa dalla rimodulazione temporanea delle aliquote militari – spiega il prefetto – che potranno presidiare un perimetro più ampio e allargato sino al centro storico”.

La decisione di scendere in campo non solo in zona Gad ma anche all’ombra del Castello – assunta nell’ultima riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di concerto con l’amministrazione perché “la collaborazione con la polizia locale non è sufficiente se non adeguatamente rafforzata dalle forze di polizia e dal dispositivo militare che trovo estremamente utile e produttivo” – non è l’unica azione ad ampio raggio disposta dalla prefettura.

“Abbiamo allargato a 360 gradi le attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti non solo con il potenziamento dei servizi interforze e con gli incontri nelle scuole – puntualizza Campanaro – ma anche con la georeferenziazione delle zone di spaccio per localizzare le aree dove il fenomeno e più intenso e raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’azzeramento delle piazze di spaccio come richiesto nella recente circolare inviata dal ministro dell’Interno”.

Dalla ‘mappa dello spaccio’ voluta da Salvini è d’obbligo una domanda sul presunto radicamento della mafia nigeriana a Ferrara. “Un conto è il dato oggettivo della presenza visiva di bande criminali di etnia straniera dedite allo spaccio, un conto è il fenomeno associativo – replica l’ufficiale del governo che fa sua l’esperienza di commissario nella terra dei fuochi dove è radicata la Camorra -: allo stato attuale non ci sono evidenze giudiziarie che possano indurre a qualificare il fenomeno come mafia, ma ciò non significa che si debba abbassare la guardia perché il modo migliore per favorire il radicamento della criminalità organizzata è proprio sottovalutare il fenomeno stesso”.

Tra le linee guida dal suo insediamento – avvenuto un anno fa e che lo vede stilare un primo “bilancio estremamente positivo” – aveva segnato anche l’accoglienza. “Ho trovato un modello di accoglienza ben organizzato, ora siamo in una fase di passaggio dalla gestione Asp al recepimento della legge Salvini che comunque vede una gestione identica dei Cas perché chi aveva il titolo ieri ce l’ha anche oggi” analizza Campanaro che, ora come allora, non parla di “situazione emergenziale”.

E allora le barricate? “Ho vissuto nei miei precedenti incarichi a Caserta e Taranto la vera fase dell’emergenza, quella successiva alle primavere arabe, tanto che l’accoglienza veniva gestita dalla Protezione civile. Dai nuovi flussi del 2014 in poi, la gestione del fenomeno è stata differente, legata a sistemi di governance del territorio. E a noi prefetti è chiesto l’impegno di un coordinamento che si confronti con le varie amministrazioni locali. In questa fase ci possono essere dei confronti non semplici”. Ma una nuova Gorino sarebbe ancora possibile? “Quanto successo deve servire a far crescere un territorio e capire quale sia il modo migliore per affrontare queste problematiche. Il mio augurio è che non si ripetano scelte calato dall’alto nè fenomeni di contrapposizione”.

Quanto ai nuovi arrivi, si registra un “abbassamento significativo dei numeri dei migranti (attualmente 865 nei Cas, con una flessione di circa 300 presenze rispetto al mio arrivo” e il “precipitamento dei fenomeni delittuosi come le rapine“. Sul punto il prefetto assicura di “dare il valore che merita ai dati oggettivi rispetto alle percezioni soggettive”.

L’ultimo punto trattato è la programmazione. “Abbiamo sottoscritto più protocolli in termini di bullismo, disagio giovanile, sicurezza urbana per la videosorveglianza, sicurezza a bordo dei mezzi Tper e valori solidali di Avis – ricorda il prefetto – che sono l’attività di semina, ora il nostro impegno è monitorarli e renderli operativi giorno per giorno, da cui ci aspettiamo risultati importanti”.

Dopo la semina, il raccolto. Sul lavoro e nel tempo libero. “Non nascondo la mia passione per la Spal, il cui sacrificio ha ricadute positive per la città, e per il calcio in generale avendo un passato da arbitro – racconta Campanaro -. E poi c’è l’arte, che a Ferrara offre mostre frequenti, e la letteratura, in particolare i gialli di Camilleri”. Il commissario Montalbano colpisce anche a Ferrara?

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