Attualità
23 Novembre 2018
L'associazione: "Proposta che non condividiamo, l'obbligo a scuola va contro lo spirito della donazione". Il prefetto: "Puntiamo sulla lotta contro droga e alcol"

Le forze dell’ordine sposano la causa Avis, ma lontane da Salvini

di Elisa Fornasini | 2 min

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Mentre il ministro Salvini propone di rendere obbligatorie le donazioni di sangue a scuola, le istituzioni di Ferrara aprono una nuova strada nel versante opposto, sottoscrivendo un protocollo d’intesa per promuovere il valore del dono volontario.

L’accordo, sottoscritto questa mattina in prefettura, coinvolge le forze dell’ordine e le forze armate del territorio estense e l’Avis provinciale che sposano la stessa causa.

“È una bella notizia: esaltiamo il principio della cittadinanza attiva, confermando che attraverso una forte collaborazione e il rafforzamento del gioco di squadra con le forze di polizia e associazione di volontariato si ottengono i risultati migliori” commenta il prefetto Michele Campanaro che spinge molto sul “percorso di prevenzione per promuovere corretti stili di vita e diffondere iniziative rivolte ai giovani contro l’uso di sostanze stupefacenti e abuso di alcol“.

Sono cinque, a detta del prefetto, gli “elementi qualificanti di questo protocollo strategico”: affermazione del principio della donazione, promozione della raccolta di sangue, sensibilizzazione alla pratica del volontariato, organizzazione di convegni di carattere preventivo per portare avanti la battaglia contro droga e alcol, costituzione di gruppi di donatori nelle stesse forze di polizia.

L’accordo, “che prevede l’istituzione di una commissione di coordinamento per renderlo subito operativo” puntualizza Campanaro, nasce per sfatare anche un luogo comune: “Ci siamo assuefatti al fatto che il sangue ci sia sempre ma non è così, è perché abbiamo costruito un sistema che funziona ma servono persone che stendono il braccio, eppure questo aspetto non è più sentito dalla collettività che lo dà per scontato” rivela il presidente provinciale Avis Davide Brugnati.

Alla base c’è comunque la volontarietà e non l’obbligo. “La peculiarità in Italia che ci ha contraddistinto nel mondo – spiega ancora Brugnati – è il fatto che la donazione sia volontaria. La proposta di Salvini, anche se spinta da valori positivi, non la condividiamo perché qualsiasi tipo di costrizione va contro lo spirito stesso della donazione: imporre a un ragazzo di donare il sangue vuol dire negargli una riflessione personale che potrebbe portarlo a diventare donatore. Insomma, potresti avere 30mila donazioni oggi e nessuna domani, è una proposta che non possiamo vedere positivamente”.

La sottoscrizione del patto in prefettura è avvenuta alla presenza dei vertici di questura, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, casa circondariale e ufficio circondariale marittimo di Porto Garibaldi. Era presente anche il comandante del Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico, generale di divisione Antonio Conserva, che ha annunciato la prossima adesione al protocollo.

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