Attualità
20 Novembre 2018
Mercoledì mattina via all'abbattimento della ciminiera con l'uso di microcariche esplosive

Ex inceneritore di via Conchetta. Cannoni spargi-acqua per contenere le polveri della demolizione

di Daniele Oppo | 3 min

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Saranno due cannoni spargi-acqua a impedire che le polveri generate dall’abbattimento della ciminiera dell’ex inceneritore di via Conchetta si spargano nell’aria. È questa la misura principale che dovrebbe tutelare i polmoni dei ferraresi che verrà messa in campo mercoledì mattina (21 novembre) durante le operazioni di demolizione di una porzione dell’ex inceneritore attraverso l’uso di microcariche esplosive.

“In cantiere saranno previsti due cannoni spargi-acqua che funzioneranno ininterrottamente per mantenere a terra le polveri”, spiega l’ingegner Alessio Stabellini, dirigente del servizio Ambiente del Comune di Ferrara. “Probabilmente le condizioni meteo di questi giorni – prosegue Stabellini – hanno bagnato anche il terreno e questo consentirà una riduzione ulteriore delle emissioni di polveri”.

L’abbattimento con microcariche non era la soluzione inizialmente concepita per effettuare il lavoro. Il Comune – come spiega ancora il dirigente comunale, ha infatti chiesto alla ditta che si occupa del recupero dell’area “una relazione comparativa sugli impatti generati dalla demolizione della ciminiera attraverso il taglio di conci e successiva demolizione a terra e l’intervento con microcariche. È venuto fuori che la modalità con i conci, oltre a dover prevedere un’importante imbragatura della ciminiera con ponteggi importanti, determinava un tempo di realizzazione di 20-30 giorni lavorativi, con l’uso di macchinari di potenza sonora elevata per effettuare il taglio della struttura”.

Struttura che, dai carottaggi effettuati, è composta da 30 centimetri di cemento armato, un’intercapedine in bimattoni e un rivestimento interno in materiale refrattario. Più la fuliggine prodotta dai rifiuti inceneriti che probabilmente contiene le sostanze che più si teme vengano sparse nell’aria. Sul punto anche il primo tipo di intervento non sarebbe stato privo di problematiche ambientali, non così semplici da neutralizzare: “In termini di polveri il primo intervento portava a tagliare un concio ogni due metri, venivano comunque prodotte emissioni, sarebbe servito un telo alto 50 metri”, spiega Stabellini. In ogni caso, “non verrà fatto un monitoraggio della qualità dell’aria, che avrebbe un significato solo se ci fossero dei parametri già presenti da poter confrontare”.

La scelta delle microcariche ha il vantaggio di essere una soluzione più rapida – una decina di minuti secondo quanto comunicato dal Comune (e allo stesso costo dato che è un appalto a corpo) – e meno di minor impatto anche dal punto di vista dell’inquinamento acustico: “Il ragionamento è in termini di dosi, ovvero del prodotto tra il livello acustico e il tempo di somministrazione del disturbo – spiega il dirigente -. È stato definito che con le microcariche il tempo di somministrazione si riduce molto. Poi abbiamo preso accordi con la Lega del cane, il canile e il gattile municipale anche per spiegare loro le valutazioni fatte e capire se c’erano criticità”.

Per quanto riguarda il cantiere, alla base della ciminiera è stata posizionata una rete anti-frammento “in modo che non fuoriescano frammenti al momento del brillamento delle cariche”. Sono state poi realizzate anche delle ‘montagnette’ in terra per evitare la diffusione di frammenti verso l’esterno e, ovviamente, “nell’area non ci dovrà essere nessuno, fatti salvi gli addetti che devono eseguire l’operazione”.  Verrà utilizzato un sismografo per verificare le vibrazioni generate.

L’area vietata all’accesso si estenderà per un raggio di 100 metri con centro la ciminiera. In più verranno vietate al transito le vie limitrofe, ma solo “a scopo precauzionale”. Mercoledì mattina le autorità competenti faranno le ultime verifiche per decidere quale soluzione adottare definitivamente.

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