Economia e Lavoro
16 Novembre 2018
L'associazione dei risparmiatori invia a Roma le proposte di modifica alla manovra di bilancio: procedure semplificate e via il tetto ai rimborsi

Amici di Carife: “La Regione istituisca commissione d’inchiesta sul crac”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Da sinistra, Marco Cappellari, l’avvocato Stefano Di Brindisi e Mirko Tarroni durante la visita alla Consob

Proseguono i contatti tra il governo le associazioni dei risparmiatori ‘azzerati’ dal decreto Salva-Banche, che dopo l’ultimo incontro al Ministero dell’Economia sono stati chiamati a inoltrare le proprie idee e proposte di modifica all’articolo 38 della manovra di bilancio, varata dal governo e che andrà in discussione in Parlamento. E l’associazione ‘Amici di Carife’ ha già pronta la propria bozza di emendamento, insieme alla proposta finora inedita di chiedere alla Regione Emilia-Romagna una commissione d’inchiesta sul crac della banca ferrarese, così come avvenuto in Veneto dopo la crisi delle banche popolari.

Le linee guida dell’associazione sono chiare: secondo i risparmiatori il governo deve abbracciare la tesi secondo cui l’azzeramento dei titoli è da ricondurre a dinamiche ‘di sistema’, e non a errori o colpe individuali di azionisti o funzionari bancari. E per questo le proposte degli ‘Amici di Carife’ mirano tutte ad affrontare la questione dei crac bancari in un’ottica ampia e generalista. Prima tra tutte quella di chiedere alla Regione di istituire una commissione d’inchiesta sulla crisi di Carife, come accaduto in Veneto dove “la commissione sulla ‘rovina dei risparmiatori’ – spiega il presidente dell’associazione Marco Cappellari – è arrivata a conclusioni inaspettate sulle azioni ed omissioni degli organi di vigilanza statali, producendo una relazione finale di 288 pagine fitta di dati e testimonianze. Non è possibile che in Emilia Romagna tutto resti sotto silenzio e il massimo organo politico regionale non voglia andare fino in fondo alla “rovina finanziaria” di 28.000 azionisti e 4.000 obbligazionisti di Ferrara. Chiediamo anche noi che la Regione Emilia Romagna istituisca una commissione di inchiesta speciale che individui tutti i responsabili finali di questa vicenda”.

Una operazione di inchiesta a questo livello potrebbe essere con buona probabilità un’ottima base d’appoggio per ‘unificare’ e velocizzare le procedure per richieste di risarcimento, fornendo agli arbitrati elementi e fattori in comune all’interno delle singole vicende. E proprio sugli arbitrati si concentra buona parte delle proposte di modifica all’articolo 38 della manovra, in particolare per quanto riguarda le procedure dell’Acf (l’Arbitro per le Controversie Finanziarie della Consob) che secondo l’associazione dovrebbe svolgere un ruolo “esclusivamente ‘notarile’, di accertamento e verifica del possesso da parte dei risparmiatori del pacchetto azionario”. In sostanza l’arbitrato dovrebbe quindi dotarsi di una “procedura automatica” per riconoscere ai risparmiatori i risarcimenti senza che questi abbiano l’obbligo di dimostrare il ‘mis-selling’, ovvero la vendita fraudolenta da parte della banca.

Marco Cappellari insieme al sottosegretario al Mef Alessio Villarosa

Altra importante questione riguarda l’entità dei rimborsi, che nel testo del decreto sono fissati al 30% di quanto riconosciuto dall’Acf: decisamente troppo poco per le associazioni, memori anche delle promesse di pieno ristoro del governo e delle dichiarazioni secondo cui il 30% sarebbe stato un semplice “acconto” sul totale. Gli Amici di Carife propongono quindi che nel testo dell’articolo compaia davvero il termine “acconto”, in modo da vincolare nero su bianco il governo alla sua promessa.

“Nel frattempo – sostiene Cappellari – arrivano buone notizie dall’incontro che Andrea Arman, presidente del coordinamento “Don Torta” degli azzerati veneti, che sentiamo continuamente. Il 13 novembre ha incontrato il vicepremier Di Maio, insieme ad importanti rappresentanti del Governo come Fraccaro, Villarosa, Lannutti e Paragone: Di Maio ha ribadito di voler risolvere definitivamente il problema dei risparmiatori che hanno perso i risparmi emanando la norma entro dicembre”.

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