Attualità
24 Ottobre 2018
L'analisi sulle denunce vede la provincia estense salire nella classifica dell'insicurezza (22° posto), ma va presa con le pinze (anche per gli aspetti positivi)

Cosa ci dice l’indice della criminalità 2018 sulla sicurezza a Ferrara?

di Daniele Oppo | 4 min

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“L’indice di criminalità, prodotto e pubblicato dal Ministero dell’Interno, è una doccia fredda per Ferrara e, soprattutto, per questa amministrazione. Il tema della sicurezza sarà infatti al centro delle proposte di Fratelli d’Italia alle prossime amministrative, per poter riportare Ferrara alla normalità dopo la catastrofica gestione targata PD, che nulla ha fatto per impedire il dilagare della criminalità in città”. Lo afferma Alessandro Balboni, consigliere comunale di Fdi-An commentando l’indice della criminalità 2018, prodotto in realtà da Il Sole 24 Ore sulla base dei dati del ministero riferiti alle province (e non dunque alle sole città capoluogo).

E, a dirla tutta, se è vero che la classifica vede Ferrara salire di qualche gradino, è anche vero che, guardando la serie storica, quella classifica non racconta molto su un eventuale peggioramento, anzi, potrebbe – guardando solo ai numeri – indicare il contrario.

(fonte: Il Sole 24 Ore)

Secondo l’analisi del quotidiano di Confindustria, che si basa  sui reati “emersi”, cioè su denunciati a e da tutte le forze dell’ordine nel corso del 2017 nelle 106 province monitorate, Ferrara è la 22^ provincia più insicura d’Italia con 14.714 denunce totali, che restituiscono un indice di 4.240,65 denunce ogni 100mila abitanti. Dal punto di vista della classifica le cose non sono cambiate troppo rispetto agli anni precedenti, quando Ferrara è stata in 24^ posizione nel 2017 e nel 2016 e 23^ nel 2015.

Non è una posizione lusinghiera, certo, e indica che in questo territorio c’è un problema relativo alla sicurezza, ma in regione solo Forlì-Cesena (30^, stabile) e Piacenza (40^ ma era 44^ l’anno prima) fanno meglio, mentre Rimini (2^), Bologna (3^), Parma (13^), Ravenna (16^), Modena (18^) e Reggio Emilia (21^) precedono tutte Ferrara.  La situazione di Rimini è interessante, perché ha un numero di abitanti molto simile a quello di Ferrara, ma conta quasi 10mila denunce in più e ha sempre fluttuato tra il 1° e il 2° posto.

Guardando ai dati però si nota come vi sia un costante il calo delle denunce nel territoriod i Ferrara, sia totali che normalizzate per 100mila abitanti. La differenza tra l’indice 2018 e quello 2017 registra un -2,5% a favore del 2018, ma in generale il trend indica una discesa costante: le denunce totali erano 16.865 nell’indice 2015 (4.763,14/100mila abitanti) e sono diventate 14.714 nel 2018 (4.240,65/100mila abitanti). Questo rende chiaro che lo spostamento verso l’alto in classifica non può essere interpretato come un aumento dell’insicurezza.

Balboni sottolinea anche che “i dati mostrano come i crimini violenti, in particolare gli omicidi, siano in ascesa, portando la nostra provincia addirittura all’undicesimo posto della classifica”. È corretto ma, ancora una volta, i dati mostrano come la classifica non sia uno specchio veritiero della situazione. Se è vero che l’indice 2018 vede gli omicidi volontari consumati raddoppiati (da due denunce a quattro) e la provincia estense salire dalla 46^ all’11^ posizione di questa sotto-classifica (determinata, lo ribadiamo, dal rapporto tra numero di denunce ogni 100mila abitanti); è anche vero che lo stesso numero di denunce (quattro) nell’indice 2016 vedeva Ferrara in 21^ posizione: era da considerarsi più sicura sotto questo profilo? Evidentemente no.

Tornando alla situazione generale, visto il calo globale delle denunce è probabile che a influire sulla piccola fluttuazione in classifica per Ferrara possano essere stati due fattori che hanno agito in contemporanea o singolarmente: ci sono province in cui il calo demografico è stato un po’ meno marcato e/o ci sono province in cui la riduzione delle denunce è stata proporzionalmente un po’ più elevata.

Insomma, l’indice suggerisce che si può e si deve sicuramente far meglio (perché in ogni caso i dati sui reati “emersi” mettono Ferrara nella parte alta della classifica), ma non che la situazione sia peggiorata nel corso degli anni.

Dev’essere chiaro però che l’analisi de Il Sole 24 Ore va presa con le pinze in ogni suo aspetto, anche in quelli positivi, dato che viene esplicitato che “restano nell’ombra i fenomeni di microcriminalità, anch’essi diffusi sul territorio, ma che per diversi motivi sfuggono al controllo delle autorità e la cui comunicazione da parte delle vittime a volte non è affatto scontata”. Qui potrebbe rientrare dunque anche una porzione più o meno significativa del calo di denunce.

In ogni caso, Balboni sottolinea che “dopo anni di denunce da parte nostra, con mozioni, interpellanze e question time, ai quali il Pd rispondeva con la negazione e con la nota teoria delle ‘percezioni soggettive’, ora questa amministrazione sembra convertita sulla via di Damasco, fingendosi attenta e in prima linea nella lotta alla criminalità. Purtroppo per loro i cittadini hanno la memoria lunga e se ne ricorderanno in cabina elettorale il prossimo maggio”.

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