‘La tua parola contro la sua’. Un detto che potrebbe applicarsi piuttosto bene al processo che vede alla sbarra un’educatrice di 38 anni di Ferrara, imputata per presunti maltrattamenti sui bambini nell’asilo dove lavorava.
Il processo è entrato nella parte più ‘calda’ con l’ascolto delle testimonianze – in particolare genitori dei bambini e colleghi dell’educatrice -, ma nessuno ha mai assistito di persona ai maltrattamenti su cui verte il procedimento. Che sono stati denunciati da un gruppo di genitori allarmato per un cambiamento nei comportamenti dei propri figli, al ritorno dall’asilo.
“Sono segnalazioni ‘esplose’ da un gruppo su Whatsapp – afferma l’avvocato Denis Lovison che difende la 38enne – sulla base di segnalazioni che non hanno mai avuto riscontro. La mia cliente è finita al centro dei sospetti perchè era l’ultima lavoratrice arrivata all’asilo, e quindi sono stati imputati a lei dei cambiamenti nelle personalità dei bambini che potrebbero essere una naturale evoluzione della loro socialità. In quell’asilo ci sono un rappresentante legale, delle educatrici e uno psicologo che fa il coordinatore: possibile che nessuno si fosse mai accorto di nulla?”.
L’educatrice è stata licenziata dopo le segnalazioni dei genitori e anche per questo motivo l’inchiesta non è riuscita a osservare e ricostruire i suoi comportamenti sul posto di lavoro: proprio per questo le testimonianze rivestiranno durante il dibattimento un ruolo decisivo. Nel frattempo anche l’asilo è stato citato come responsabile civile e parteciperà quindi al processo.
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