Cronaca
5 Ottobre 2018
L'avvocato Lovison: "Segnalazioni senza riscontro. Possibile che nessuno dei colleghi si sia mai accorto di nulla?"

Educatrice a processo per maltrattamenti, ma nessun testimone osservò direttamente

di Ruggero Veronese | 2 min

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Oltre duecento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

‘La tua parola contro la sua’. Un detto che potrebbe applicarsi piuttosto bene al processo che vede alla sbarra un’educatrice di 38 anni di Ferrara, imputata per presunti maltrattamenti sui bambini nell’asilo dove lavorava.

Il processo è entrato nella parte più ‘calda’ con l’ascolto delle testimonianze – in particolare genitori dei bambini e colleghi dell’educatrice -, ma nessuno ha mai assistito di persona ai maltrattamenti su cui verte il procedimento. Che sono stati denunciati da un gruppo di genitori allarmato per un cambiamento nei comportamenti dei propri figli, al ritorno dall’asilo.

“Sono segnalazioni ‘esplose’ da un gruppo su Whatsapp – afferma l’avvocato Denis Lovison che difende la 38enne – sulla base di segnalazioni che non hanno mai avuto riscontro. La mia cliente è finita al centro dei sospetti perchè era l’ultima lavoratrice arrivata all’asilo, e quindi sono stati imputati a lei dei cambiamenti nelle personalità dei bambini che potrebbero essere una naturale evoluzione della loro socialità. In quell’asilo ci sono un rappresentante legale, delle educatrici e uno psicologo che fa il coordinatore: possibile che nessuno si fosse mai accorto di nulla?”.

L’educatrice è stata licenziata dopo le segnalazioni dei genitori e anche per questo motivo l’inchiesta non è riuscita a osservare e ricostruire i suoi comportamenti sul posto di lavoro: proprio per questo le testimonianze rivestiranno durante il dibattimento un ruolo decisivo. Nel frattempo anche l’asilo è stato citato come responsabile civile e parteciperà quindi al processo.

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