Eventi e cultura
5 Ottobre 2018
Mostra multimediale da Arcigay. Eva Croce: "Giochiamo con la fluidità di genere perché stiamo bene con noi stessi, ora si cambi la legge dell'82"

Transgender, “non siamo fragili ma liber* di essere”

di Elisa Fornasini | 2 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Dimenticate la sessualità binaria, maschio o femmina, e siate “Liber* di essere” come recita il titolo della mostra multimediale “Transfer” che verrà inaugurata venerdì 5 ottobre alle 18 nella sede Arcigay di via Ripagrande 12, in concomitanza con il festival di Internazionale e con il patrocinio del Comune di Ferrara.

Fotografie, filmati e musica si mescolano nella “casa arcobaleno” per mostrare la quotidianità di Eva Croce, vicepresidente di Arcigay e cofondatrice del gruppo Transfer, e del compagno Paolo Lunghi, ritratti in 14 scatti volutamente provocatori e ironici della fotografa Ippolita Franciosi.

“Giocando con la fluidità dei travestimenti, dimostriamo che le persone transessuali non sono fragili ma vivono una vita ad ostacoli perché la retorica di essere nati nel corpo sbagliato ci fa cadere nel paternalismo mentre lo Stato non è in grado di aggiornarsi” è il messaggio lanciato da Eva che, tra i passi più urgenti da compiere, cita il “cambiamento della legge 164 del 1982 per fare in modo che il cambio anagrafico dei documenti sia una semplice formalità burocratica, senza il quale si incontrano grossi problemi anche per trovare lavoro”.

Se “l’approccio ironico è un modo per riaffermare uno stare bene con noi stessi, aver accettato il nostro essere e saperci giocare”, per la curatrice della mostra Eva Beccati è interessante notare che “il progetto si sviluppa su più piani di lettura”, ma sempre con una “serie di richiami che rimandano alla fluidità di genere”, che non riguarda solo i transgender ma anche i cisgender (tutte le persone che non sono trans) “che non hanno fatto il cambio di genere ma che possono riconoscersi in più ruoli a livello di identità e a livello sessuale”.

I ruoli si scambiano, le identità si rimescolano, per celebrare una “sessualità non-binaria, libera dagli stereotipi di genere che vengono messi sotto scacco dall’ironia e dal gioco” con il significato più profondo di “combattere i pregiudizi verso le persone transgender che spesso sono costrette a mimetizzarsi nel quotidiano per evitare forme di transfobia”.

La mostra, visitabile dal 5 al 20 ottobre a Ripagrande12, diventerà poi itinerante per essere esposta anche a Modena, Reggio Emilia e Trieste “con l’idea di portarla in giro il più possibile – chiosano le due Eva – per diffondere il nostro messaggio di non fragilità ma fluidità” per sollevare l’attenzione sull’argomento oltre la disforia di genere, recentemente eliminata dalle patologie dell’Oms.

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