Economia e Lavoro
14 Settembre 2018
I risparmiatori a Roma chiedono le dimissioni di Conte, Di Maio e Salvini, mentre alla Camera passa la fiducia al Milleproroghe

Carife, il decreto conferma i timori: “Ci stanno lasciando le briciole”

di Ruggero Veronese | 6 min

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Una manifestazione dei risparmiatori azzerati

Delusi e arrabbiati per le promesse non mantenute, ma ancora disposti ad ascoltare il ‘governo del cambiamento’ e a concedere un credito di fiducia ai suoi rappresentanti. È questo l’umore che si respira tra i risparmiatori della Carife e delle altre banche azzerate nel 2015, dopo l’incontro di mercoledì (12 settembre) a Roma con i rappresentanti delle varie forze politiche (in cui sono arrivat addirittura a chiedere le dimissioni di Conte, Salvini e Di Maio), ma soprattutto dopo l’approvazione con voto di fiducia giovedì pomeriggio alla Camera del decreto Milleproroghe, che dovrà ora passare in terza lettura al Senato per l’ok definitivo.

L’EMENDAMENTO. Decreto che ha confermato il timore dei risparmiatori ferraresi: per il momento a essere risarciti – e solo per il 15% di quanto hanno perso e con un massimale di 100mila euro – saranno solo gli ex azionisti che hanno già ottenuto un pronunciamento favorevole da parte dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf): in tutto 580 persone in Italia su una platea complessiva di circa 350mila rispamiatori.

Questioni che si sommano alle altre perplessità denunciate nei giorni scorsi dagli azzerati, come il rinvio al 31 gennaio del decreto attuativo che sbloccherà il fondo di ristoro (inizialmente era previsto per il 31 marzo 2018, poi rinviato al 31 ottobre per consentirne la stesura al nuovo governo) e la capienza stessa del fondo, per il quale il precedente esecutivo aveva stanziato 100 milioni egualmente distribuiti sul quadriennio 2018-2021. Una somma che andrebbe quantomeno quintuplicata per iniziare a coprire le richieste di completo risarcimento che provengono dalle associazioni, che durante l’incontro del 24 luglio al Ministero dell’Economia avevano ricevuto a tal proposito le rassicurazioni dei sottosegretari Alessio Villarosa (M5S) e Massimo Bitonci (Lega), insieme alla promessa di precedere in maniera partecipativa alla stesura del decreto e più in generale dei provvedimenti necessari per i risarcimenti.

Da quell’incontro a oggi la linea del governo sembra decisamente cambiata, in particolare per il ruolo dirimente assegnato all’Acf – mai citato di fronte ai risparmiatori il 24 luglio – nell’emendamento al Milleproroghe, oltre che per le cifre in ballo disponibili per i risarcimenti (ancora 100 milioni). E infatti mercoledì pomeriggio i risparmiatori si sono presentati al Ministero dell’Economia con una richiesta scritta di dimissioni del premier Conte e dei suoi due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Tra loro c’era anche la ferrarese Milena Zaggia, che oltre a far parte dell’associazione Risparmiatori Azzerati Carife fa parte a livello nazionale del Movimento Risparmiatori Traditi: “Abbiamo chiesto le loro dimissioni per inadempienza contrattuale – afferma l’ex azionista Carife -, per non avre rispettato quello che è previsto nel contratto di governo. Riteniamo l’emendamento che hanno presentato discriminatorio, visto che crea una distinzione tra chi si è rivolto all’Afc e chi ha scelto altre strade (come la costituzione di parte civile nei processi, ndr) e non è quello che era stato promesso in campagna elettorale. Alla fine la montagna ha davvero partorito un topolino: ci stanno lasciando le briciole“.

L’INCONTRO A ROMA CON I RISPARMIATORI. Contattata da Estense.com, Zaggia spiega che durante l’incontro con i rappresentanti di Lega ed M5S i toni si sono fatti più morbidi e che i risparmiatori hanno accolto, almeno in parte, le giustificazioni del governo.

In sostanza l’aver sbloccato 25 milioni di euro per i primi 580 risparmiatori consentirà di iniziare a erogare i primi risarcimenti, anche se “abbiamo detto – afferma la risparmiatrice – che questo non dovrà poi precludere la possibilità di ottenere il resto dei risarcimenti attraverso gli altri percorsi, penali o civili. I primi risarcimenti devono essere solo un acconto sul totale“.

Le associazioni chiedono poi di eliminare l’onere della prova (ovvero di non dover attendere l’esito di processi e arbitrati) e di provvedere immediatamente a tutti i risarcimenti, dal momento che “la commissione parlamentare di inchiesta ha già messo nero su bianco che ci sono state carenze da parte degli organi di controllo, Consob e Bankitalia, e che gli investitori, escludendo quelli istituzionali, non potevano avere piena coscienza del prodotto che stavano sottoscrivendo”.

L’incontro più proficuo da questo punto di vista è stato quello col giornalista e attuale parlamentare M5S Gianluigi Paragone, che non si è sottratto alle critiche dei risparmiatori: “Ci ha confermato che il ministro Tria ha preso in mano la situazione e deve cercare di far quadrare i conti, probabilmente anche per riuscire a rispettare le altre promesse elettorali del governo, come il reddito di cittadinanza. Ma Paragone ci ha detto che condivideva le nostre perplessità e di continuare a incalzare il governo, perché lui ci ha messo la faccia sul tema delle banche azzerate e gli impegni devono essere rispettati”.

Altro punto chiave è la disponibilità economica: le associazioni chiedono al governo di usare per i risarcimenti le risorse a disposizione dello Stato nel fondo ministeriale dove confluiscono i conti dormienti, ovvero i soldi ‘dimenticati’ dagli italiani in conti correnti, fondi assicurativi, libretti di risparmio e altre modalità di risparmio. Se non si effettua alcuna operazione per oltre 20 anni, quei soldi diventano capitale dello Stato e a oggi in questo fondo sono confluiti circa 1,6 miliardi di euro. Per Ferrara, inoltre, ci sarebbe un’altra carta giocare: “Carife – afferma Zaggia – aveva 360 milioni tra depositi e partecipazioni in Bankitalia e vorremmo sapere dove sono finiti quei soldi, che non appartengono certo a Bper, ma a chi ha investito in Carife”.

LE CONCLUSIONI. L’intera vicenda può essere letta da punti di vista completamente opposti: secondo i sostenitori del governo, l’asse Lega – M5S sta cercando di rispettare gli impegni ma deve prima ‘costruire’ le giuste modalità (decreti attuativi, fondi di ristoro e così via) per soddisfare le richieste dei risparmiatori. Per i detrattori si tratta invece di un modo per prendere tempo, dando nel frattempo una sorta di ‘contentino’ al proprio elettorato di riferimento: da questo punto di vista molti risparmiatori fanno notare che dei 580 risparmiatori che riceveranno i primi risarcimenti grazie all’arbitrato dell’Afc, circa 350 risiedono nella sola regione Veneto, ‘feudo’ elettorale del sottosegretario Bitonci. A Ferrara quel percorso è stato decisamente meno battuto e ha coinvolto solo una trentina di persone, e solo relativamente all’aumento di capitale del 2011.

Zaggia dal canto suo cerca di smarcarsi dalle polemiche politiche e durante la visita a Roma ha incontrato anche i rappresentanti del Pd, tra cui ‘l’acerrimo nemico’ Luigi Marattin: “Mi ha fatto piacere incontrarlo nonostante le nostre divergenze e dire che è ora che a Ferrara qualcuno si svegli per andare a recuperare i soldi di Carife in Bankitalia. Lo chiederemo anche al sindaco Tagliani. Non possiamo metterci a fare come i politici e litigare per ogni questione: oggi è importante che chi ha promesso mantenga le promesse e chi ha causato i danni faccia di tutto per ripararli“.

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