Politica
15 Agosto 2018
L'ex assessore critica le strumentalizzazioni degli avversari politici ma con un post dai toni offensivi ottiene un effetto boomerang

Tragedia di Genova, bufera su Marattin: “Le teste di c[…] sparano fesserie sull’austerity”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Di fronte alla terribile tragedia di Genova non si può che restare ammutoliti e rispettare il lutto delle famiglie delle vittime, in attesa che il tempo e le indagini chiariscano le cause e le eventuali responsabilità dell’accaduto. Questo almeno è quello che dovrebbe avvenire, visto che purtroppo fin dai minuti successivi alla tragedia – come ha potuto osservare qualunque utente dei social network – si sono moltiplicate le strumentalizzazioni da parte dei singoli utenti e delle forze politiche, tra chi puntava l’indice contro governi vecchi e nuovi e chi ha ipotizzato tragedie più o meno imminenti in ogni parte d’Italia. Al punto che anche il direttore del tg di La7 Enrico Mentana ha cercato di riportare tutti a maggiore lucidità e moderazione scrivendo: “Credevo che le parole più vergognose e sciacallesche sulla sciagura di Genova arrivassero dai fanatici sui social. Poi ho visto alcune delle dichiarazioni politiche, da una parte e dall’altra. E mi sono vergognato per loro”.

Anche nella politica ferrarese c’è chi parte dalla tragedia di Genova per arrivare a questioni locali: dal gruppo di attivisti Comacchio 5 Stelle che scrive “Che tragedia a Genova!! Chi di dovere ha controllato il ponte Albani!? (il ponte che attraversa il porto canale)” al segretario della Lega Nord Nicola Lodi che rimane più sul generale scrivendo che “Il crollo del Ponte di Genova deve far riflettere tutti gli amministratori locali e nazionali. Cordoglio per le decine di morti e feriti”. Ma il vero politico nell’occhio del ciclone è il parlamentare del Pd Luigi Marattin, autore di un tweet a dir poco esplosivo contro gli avversari politici.

Un messaggio che Marattin effettivamente aveva scritto proprio per criticare chi, dopo il crollo del ponte, aveva dato il ‘la’ alle strumentalizzazioni politiche. Pur non citandoli direttamente, il richiamo sembra diretto a parlamentari leghisti come Alberto Bagnai e Claudio Borghi, che in numerosi post e dichiarazioni hanno messo in correlazione i fatti di Genova con le politiche di austerity degli ultimi anni (e di conseguenza al minor livello di spesa e investimenti pubblici), o al ministro alle infrastrutture Toninelli che ha dichiarato al Tg1: “Mi dispiace constatare come sulla manutenzione ordinaria non si sia fatto a sufficienza e questi fatti ne sono la testimonianza”.

I toni del post di Marattin sono però talmente pesanti e offensivi da ribaltare completamente i ruoli, al punto che sui suoi profili piovono centinaia di commenti che gli rimproverano proprio di essere il principale strumentalizzatore della tragedia. Scrive Marattin: “Preghiere per le vittime e i feriti, e i loro cari. Un pensiero ai soccorritori. E con quello che rimane delle preghiere, la speranza che – la prossima volta che sarà data loro l’opportunità – gli italiani con il proprio voto rimandino nella fogna quelle miserabili teste di cazzo che su un tragedia simile hanno il coraggio di sparare fesserie su spread e austerità. Non si specula sui morti, vergogna”.

Tra le risposte più ‘gentili’ c’è quella dell’esperto di comunicazione politica e docente Unibo Lorenzo Pregliasco, che condivide ironicamente le parole di Marattin specificando: “Tweet salvato per le prossime lezioni su come non fare comunicazione sui social”. Tra i due si innesca una piccola discussione, in cui Marattin si dice “sinceramente stupito” di come Pregliasco non abbia inteso il senso del suo messaggio e rimane sulla propria posizione. Il pensiero di Pegliasco trova però un gran numero di sostenitori, che nel giro di poche ore ‘invadono’ con toni ben più aspri i canali dell’ex assessore ferrarese, accusandolo di aver strumentalizzato la vicenda in misura ancora maggiore dei suoi avversari politici.

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