Scritta sull’autobus: “Magrebini ai forni”
“Magrebini ai forni”. È la scritta comparsa questa mattina su un autobus della Linea 11. Se n'è accorta una signora anziana che ha inviato la segnalazione all'attivista del Pd Diego Marescotti
“Magrebini ai forni”. È la scritta comparsa questa mattina su un autobus della Linea 11. Se n'è accorta una signora anziana che ha inviato la segnalazione all'attivista del Pd Diego Marescotti
"Il Partito Democratico non ha mai parlato di razzismo, né negato che parte importante del fenomeno riguardi minorenni stranieri". È questa la "semplice verità" con cui Giada Zerbini, segretaria del Partito Democratico di Ferrara, risponde al sindaco Alan Fabbri
Dalle attività di repressione e controllo del territorio alle misure propositive come lo Sportello lavoro, il Job day e il progetto Agribus che i sindacati hanno stimato aver sottratto in 3 mesi 90mila euro agli intermediari illegali nello sfruttamento del lavoro agricolo. Sono queste alcune delle tematiche affrontate durante la riunione del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica che si è tenuto nel Comune di Portomaggiore il 5 novembre
Dopo la denuncia di una madre, che era riuscita a raccogliere con non poca fatica le confidenze della figlia, la Procura di Ferrara ha aperto un'inchiesta a carico di un uomo ferrarese di 58 anni, oggi indagato per violenza sessuale aggravata nei confronti di una bambina di 11 anni
Avrebbe costretto due minorenni a spalleggiarlo in alcune rapine per saldare un debito di droga. È questa l'accusa formulata dalla Procura di Ferrara nei confronti di un 22enne italiano, per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio per estorsione ai danni di due giovani e spaccio di sostanze stupefacenti

Mario Zamorani
Accuse, indizi, controaccuse e smentite. Sale la tensione politica a Ferrara, come testimonia il botta e risposta nel giro di poche ore tra il leader dei Radicali Mario Zamorani e il segretario comunale leghista Nicola Lodi. In una e-mail inviata alle redazioni ferraresi (poi pubblicata anche come post Facebook) Zamorani riferisce infatti di alcuni episodi avvenuti a suo dire nel giro di poche ore, che determinerebbero a Ferrara “un’atmosfera cupa e come un po’ gonfia, dove agiscono persone che determinano ostilità e contrapposizioni frontali inducendo un clima teso che non ricordo di aver mai osservato prima nel corso di decenni”.
Il primo lo vede direttamente protagonista, ed è quello da cui scaturisce la polemica con Lodi. Zamorani racconta che lunedì era “in cima allo scalone monumentale del Municipio mentre si svolgeva l’adunanza del Consiglio comunale, in attesa di parlare con un assessore. Mi passa accanto il signor Nicola Lodi, che ama farsi chiamare Naomo, in compagnia di tre ragazzoni che nella mia memoria erano tutti con teste rasate e ricchi di muscoli; tronfi e molto sicuri di sé, come del tutto assenti di dubbi. Apparivano frequentatori di palestre e volti a esercizi di forza piuttosto che adusi a biblioteche e lettori di libri. Uno mi ha detto: ‘Lei stia attento a quello che scrive perché qualcuno potrebbe arrabbiarsi'”.
“Il premuroso avviso di un amico sconosciuto – prosegue il radicale – o un maldestro tentativo di intimidazione? Ognuno valuti come crede. Fatto sta che l’episodio mi ha fatto pensare in parte a filmati d’epoca con gerarchi in camicia nera che passano su quello scalone (e la storia spesso si ripete con modalità ridicole o grottesche) ma ancora di più a narrazioni e testimonianze del nostro concittadino Balbo con le sue squadre specializzate in spedizioni punitive”. Contattato da Estense.com, Zamorani puntualizza che “non mi sono affatto sentito intimidito, ma sono atteggiamenti che su altre persone possono avere un effetto diverso”.

Nicola Lodi
A questo episodio il radicale ne aggiunge altri tre, di cui però non è testimone diretto. Zamorani riferisce infatti – pur senza dare riferimenti o riscontri diretti – di una serie di azioni “volte a creare problemi a una associazione della nostra città che si occupa dei diritti di una minoranza fortemente contrastata dalla destra più intollerante”, oltre che di “parole uscite da una persona che dovrebbe essere fra quanti garantiscono lo stato di diritto e che invece erano un insulto alle fondamenta dello stesso”.
Ma il fatto più preoccupante, se provato sarebbe il “ritrovamento di alcuni proiettili in città a ridosso di un edificio comunale, fatto di poche ore prima e segnalato alla Digos”. La redazione di Estense.com ha chiesto conferma del fatto proprio alla Digos, che ha però smentito qualunque ritrovamento di proiettili avvenuto in tempi recenti.
Riscontrabili o meno, le dichiarazioni e i riferimenti di Zamorani innescano la polemica: Lodi smentisce ogni accusa e afferma che sullo scalone del municipio era in compagnia solo di un militante, Lorenzo Barbieri, che a sua volta si rivolge pubblicamente al Radicale affermando che “le ho consigliato maggiore attenzione alle sue dichiarazioni pubbliche dato che, in una lettera aperta poco tempo fa, ha cominciato a darci dei ‘barbari’. Spero sia solo dimenticanza e non malafede, anche se certi paragoni lasciano poco spazio a dubbi”.
Lo stesso Lodi, contattato da Estense.com afferma che “eravamo Barbieri ed io, non c’era alcuna testa rasata e non ho mai parlato con Zamorani in vita mia. Barbieri gli ha detto di stare attento perché qualcuno potrebbe querelarlo visto che ha dato dei barbari ad altre persone. A Zamorani dico che è una persona squallida e sta cercando di fare campagne elettorale nella maniera peggiore. Se fino a ieri lo rispettavo adesso non è più così: è meschino, vigliacco e capisco perchè Tagliani non consideri nemmeno per le primarie, forse è la prima volta che sono d’accordo con lui. Associarmi alla storia dei proiettili poi è pazzesco“. Lodi chiude il discorso sfidando Zamorani a provare le sue parole sui fatti dello scalone: “Spero che le telecamere del Comune abbiano ripreso tutto e che si possano visionare i filmati”.
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