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24 Giugno 2018
Lo sprinter brianzolo rompe il muro dei 10'', battendo il primato di Mennea. Intervista al volto ferrarese dietro l'impresa da record

Magnani e Tortu: “Vi racconto com’è essere il manager di una leggenda”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Marcello Magnani e Filippo Tortu

Dietro a Filippo Tortu, lo sprinter brianzolo che a Madrid ha abbattuto il muro dei 10” nei 100 metri, c’è un manager ferrarese. È Marcello Magnani che da quattro anni segue il 20enne di origine sarda, entrato venerdì nella leggenda dell’atletica con l’impresa dei 9”99, battendo il primato italiano di Pietro Mennea sui 100 (stabilito a Città del Messico nel 1979) e diventando il primo azzurro nella storia a correre sotto i 10 secondi. Quando contattiamo il manager ferrarese, classe 1978, è all’aeroporto in attesa del volo che lo riporterà in Italia, ma non si è ancora ripreso dall’emozione.

Magnani, raccontaci un po’ questa mitica impresa: vi aspettavate un record del genere o è stata una sorpresa sbalorditiva? 

Filippo e il suo allenatore, che fra l’altro è suo padre, avevano puntato tutto su Madrid. Era una gara completamente preparata, ma ovviamente la certezza matematica non c’è mai fino alla fine. Lui però se lo sentiva, mi ha detto: “Vado a Madrid e faccio 9”9″. E l’ha fatto! Già da febbraio aveva deciso di non pensare alle altre gare e concentrarsi esclusivamente su questa, anche perché quella spagnola è una pista veloce e con buone condizioni climatiche.

Che effetto fa essere il manager di una leggenda? 

Dietro c’è una squadra tecnica e manageriale molto grande. Io mi occupo degli accordi tecnici delle gare, ma tutti danno il proprio apporto nel proprio ambito di competenza. Siamo un bel gruppo e abbiamo lavorato bene, i risultati di Pietro lo dimostrano. E l’effetto non riesco neanche a spiegarlo: quando ha tagliato il traguardo, sono rimasto pietrificato. Di solito sono in grado di parlare anche un muro, questa volta sono stato sopraffatto dalle emozioni e incapace di relazionarmi col prossimo. Poi mi sono sciolto: quando Filippo mi ha chiamato sul palco perché so bene lo spagnolo, gli ho fatto da interprete davanti a tutto lo stadio.

Manager e anche traduttore. Qual è una giornata tipo sua e di Tortu?

Non c’è una giornata tipo, si allena due ore e mezza al giorno poi c’è tutta la prevenzione infortuni e la messa a punto della macchina per avere una carrozzeria integra. Per questo è seguito da coach, fisioterapista, nutrizionista, psicologo sportivo, tecnico posturale… io passo le giornate tra telefono e computer per organizzare i viaggi e contattare gli sponsor. Considerando che rappresento 65 atleti, è una mole di lavoro importante. E sempre in viaggio: ho cambiato 5 paesi solo nel mese di giugno e lunedì parto per il meeting di atletica a Copenaghen. Sfido un assistente di volo a viaggiare più di me! (ride)

Ma come ha conosciuto Filippo e come è nata la vostra collaborazione?

La prima volta l’ho chiamato io quattro anni fa, avevamo amicizie comuni e mi ero già messo in contatto con la famiglia, come è doveroso che sia quando si parla di un ragazzo di 16 anni. Dopo il primo contatto telefonico, ci siamo incontrati a pranzo e ho spiegato cosa potevo fare per lui: a quel tempo si parlava solo di procurare materiale tecnico. Quando ha avuto bisogno di un manager ‘vero’, l’anno scorso, ormai il nostro rapporto era più che rodato. Siamo sempre stati in sintonia a parlare di tutto, di calcio, scuola, fidanzate…

Già allora aveva capito di aver investito su un cavallo vincente, tutto gambe, cuore e cervello?

Per me era talmente lampante che avesse un talento sovrannaturale che ci ho scommesso subito a occhi chiusi. In questo caso non si tratta di vederci giusto, era una scommessa fin troppo facile… ne ho vinte di più difficili! Mi hanno colpito subito le sue doti particolari: certo, le gambe le ha, ma è il modo in cui vive con apparente leggerezza a fare la differenza. È sempre rilassato, mai nervoso anche prima di entrare in pista, così non sperde energie nervose come fanno tanti altri e vive in modo sereno l’approccio alle gare.

Un ottimo modo di vivere, fuori e dentro la pista. Dove vi porteranno i prossimi impegni?

Filippo il 27 giugno tornerà in Spagna con la Nazionale per gareggiare alla staffetta dei Giochi del Mediterraneo, poi il 20 luglio sarà a Montecarlo sui 200, ma ovviamente l’attesa è tutta per gli Europei di Berlino. E poi chissà, magari ci scappa anche una visita a Ferrara… è un grande appassionato di calcio e mi ha confidato che gli piacerebbe venire al “Mazza” per assistere a Spal-Juve. Impegni permettendo, mi piacerebbe moltissimo fargli vedere la mia città: purtroppo me la godo poco, ma sono ferrarese al 100%.

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