Politica
19 Giugno 2018
Raccolte le firme, comitato Mi Rifiuto e Ferraraincomune sono pronti per il consiglio: "Vogliamo una società pubblica con strumenti di partecipazione collettiva"

Un’alternativa a Hera: pronta la prima delibera d’iniziativa popolare

di Ruggero Veronese | 3 min

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La prima delibera di iniziativa popolare nella storia del Comune di Ferrara approderà a fine estate sui banchi del consiglio comunale.

Si tratta della proposta per il ritorno a una gestione pubblica della raccolta rifiuti, avanzata dal comitato Mi Rifiuto e dall’associazione Ferraraincomune che già ne aveva anticipato l’idea e diversi dettagli in un’intervista a Estense.com.

A poche settimane di distanza, il percorso degli attivisti ‘antagonisti’ di Hera prosegue veloce: forte delle 800 firme raccolte nell’ultimo mese e mezzo, il comitato sta per far partire gli incontri con vari gruppi consiliari, anche a livello regionale, per definire il nuovo modello da proporre.

Mentre mercoledì 20 giugno svolgerà un incontro pubblico nella sede di Agire Sociale (in via Ravenna 52, ore 21) per discutere assieme ai cittadini del progetto e raccogliere nuove idee e proposte.

D’altra parte per Corrado Oddi, che ha presentato l’iniziativa insieme a Mauro Presini e Natasha Cristofori, il senso di tutta l’iniziativa sta proprio nella partecipazione popolare. L’obiettivo del comitato non è insomma solo quello di fornire un’alternativa a Hera, ma di coinvolgere i cittadini nello studio di nuove soluzioni. “Non si tratta solo di un cambio di etichetta: vogliamo inserire meccanismi di partecipazione sia per chi lavora nel servizio che per chi ne usufruisce. È una questione di democrazia partecipativa, che oltre a migliorare la qualità della raccolta dei rifiuti serve anche a ridurre la distanza tra i cittadini e le istituzioni”.

Si può davvero migliorare il servizio attualmente esistente? I membri del comitato ne sono certi per almeno due motivi, basati su numeri e cronache. I numeri sono quelli dei bilanci di Hera, che dal 2010 al 2016 ha distribuito 900 milioni di euro ai suoi soci, su 1,15 miliardi di utili totali. “Una società pubblica invece – spiega Oddi – ha l’obbligo del pareggio di bilancio”. In sostanza, in ambito pubblico, ogni eventuale avanzo va accantonato e reinvestito nel servizio e non può ‘uscire’ dai bilanci sotto forma di dividendi.

Le cronache riguardano invece i rilevi ad Hera da parte dell’Anac, che nel luglio scorso ha di fatto descritto una situazione di monopolio della multiutilities sul territorio emiliano, destinataria di almeno 12 affidamenti in proroga senza gara pubblica. Una situazione che costituisce “un improprio vantaggio per la società affidataria; la violazione dei principi di efficacia e speditezza dell’azione amministrativa; la sottrazione di significative risorse al mercato di riferimento”. Quindi a prescindere dalle critiche più o meno contingenti al servizio di Hera, secondo il comitato la fine del monopolio costituirebbe già di per sé un potenziale vantaggio per gli utenti.

“In un paese normale – attacca Oddi – una gara per l’affidamento di un servizio pubblico va fatta con largo anticipo. Invece a Ferrara abbiamo visto Hera introdurre le calotte a tre mesi dalla scadenza. In questo modo si mette l’intera città nella condizione di dove dipendere da quel gestore, e quindi non c’è da meravigliarsi se poi il servizio va avanti in regime di proroga”. Una situazione su cui ha il compito di vigilare l’agenzia regionale Atersir (presieduta dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani) che secondo gli attivisti ha il problema di essere “un soggetto controllore molto meno potente di quello controllato. E infatti in alcuni casi, come sulla qualità della raccolta differenziata, possiamo solo fidarci dei dati raccolti e forniti da Hera”.

Per ascoltare il dibattito in consiglio comunale sulla delibera – e scoprire quali forze politiche la appoggeranno ufficialmente – occorrerà attendere la fine dell’estate, ma nel frattempo il prossimo appuntamento lanciato dal comitato è per mercoledì 20 giugno, ore 21, in via Ravenna 52.

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