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Gisberto Morselli e Marino Pedroni
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I ragazzi del campus del Collettivo Cinetico
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Teshigawara
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Batsheva (foto di Gadi Dagon)
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Cédric Charron
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Parsons Dance
Tre presenze internazionali eccellenti, l’apertura alla città e un focus sulla disabilità saranno i tre pilastri fondanti della nuova stagione di danza 2018-2019 del teatro Comunale di Ferrara che, però, sta attraversando un momento di profonda crisi, a partire dal crollo della vendita degli abbonamenti.
Ad esprimere il proprio “personale disappunto” per il fatto che “dopo decenni di investimenti sulla danza, la risposta da parte della città e delle sue istituzioni sia sorda” è Gisberto Morselli, direttore onorario del festival di danza contemporanea, che si dice “doppiamente preoccupato” perché “nonostante il budget risibile, si riesce a proporre compagnie importanti e a confermare una qualità riconosciuta a livello nazionale e all’estero ma non in casa nostra”.
Uno dei “problemi”, secondo il direttore Marino Pedroni, è la “presenza ridotta del balletto classico, apprezzato dal grande pubblico che invece trova di difficile lettura la danza contemporanea”. Un fenomeno “più acuto a Ferrara che altrove” rincara la dose Morselli, il quale con l’insediamento ormai dieci anni fa del Collettivo Cinetico sperava in una “maggiore partecipazione della città” e invece “la risposta è stata sconfortante”.
Un’analisi amara – condivisa dai rappresentanti delle associazioni culturali presenti in conferenza e pronti a offrire il proprio supporto per risolvere questa “scarsa risposta del pubblico a spettacoli veramente eccezionali” a partire dalla formazione nelle scuole – è scaturita durante la presentazione della nuova stagione di danza, che si aprirà il 16 ottobre con la prima nazionale in esclusiva di The idiot, ispirato all’opera omonima di Dostoevskij che vede in scena Saburo Teshigawara con la sua storica partner Rihoko Sato.
Novità anche la coreografia Last Work di Ohad Naharin presentata il 25 novembre dall’israeliana Batsheva Dance Company, oggi considerata una delle più importanti compagnie di danza del mondo, portata in città grazie al sostegno del Meis, dell’Ambasciata Israeliana e di alcuni contributi privati in un fil rouge dedicato alla danza israeliana. Per la prima volta a Ferrara verrà proposto il 13 e il 14 dicembre un lavoro di Jan Fabre, Attends, attends, attends… (pour mon père), interpretato da Cédric Charron in una riflessione sul complesso rapporto tra padri e figli.
Un altro elemento portante del festival è “l’apertura del Collettivo Cinetico ai luoghi non teatrali della città”, sottolinea la coreografa Francesca Pennini, di cui si avrà un’anticipazione alle 18.18 di venerdì con la performance sul listone “Come essere esattamente puntuali”, messa in scena dai quaranta giovani artisti che hanno appena terminato un campus di formazione.
La compagnia residente del Comunale affiancherà l’israeliano Sharon Fridman nel site specific Everything that will be is already there, in programma al Meis il 20 ottobre, e nel doppio spettacolo del 3 novembre con How to destroy your dance di Francesca Pennini e Dialogo primo: impatiens noli tangere di Sharon Fridman. Ancora da definire il luogo che dal 16 al 18 novembre ospiterà l’intervento U proposto da Margherita Elliot per un numero limitato di spettatori.
Il terzo elemento cardine è il progetto rivolto alla disabilità in collaborazione con La Società a Teatro che proporrà il risultato dell’esperienza pluriennale della coreografa Julie Ann Anzilotti condotta con giovani adulti con diverse abilità (Amore mio, 23 ottobre) e la ricerca di teatrodanza diretta da Antonio Viganò all’Accademia Arte della Diversità (Ali, 20 novembre).
Troveranno ancora spazio il consolidato Aterballetto che il 9 novembre presenterà la serata a doppio titolo Bach Project e la MM Contemporary Dance Company impegnata in 2 pièces su Schubert e Gershwin il 30 ottobre. Spazio anche alle compagnie emergenti come Olimpia Fortuni, impegnata il 4 dicembre nella prima assoluta di Do animals go to heaven? e Manfredi Perego, che presenterà la sua nuova creazione Labile Pangea il 5 dicembre.
La seconda parte della stagione alzerà il sipario il 19 gennaio con Tango glaciale Reloaded (riallestimento di un lavoro del 1982 di Mario Martone), il 31 gennaio con il debutto estense della Parsons Dance e il 28 febbraio per l’unico balletto classico de La bella addormentata rappresentata dal Balletto Yacobson di San Pietroburgo. Ultimo appuntamento – senza contare la moltitudine di attività collaterali tra proiezioni di film, incontri di approfondimento e workshop per studenti – il 24 marzo con la coreografa israeliana Sharon Eyal e il suo Ocd Love che racconta il bisogno di amore espresso dallo sguardo di chi soffre di disturbi ossessivo compulsivi.
Al via la vendita degli abbonamenti nelle formule Completo (10 spettacoli) e Carnet (4 spettacoli a scelta) e della proposta Dance Academy riservata alle scuole di danza (comprendente 4 titoli e 2 workshop) per cercare di risvegliare l’attenzione della città estense sulla danza, in tutte le sue forme.
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