Il miracolo della riapertura delle scuole
Lunedì si ripeterà il miracolo della riapertura delle scuole anche nella nostra città. Da un po’ di anni quando si arriva a questa scadenza rimango stupefatto che si riesca davvero a riaprire
Lunedì si ripeterà il miracolo della riapertura delle scuole anche nella nostra città. Da un po’ di anni quando si arriva a questa scadenza rimango stupefatto che si riesca davvero a riaprire
Il Centro, che dal suo avvio offre supporto legale, psicologico, lavorativo, orientamento ai servizi sociosanitari e all’autonomia abitativa, grazie al partenariato con il Centro Donna Giustizia e il Centro Ascolto Uomini Maltrattanti, ha integrato le proprie attività
È stato finanziato il progetto Giocare con le parole di Caritas Ferrara, che venerdì 5 settembre ha portato all’inaugurazione di una biblioteca per i più piccoli in viale Po 8
Presso l’Aula Magna della Città del Ragazzo di Ferrara, lo scorso 10 settembre si è svolto il convegno “Autismo e Lavoro: il valore dell’inclusione”
Si è tenuto un tavolo di confronto operativo che ha visto la partecipazione attiva delle associazioni di categoria, degli organizzatori della Fiera nazionale "WoW - Work on Work" e di Sipro
Teatro, ballo e musica per riflettere su un “fenomeno subdolo in costante aumento”. È il linguaggio espressivo di forte impatto scelto dagli studenti per rappresentare la violenza sulle donne, in uno spettacolo emozionante che ha “colto perfettamente i tanti segni premonitori prima che avvenga il fatto cruento” spiega il questore Giancarlo Pallini che ha organizzato una mattinata di sensibilizzazione alla caserma Bevilacqua per “seminare maggior consapevolezza giorno per giorno, anche attraverso la campagna di polizia ‘Questo non è amore’, per ottenere risultati nei prossimi anni”.
I protagonisti dell’iniziativa – che ha richiamato autorità, direttori scolastici e associazioni operanti in questo specifico settore – sono stati i ragazzi della 3^ G del liceo Carducci che, come spiegato dalla dirigente Licia Pivia, “sono rimasti colpiti dall’incontro con il questore lo scorso 25 novembre e hanno lavorato su una rappresentazione teatrale che potesse unire il progetto scolastico di musica e spettacolo all’apprendimento di scienze umane, diritto, economia e studi sociali”.
Ne esce una sorta di angosciante fiaba intitolata “Il fragile silenzio di chi ha coraggio” e dedicata a una principessa che, sotto l’incantesimo del suo principe violento, viene poco a poco privata della sua libertà, fino ad essere rinchiusa nel castello, umiliata e picchiata ripetutamente, diventando impotente e succube nei confronti di chi le aveva promesso amore eterno. C’è voluto tempo, e coraggio, per spezzare il maleficio, trovare la forza di dire basta e sporgere denuncia per violenza domestica.
“Sono storie pesanti che viviamo spesso al centro antiviolenza – conferma Monica Borghi, psicologa-psicoterapeuta e responsabile del progetto “Uscire dalla violenza” del Centro Donna Giustizia -. Ogni anno il numero di donne che subiscono violenza cresce: erano 256 nel 2016, 273 nel 2017, di cui 162 italiane e 111 straniere, spesso accompagnate dai bambini che assistono alla violenza, ma crediamo che il numero sia notevolmente maggiore. Secondo un’indagine Istat risalente al 2014 una donna su tre subisce una qualche forma di violenza e il fenomeno non accenna a diminuire: abbiamo aperto anche un’altra casa rifugio nel distretto sud est”.
“L’attenzione alla violenza contro le donne è una nostra priorità – aggiunge l’assessore Chiara Sapigni – anche attraverso gli incontri nelle scuole e nelle strutture sociali e sanitarie, per continuare a difendere la dignità delle donne e dei minori che non possono e non devono affrontare questo problema da soli ma appoggiarsi alla rete provinciale”.
Una rete che coinvolge anche “Luna Blu -Unità di strada prostituzione e invisibile” rappresentata da Eleonora Telloli, ostetrica e coordinatrice del progetto, che concentra la sua riflessione sulla cittadinanza che diventa “elemento di selezione e controllo”, con il rischio di “non accedere ai servizi e vedersi negati i diritti”, in particolare quando si è “donne migranti”.
Violenza subita, certo, ma anche agita. E in questo senso diventa di assoluta rilevanza il ruolo del Centro di ascolto degli uomini maltrattanti che si occupa proprio degli uomini che agiscono violenza. “Prima di tutto, per contrastare la violenza, bisogna partire dal cambiamento maschile – commenta il presidente Michele Poli -: un cambiamento personale che può e deve diventare un cambiamento sociale per abbattere il patriarcato che vuole il maschio violento per cultura. L’anno scorso abbiamo seguito una quarantina di uomini maltrattanti per evitare ricadute e stiamo per attivare un gruppo di minorenni che hanno agito violenza perché l’impegno per il cambiamento parte fin da ragazzi”.
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