Riva del Po
13 Aprile 2018
Il consigliere berrese dice addio al partito e attacca: “Manca confronto e qualcuno è affetto da manie circensi”. L'ex presidente federale Alessandri: “Anche a Ferrara continua l'annientamento territoriale”

Lega. Bigoni: “Espulsione ingiusta, ma non farò ricorso”. E attacca

di Daniele Oppo | 3 min

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Berra. “È un provvedimento disciplinare ingiusto, perché la mancanza primaria è stata una mancata condivisione all’interno. Poi la gente scoppia: c’è un malessere di fondo sotto. E ora in questo territorio non c’è più nessun rappresentante della Lega nei posti istituzionali che erano stati conquistati, è un paradosso voluto dalla dirigenza”.

Stefano Bigoni, consigliere comunale di Berra, ha deciso che non farà ricorso contro la decisione che il direttivo provinciale di Ferrara e quello nazionale di Reggio Emilia hanno presso nei suoi confronti: l’espulsione dalla Lega: “Se per due volte hanno deciso così, non credo che al federale, dove non conoscono le cose del territorio, cambino idea”.

La sua colpa è stata quella di mostrare perplessità sulla svolta politica della Lega, che da partito del Nord si è trasformata in partito nazionale-nazionalista e, soprattutto, di averlo fatto su Faceboook. “Riconosco di aver sbagliato a farlo così, ma la responsabilità e non aver dato la possibilità di esprimere le perplessità agli organi più vicini e poi al provinciale. Le nuove linee del partito si possono accettare, il risultato d’altronde ha dato ragione a Salvini, però la nuova politica deve essere spiegata e questo è mancato”. Da qui lo sfogo su Facebook, che ha radici più risalenti, a quando “venni sospeso per tre mesi nel periodo del congresso, per aver messo dei ‘mi piace’ su Facebook ad alcuni post o commenti, proprio quando avevo dato la mia disponibilità per fare il segretario a Copparo”. Area dove, dice Bigoni, “avevamo 15 militanti pronti all’ingresso: qui dovevano nascere le sezioni di Formignana, Berra oltre che di Copparo, e dei Giovani Padani. Cambiata la segreteria, non c’è più niente di tutto questo”.

La critica al direttivo provinciale non lesina un attacco al segretario di Ferrara, Nicola Lodi, e a quel ‘nuovo’ modo di fare politica sul territorio che già portò all’uscita dell’ex segretario Cattaruzza De Lugan – “ero nel direttivo, allora, con lui abbiamo perso una risorsa, in quel periodo sono stati fatti degli errori”, afferma Bigoni – e che il militante neo-espulso sembra mal digerire: “Qualcuno è affetto da manie circensi, come il segretario di sezione. Penso che la politica urlata non paghi, poi fatta in quella maniera lì…”

A dargli manforte c’è anche Angelo Alessandri, ex deputato, già segretario nazionale della Lega Nord Emilia, presidente federale del partito, dal quale si dimise nel 2012 in contrasto con la nuova linea di Roberto Maroni, oggi fondatore del partito Grande Nord. “Apprendo che anche a Ferrara, come in altre province, continua la miope e dannosa opera di annientamento territoriale che fu costruito con tanta fatica negli anni scorsi – afferma in una nota -. Sempre più orientati verso consensi solo mediatici e per lo più nazionali, figli di slogan e presenze televisive, da qualche tempo in diverse zone dell’Emilia anche la Lega ormai lascia svuotare il
territorio espellendo o allontanando esponenti storici della lunga cavalcata leghista in terra di confine. Noi invece siamo convinti che dopo questa ubriacatura mediatica (con tifo da stadio) sia necessario tornare al rapporto tra territorio ed elettori che tutti troppo frettolosamente stanno buttando nel secchio e incoscientemente così facendo buttano via importanti risorse
e capacità: si dovrà tornare all’esigenza del rapporto diretto con i Comuni. Gente come Stefano Bigoni (e molti altri) non possono essere un “fastidio” da rimuovere (spesso solo con pretesti quasi ridicoli) ma valori importanti e basi su cui crescere dispiace e lascia un certo
amaro in gola vedere con quanta facilità si butta via tutto”.

 

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