Politica
15 Marzo 2018
Cambiamento di orari, location e associazioni. Maisto: "Non coinvolgere i giovani è stato un errore, si cambia approccio"

Movida On, secondo round dopo il flop

di Elisa Fornasini | 3 min

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L’amministrazione incassa il flop di Movida On ma non demorde e prepara l’edizione primaverile con alcuni cambiamenti rispetto alle prime sette serate invernali che hanno richiamato davvero pochi giovani in piazza. Variazioni negli orari (non più dalle 21 ma dalle 22 in poi, sempre al mercoledì) e nelle location (oltre a piazza Municipale, piazza Repubblica e il listone, si aggiungono via Carlo Mayr, San Romano, Saraceno, Contrari e piazzetta Sant’Anna) per il secondo round dall’11 aprile al 6 giugno.

Ampliamento anche nella platea di associazioni che riceveranno i contributi comunali, tra cui l’Associazione Musicisti di Ferrara, conservatorio Frescobaldi, Musijam, Banda Ariosto, coro San Gregorio Magno e gruppi sportivi, alcune contattate direttamente dall’amministrazione e altre che si sono autocandidate. L’attuale finanziamento si aggira intorno ai 7-8mila euro, a cui si aggiungono i 6mila già concessi all’Amf e la coda della tranche precedente erogata a Ferrara Off, Gruppo del Tasso e Uisp.

Non è stato un successo ma non parlerei di fallimento – mette subito le mani avanti il vicesindaco Massimo Maisto in commissione consiliare -: si tratta di un progetto sperimentale che ha bisogno di cambiamenti organizzativi, comunicativi e di approccio dopo le polemiche che hanno dipinto la manifestazione come una ‘mafia dell’associazionismo‘. Certo la partecipazione non è stata numerosa ma gridare allo scandalo degli ‘amici degli amici’ sui giornali ha scoraggiato le stesse associazioni”.

In questo quadro di “luci e ombre”, Maisto ammette gli sbagli compiuti – “mi assumo le mie responsabilità: non coinvolgere le associazioni giovanili è stato un errore” – ma guarda anche al futuro: “La movida è in continuo cambiamento, ultimamente si è spostata dal Duomo verso Carlo Mayr, intanto con le risorse rimaste (10-12mila euro) stiamo ragionando sulla versione invernale, spalmata su più giorni con musica dal vivo negli spazi chiusi“.

La parola d’ordine è quindi più partecipazione. “La comunicazione sarà gestita all’interno con Promeco ma puntiamo sul coinvolgimento dal basso per portare nuovo pubblico” confida il vicesindaco con già il mano la bozza di programma, comunque “aperto a un incontro con la parte universitaria, anche se l’identificazione movida-università è parzialmente sbagliata”.

Chiamato in causa, Alessandro Balboni, consigliere comunale FdI e presidente del consiglio degli studenti Unife, non si sottrae al suo compito: “L’iniziativa non ha funzionato perché gli studenti non sono stati sentiti, le associazioni studentesche sono state ignorate, e il risultato è che l’investimento economico ha prodotto effetti pari a zero, con una media di 5-8 persone di età abbastanza alta. I ragazzi sanno come divertirsi, non hanno bisogno di essere indirizzati ma di infrastrutture come bagni pubblici, cestini e maggiore presenza delle forze dell’ordine perché se li metti nella facoltà di essere civili, lo sono”.

Il più agguerrito è Matteo Fornasini (FI), “fin da subito critico sull’assegnazione diretta di risorse pubbliche ai soliti noti (20mila euro all’anno per 3 anni, per i quali aveva preparato un esposto all’Anticorruzione, ndr) senza il coinvolgimento degli studenti, delle associazioni di categoria e dei gestori dei locali, magari attraverso un concorso di idee perché anche solo un euro speso male viene tolto alla comunità”.

Anche il M5S non si sottrae alle critiche – per Lorenzo Marcucci le modifiche sono “limitate”, per Claudio Fochi occorre “spalmare gli eventi su più serate” – mentre Francesco Rendine (Gol) punta il dito contro la “mancanza di aggregazione: i giovani non vogliono canti e poesie ma l’interazione tra loro, giocando a scacchi, tombola e trionfo“.

Se la proposta di una tombolata sul listone fa sorridere, l’ultimo intervento di replica spetta a Maisto: “Movida On non vuole insegnare nessuno su come divertirsi educatamente in piazza, è una bella vetrina per l’associazionismo ferrarese, a volte troppo piccolo per poter partecipare ai bandi, e un’occasione per il centro per poter scegliere offerte culturali diverse. Senza sperimentazione si farebbero sempre le stesse cose e non ci sarebbero i Buskers, Internazionale o Ferrara Arte. Per i bagni pubblici, ci sono ma non so quando verranno aperti perché un bagno presidiato costa più dei Buskers”.

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