Politica
7 Marzo 2018
Il segretario in vista delle amministrative: "C'è bisogno di una proposta innovativa". Tutti chiedono "più umiltà e meno supponenza"

Sconfitta Pd. Vitellio: “Lavorare per acquisire credibilità”. Maisto: “Renzi pagato a caro prezzo”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Il risultato della “pagata” del Pd alle elezioni era già nell’aria ben prima del 4 marzo e ora, dopo la schiacciante sconfitta, è il momento della riflessione e della ricostruzione del partito. È il commento praticamente unanime degli esponenti dem del territorio ferrarese, a partire dal segretario provinciale Luigi Vitellio che non naviga in acque sicure dopo la richiesta di dimissioni da parte di Luigi Marattin.

Se Vitellio non si lascia scucire una replica al consigliere economico di palazzo Chigi, si dice invece pronto a ripartire con “umiltà e concretezza” sui temi di questa campagna elettorale tra immigrazione, sicurezza e Carife. “Le proposte fatte dagli altri schieramenti sono risultate più credibili delle nostre, un importante elemento di valutazione su cui bisogna ragionare per riacquisire credibilità“.

A livello nazionale, “ora ci aspetta l’opposizione senza pensare di essere stampelle ma verificare con attenzione e responsabilità che vengano portate avanti le cose iniziate dal governo, in primis il fondo per gli azionisti Carife” commenta il segretario, che preferirebbe “si iniziasse a parlare di più della formazione del governo e non del Pd”.

Ma intanto, in vista delle amministrative del prossimo anno, “c’è bisogno di costruire una proposta innovativa in tutti i Comuni dove andremo al voto, che sappia tenere conto dei nuovi temi emersi  e che faccia riacquistare credibilità a Ferrara perché il Pd c’è ancora, non è scomparso ed è pronto a migliorare la sua offerta politica”.

La riflessione del vicesindaco Massimo Maisto – dopo l’ammissione di aver “preso una pagata senza precedenti nella storia della sinistra prima e del centro sinistra poi” – si concentra di più sulle dimissioni di Renzi. “In questo scontro tra renziani, uno dei pochi che ha fatto il congresso meno di un anno fa non appoggiando Renzi sono stato io – ricorda Maisto -, non per antipatia ma perché sapevo in tempi non sospetti che era una scelta sbagliata che ci avrebbe portato alla debacle. Ricandidare Renzi dopo il referendum è stato un errore pagato a caro prezzo, anche se la colpa non è solo sua ma a cascata di tutti i gruppi dirigenti. Spero che il prossimo segretario unisca invece di dividere”.

Mentre c’è la curiosità di “vedere all’opera chi ha fatto solo promesse che credo non riusciranno a mantenere“, “a noi di sinistra – prosegue il vicesindaco – spetta un lungo lavoro di riflessione per capire dove non abbiamo risposto ai problemi degli italiani e per prepararsi a stare all’opposizione”. Un tema non scontato: “Per portare a casa dei contenuti non è necessario stare al governo a tutti i costi, questa idea ci ha fatto così male in questi anni”. Sulle amministrative “è troppo presto per parlarne, ognuno risponderà di quello che ha fatto in una disfatta che non riguarda solo Ferrara ma tutta la nazione”.

Se si votasse oggi alle comunali, Copparo passerebbe da roccaforte Pd a baluardo M5S. “Dal dopoguerra ad oggi è la sconfitta più cocente per la sinistra, c’era il sentore ma non pensavo così forte e radicale” confessa il sindaco Nicola Rossi che impone una riflessione sugli “errori oggettivi in provincia di Ferrara, dalla gestione non adeguata dell’immigrazione al caso Carife”. A livello nazionale, auspica le “dimissioni definitive, non a tempo, di Renzi perché aspettare la formazione del governo solo per metterci del suo in tema alleanze non ha senso”.

“Ora invece parlo da sindaco – aggiunge Rossi -: sono preoccupato per le elezioni del 2019. La speranza è di individuare persone che diano sicurezza in termini di continuità, se questo vuol dire fare alleanze e cercare soggetti della società civile disponibili lo faremo. Anche perché il segnale di insicurezza e di protesta deve essere coadiuvato dalla capacità di governare: i sindaci capaci che sono usciti dal movimento (vedi Comacchio e Parma) non ci rassicurano più di tanto”.

Sorprende anche Ostellato, dove Andrea Marchi prese oltre l’88% di preferenze quattro anni fa mentre ora la Lega sarebbe prima con 1.021 voti (27,86%). “Dal punto di vista generale c’è stata una scelta precisa e netta degli elettori, dettata dal fatto che non siamo riusciti a intercettare le istanze dei cittadini – commenta il sindaco -. Il governo del Pd negli ultimi anni su alcuni temi, primo fra tutti la gestione dell’immigrazione, ha mandato messaggi non corretti e di sottovalutazione del problema”.

“Occorre ripartire con più umiltà, atteggiamento spesso mancato in qualche dirigente, e meno supponenza nei confronti dei cittadini – assicura Marchi -. A questo va aggiunta una valutazione ampia e profonda sull’esigenza di un riammodernamento della classe dirigente. Da qui a un anno abbiamo una scadenza importante. Dobbiamo verificare se siamo attrezzati in modo adeguato, sia sotto il profilo degli uomini che della organizzazione. Credo che serva un atteggiamento più aderente alla realtà per il bene di tutti” ribadisce il sindaco che, per quanto riguarda l’88% di preferenze, “come allora non ho mai avuto la pretesa di prendermi il merito sulla mia persona, ora non posso dire che si è avvertita l’assenza di una figura in cui il territorio si potesse riconoscere. I meccanismi del voto nazionale e di quello amministrativi seguono da sempre dinamiche diverse”.

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