Politica
7 Marzo 2018
L'analisi del dopo voto e lo scenario delle amministrative: "L'opposizione dà per scontato il risultato, ma siamo impegnati a dare un segnale diametralmente opposto"

Elezioni. Tagliani le colpe del Pd e l'”investimento politico-mediatico della Lega”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

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“La sconfitta importante del Pd è una circostanza evidente e non eludibile, ma ce l’abbiamo messa tutta per metterci in queste condizioni”. È un’analisi che non fa sconti al suo stesso partito quella del sindaco Tiziano Tagliani, che dopo la debacle delle elezioni punta il dito contro le scelte del Partito Democratico a livello nazionale e, a livello locale, contro la campagna mediatica della Lega Nord che a suo dire aveva il preciso compito di affossare Ferrara per preparare il terreno per la conquista delle camicie verdi.

“Innanzitutto abbiamo scelto una legge elettorale che premia le coalizioni mentre noi, tranne il contributo della Bonino, abbiamo corso da soli – spiega Tagliani -. Questa esperienza ci insegna che le divisioni fanno più male a noi che agli altri: il centrodestra, pur avendo visioni opposte su diversi temi, riesce a stare insieme a scopi strumentali mentre noi siamo contenti di dividerci alla vigilia delle elezioni”.

Un crollo, quello democratico, in parte pronosticato. “Ce lo aspettavamo ma il risultato sulla carta del sistema uninominale è stato molto più penalizzante del previsto” prosegue il sindaco che parla di aver “pagato un prezzo politico evidente” sia in ambito nazionale – “avendo governato nella prima parte della legislatura col centrodestra facendoci carico di trovare una maggioranza parlamentare che non c’era”, specie per quanto riguarda “i provvedimenti per uscire dalla crisi e per governare l’immigrazione” – sia locale, “la cui circostanza più significativa è la cessione della Carife“.

Il tema più caldo, oltre al risparmio tradito, riguarda però la gestione di sicurezza e immigrazione. Se il Pd “ha retto in maniera robusta a Reggio e Modena dove la percentuale di immigrati è il doppio che a Ferrara”, il primo cittadino non nasconde “le lacune della politica che prima di Minniti ha sottostimato il problema della fase successiva all’accoglienza, lasciando in strada centinaia di persone che vivono di espedienti e che la gente percepisce come elementi di insicurezza”.

“Altro tema su Ferrara – analizza Tagliani – è che la Lega ha fatto del nostro territorio un obiettivo politico. La scelta di Alan Fabbri di occupare la provincia ha portato a un investimento politico e mediatico della Lega di sbarcare in questa realtà” nota il sindaco che in questa “concentrazione di risorse” porta ad esempio “le trasmissioni di Rete 4 sul Palaspecchi” e gli “interventi su Gorino e Gaibanella”; “azioni che non mettono rimedi agli errori ma che hanno avuto grande risalto mediatico”, mentre “nessuno parla di Pontelagoscuro dove sono ospitate decine di migranti, perché non ha mai dato problemi”.

Il pensiero è già inevitabilmente rivolto alle amministrative del 2019. “Sono contento che le nostre opposizioni diano già per scontato il risultato perché siamo fortemente impegnati a dare un segnale diametralmente opposto“. Ma come riacquistare la fiducia in un territorio che sembra averla persa? “Bisogna valorizzare le cose che abbiamo fatto e non lasciarle in mano agli altri, bisogna cercare alleati all’interno della società civile ferrarese e nel mondo dei media per comunicare all’esterno aspetti importanti che trovano poco riscontro nell’opinione pubblica tra cui le scuole che funzionano, i servizi per anziani, l’interesse delle imprese straniere che vengono a investire sul territorio, il tessuto del centro che registra incremento di turisti, la sistemazione del centro e delle periferie, gli investimenti che creano lavoro”.

Insomma, dare un’immagine più positiva della città. Che diventa ancora più difficile se il consigliere economico di palazzo Chigi, Luigi Marattin, arriva a chiedere le dimissioni del segretario Luigi Vitellio. “Credo che il dibattito interno debba rimanere interno – replica Tagliani -, chi trasferisce le problematiche del Pd fuori non ha a cuore il risultato. Non fa bene che gli elettori ci percepiscano come quattro gatti in un sacco, rende il partito difficilmente credibile”. E a screditare l’amministrazione ci pensa già il leghista Nicola ‘Naomo’ Lodi che ha interrotto il consiglio comunale con il suo siparietto. “E io che pensavo portasse le valige…” ironizza Tagliani prima di rientrare in consiglio per discutere il derivato Dexia.

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