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26 Febbraio 2018
Treviso è stata scelta dal Musée Rodin di Parigi per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo centenario della scomparsa dell'artista

Rodin. Un grande sculture al tempo di Monet

di Paola Forlani | 5 min

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«Solo». Ѐ come un grande ruggito muto, un colpo strappato di gong primordiale, tellurico, da sinfonia mahleriana, lo scultoreo attributo inaugurale, con cui il poeta Rainer Maria Rilke si accosta al suo «Caro, grande Maestro», Auguste Rodin, e schiude la palpebra palpitante della sua devota disanima innamorata.

Treviso è stata scelta dal Musée Rodin di Parigi per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo centenario della scomparsa di Auguste Rodin (1840 – 1917), completando così il programma di grandi esposizioni che quest’anno ha già coinvolto tra gli altri il Grande Palais a Parigi e il Metropolitan a New York. Mostra quella nel Museo Santa Caterina, aperta fino al 3 giugno 2018 (catalogo Linea D’ombra), promossa dal Comune di Treviso e da Linea d’Ombra, a cura di Marco Goldin.

In Santa Caterina sono state riunite oltre una settantina di opere – compresi i capolavori fondamentali – di Auguste Rodin. In un opportuno confronto tra sculture, anche di grandi dimensioni, e disegni. Perché, come noto, Rodin iniziò il suo percorso artistico frequentando la Petite Ѐcole, dove studiò soprattutto disegno, avvicinandosi poi alla scultura.

Per questa ampia rassegna sono presenti 50 sculture e 23 opere su carta. Tra le prime si possono ammirare i capolavori più noti dello sculture. Dal Bacio, al Pensatore, al Monumento a Balzac, all’ Uomo dal naso rotto, all’Età del bronzo, sino alle maquette, spesso comunque di vasto formato, delle opere monumentali, ovviamente intrasportabili o mai completate. I Borghesi di Calais e la Porta dell’inferno, fra le tante. A essere rappresentate a Santa Caterina sono tutte le tappe del percorso artistico dello sculture, percorso che mette in evidenza il suo fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale italiana. Così come la capacità di Rodin di trasformare la materia, rendendo morbido, sensuale, vibrante il marmo non meno che il gesso, prima delle fusioni in bronzo.

Il percorso inizia con il Ritratto di Auguste Rodin, 1888-1889 di Camille Claudel, sorella maggiore del famoso poeta Paul. Camille divenne allieva di Rodin nel 1883. Sarà poi sua modella e amante per più di dieci anni – e poserà tanto per ritratti quanto per disegni erotici, in un periodo particolarmente felice in cui i due scultori si influenzavano a vicenda.

Segue L’Età del Bronzo, lavoro importante che rappresenta la conclusione di un lungo periodo di formazione, di lotte e di ricerche da parte di Rodin.

Il Torso dello studio per San Giovanni Battista detto Torso di uomo che cammina, realizzato l’anno successivo all’Età del Bronzo, Rodin decise di lavorare su dimensioni più grandi di quelle naturali, per fugare qualsiasi accusa di calco dal vero.

Dopo oltre vent’anni Rodin compie un’altra operazione di riutilizzo e assemblaggio: sulle gambe del Giovanni Battista inserisce un busto acefalo, senza braccia, realizzato probabilmente verso il 1878-1879: nasce così Uomo che cammina.

In ambito italiano, la scultura di Rodin suggerì spunti, in particolare agli artisti futuristi. Quando nella primavera del 1913 Umberto Boccioni si propose di dimostrare la grande capacità d’invenzione e di rinnovamento della scultura futurista si misurò proprio con il tema classico del nudo maschile in movimento; il suo Forme uniche della continuità nello spazio, nel rappresentare simbolicamente il movimento e la fluidità, è con ogni probabilità debitore anche a Uomo che cammina, che l’artista ebbe modo di vedere in occasione dell’Esposizione universale del 1911 a Roma, nei giardini di Palazzo Farnese.

Il Bacio 1881 – 1882 ( gesso e logo della mostra) è ispirato al canto V dell’Inferno. Nel secondo girone dell’universo dantesco, errano in balia del vento Paolo Malatesta e Francesca da Rimini che si erano innamorati leggendo romanzi dell’amor cortese. Mentre si scambiavano il primo bacio, furono sorpresi da Gianciotto, marito di Francesca, che li pugnalò. Nel Bacio la posizione e la plasticità delle mani esprimono l’intimità della coppia. Un uomo posa delicatamente la mano sulla coscia di una giovane donna con un contatto lieve che si trasforma in un gesto di grande delicatezza amorosa. Così il poeta Ranier Maria Rilke, che per alcuni anni fu il segretario di Rodin, lo commentò:<< La mano che si posa sulla coscia di un altro corpo non è più soltanto di colui cui appartiene>>.
Nel 1880 il ministro della pubblica istruzione francese diede a Rodin, l’incarico di realizzare una porta bronzea, destinata al museo delle Arti Decorative, che s’intendeva costruire a Parigi. La scelta del soggetto fu – la rappresentazione a bassorilievo di alcuni episodi della Divina Commedia di Dante Alighieri e, in particolare, ricadde sulla Cantica che più Rodin sentiva vicina alla propria sensibilità, l’Inferno, anche se con il progredire degli studi si affollarono progressivamente altre figure spesso estranee al testo dantesco, a rappresentare il dolore fisico e la disperazione delle anime dannate, con le quali Rodin intendeva rendere l’atmosfera emotiva dell’Inferno. In mostra La Porta dell’Inferno, è rappresentato dal terzo bozzetto in bronzo (1880 – 1881). Dopo aver pensato di collocare davanti alla Porta dell’Inferno un Dante vestito con abiti medievali Rodin si orientò verso un altro Pensatore-Poeta, un nudo seduto su una roccia, che pose, in un primo momento, al centro del timpano della Porta; in questa forma, dall’alto domina l’universo infernale alla maniera di un demiurgo che medita sulla propria opera. In mostra la statua monumentale del Pensatore è presente nella imponente versione in gesso. Accanto spicca la tela di Edvard Munch Il pensatore di Rodin nel parco del dottor Linde a Lubecca, 1907. Munch e Rodin due grandi artisti che, più di ogni altro, avrebbero lasciato la loro traccia nel futuro.

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