Lettere al Direttore
25 Febbraio 2018

Rivotare solo il meglio

di Daniele Oppo | 3 min

Il ministro in carica dei Beni e Attività Culturali con l’approssimarsi delle elezioni non resiste al felice richiamo ancestrale del collegio elettorale natio. Per fortuna cittadina. Pare, dalle cronache locali, che risulti più facondo di un mediatore di cammelli alla fiera di Pushkar. Chissà se in questa allegra full immersion gli capiti di rievocare il riuscitissimo tiro burlone alla Siberiana, il chiosco chiuso per ignobile accostamento al muretto di cinta posticcio di viale IV Novembre. Visto che in Comune e ai Beni Culturali continuano a benedire il nuovo bunker distante 10 metri dal cinquecentesco baluardo di S. Lorenzo e le villette postmoderne dirimpettaie alle mura autentiche di Alfonso d’Este, lo scherzo è riuscito proprio bene.

D’altronde non c’è niente di strano nei tiri burloni a Ferrara. Sono peculiarità comunali. Per quale motivo hanno messo un inceneritore a 5 km dal Duomo e deportato a 10 km l’arcispedale cittadino, in piena camporella? Per pubblico decoro. Sennò come si riusciva a mandare tre volte al giorno in autobus le badanti a dar da mangiare ai loro vecchietti ricoverati? Quelle testone volevano sempre andarci in bicicletta e lasciavano in Giovecca inverecondi assembramenti di bici che fanno tanto pusher. È lo stesso divertente decoro favorito dalla calotta Heriana che incita alle discariche a cielo aperto in centro storico. Il cassonetto calottato è più stimolante di un’intera rivendita di scherzi da carnevale. Peccato che a Bologna non sappiano cosa sia: in centro storico fanno la raccolta porta a porta. Ma Hera è di Bologna. Si sa, nessuno è profeta in patria. E poi a Bologna non hanno mica dei maghi dell’umorismo come Franceschini e Tagliani.

Possiamo non apprezzare lo stadio comunale conservato argutamente entro mura invece di spostarlo a dieci parasanghe? Ad ogni partita c’è un intero quartiere blindato, circondato da reparti di polizia antisommossa per confinare lì eventuali sprangate ultras, e i suoi abitanti per mezza giornata è meglio che cambino aria. A piedi, però, che in macchina non si passa. Così la salute ci guadagna. E anche il buon umore in Comune, che con tanta vivacità in GAD non si potrà certo dire che a Ferrara la luna è spenta.
Bisogna notare anche che il titolare dei Beni Culturali, in quanto tale, non si limita a fare insieme l’avvocato, il dirigente di partito, il parlamentare, il ministro, il padre di famiglia: non mancando di humor nel frattempo scrive anche libri. La tipica attività dei momenti liberi di qualità, mica i bunga-bunga. Poi i libri vanno presentati nelle librerie ai lettori-elettori fidelizzati. È classe, questa. Non ci meraviglieremo se prima o poi vorrà pubblicare anche un’opera sinfonica. Ma dobbiamo dargliene l’opportunità e la motivazione. Rivotandolo, rieleggendolo. Non è possibile farne a meno.

Paolo Giardini

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