Mesola
10 Gennaio 2018
E' stata scoperta dalla Polizia provinciale in un'area tra Mesola e Goro. Due le persone denunciate

Sequestrata maxi discarica abusiva con amianto

di Mauro Alvoni | 3 min

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Mesola. L’hanno chiamata operazione “Black Hole”, un “buco nero” dentro al quale finivano rifiuti di ogni genere, comprese pericolose lastre in fibrocemento contenenti minerali del gruppo dell’amianto. Il “buco nero” non era altro che uno scavo di notevoli dimensioni scoperto dalla Polizia provinciale nell’area cortiliva di un’abitazione tra i Comuni di Mesola e Goro, il quale veniva riempito di rifiuti provenienti in gran parte da attività di demolizione e costruzione, per poi essere ricoperto nuovamente di terra.

Un’attività di gestione rifiuti non autorizzata per la quale sono state denunciate due persone, i proprietari dei terreni. Del reato, che prevede l’arresto da 6 mesi a 2 anni e un’ammenda da 2.600 a 26.000 euro, dovranno rispondere B.E. di 87 anni e S.P. di 49 anni, entrambi residenti in priovincia di Ferrara.

Come riferito adl comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli, la scoperta è nata durante i consueti controlli notturni per il contrasto alla caccia di frodo, quando una pattuglia ha notato un grande cumulo di sabbia accanto a uno scavo di circa 30 metri per 6 metri e profondo 4,5 metri. Tornati sul posto nei giorni successivi, gli agenti hanno constatato che quel grande buco era stato ricoperto. “All’inizio gli agenti avevano visto solo alcune lastre nei pressi dello scavo – spiega Castagnoli – mentre tre notti dopo le lastre erano scomparse e lo scavo coperto. Abbiamo quindi fatto due più due e chiesto un intervento autorizzato al sostituto procuratore, Ombretta Volta”. L’autorità giudiziaria ha quindi emesso un decreto di ispezione-perquisizione che ha portato alla scoperta della discarica abusiva e al sequestro di un’area di complessivi 300 metri quadri, costituita da quattro porzioni di terreno tra i territori di Mesola e Goro.

“Siamo tornati sul posto con un escavatore – aggiunge Castagnoli – e abbiamo estratto di tutto”. All’interno dello scavo sono stati infatti trovati rifiuti come pietrisco e piastrelle, colonne in cemento armato, centinaia di archetti in plastica per uso agricolo, teli in plastica, parti di lamiera e grondaie, una grande lastra di cemento, onduline in plastica, oltre a una grossa botte in cemento e telo catramato in fogli utilizzato per l’impermeabilizzazione delle sponde dei canali di cemento. Dalle lastre in fibrocemento trovate è stato prelevato un campione e inviato ad Arpae per gli accertamenti: le analisi hanno rilevato la presenza del crisotilo, un minerale del gruppo dell’amianto altamente cancerogeno. Nell’area circostante, di cui sono state seqeustrate tre porzioni, è stata inoltre accertata la presenza di altri rifiuti sempre provenienti da demolizioni e costruzioni, oltre a tombini in cemento, lamiera per grondaie e alcuni frammenti di lastre in fibrocemento, alcune pedane in legno con appoggiati fusti in metallo da 200 litri, di cui sei presumibilmente contenenti olio esausto (poichè non è stato possibile aprirli), taniche contenenti una sostanza oleosa maleodorante (in parte percolata) e una cinquantina di lastre in fibrocemento.

“Oltre alla violazione di carattere ambientale – ha commentato il presidente della Provincia, Tiziano Tagliani – risulterebbe essere un modo per risparmiare sul corretto smaltimento dei rifiuti: c’è chi sta sul mercato seguendo le regole e chi invece no. Merito comunque alla Polizia provinciale e a questa operazione che nasce dal costante presidio del territorio, anche in orari notturni, nonostante l’esiguità degli agenti in forza alla Polizia provinciale”.

Ora Arpae e Comune di Mesola dovranno fornire indicazioni ai proprietari sulle modalità di bonifica dei terreni.

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