Lettere al Direttore
10 Gennaio 2018

Macroindignazioni

di Mauro Alvoni | 2 min

Con inesorabile certezza, ad ogni inizio di anno nuovo arriva una stangata sulle bollette. Infatti con le tariffe scattate ineluttabilmente il primo di gennaio nel 2018 la famiglia tipo registrerà un incremento del +5,3% per le forniture elettriche e del +5% per quelle gas. Anche i pedaggi autostradali sono aumentati: +1,51% ai nostri caselli. Poi, sulla tassa rifiuti, gli aumenti appioppati nel 2018 ai ferraresi saranno addirittura favolosi per le filantropiche decisioni di Hera. Grazie alla sua fantastica attrezzatura tecnoillogica, prima o poi arriva il momento in cui calottando pattume ogni conferimento costerà più di un cappuccino ordinato al bar. La sperequazione non passerà inosservata ai baristi: il servizio completo di un cappuccino offre una qualità igienica e organolettica infinitamente superiore al mezzo servizio di Hera che obbliga ad azionare a mano una leva lurida. Quindi, restando in tema, un altro aumento è in vista.

Tutto sommato, però, a Ferrara l’insieme non è avvertito come una gran vessazione: un mezzo migliaio di euro in più all’anno è un fastidio ricorrente, rientra nell’alto tasso di sopportazione vigente che consentirebbe al sindaco di ricandidarsi e rivincere tranquillamente le elezioni. Quello che invece manda in bestia la gente sono gli aumenti considerati fuori standard.

S’è visto con l’introduzione della tassa sul contenitore ortofrutta biodegradabile che ha provocato un moto d’indignazione da rasentare la rivolta nei supermercati. Il confronto fra l’apparente costo zero delle vecchie buste e il prezzo esplicito registrato sullo scontrino, la cui sommatoria annuale potrà raggiungere anche i 20 euro, è risultato devastante per l’equilibrio psicofisico di molte massaie, alcune delle quali hanno minacciato di non comprare più frutta e verdura. Eppure di preavvisi ce n’erano stati. Le clienti della Coop avrebbero potuto informarsi dalla sua pubblicazione mensile che ha spiegato ciò che era stato deciso per legge, precisando però, essendo la Coop molto più umanitaria di Hera, di “non essere d’accordo” nel far pagare le buste. Perciò, non potendo più cedere gratuitamente i sacchetti, li farà “pagare il meno possibile ai consumatori”.

Impressionante. Si poteva evitare il 2 di gennaio di effettuare un test comprando frutta sia alla Coop che nel supermercato alimentare sull’altro lato della strada? No di certo.

Confronto fra scontrini. Sacchetto “fatto pagare il meno possibile”: 2 centesimi, sacchetto del supermercato di fronte: 1 centesimo. “La Coop sei tu, chi può darti di più?” Ma l’Hera, no?

Paolo Giardini

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