La Confconsumatori lancia lo “sciopero del sacchetto” come forma di protesta attiva contro la normativa entrata in vigore il 1° gennaio che prevede il pagamento (da 1 a 3 centesimi) dei sacchetti biodegradabili per frutta e verdura. “Uno sciopero che avevamo intenzione di proporre anche a Ferrara – spiega il presidente provinciale Antonio Frascerra -, invitando i consumatori a ingolfare le casse dei supermercati con i prodotti ortofrutticoli pesati ed etichettati singolarmente, senza l’utilizzo della sportina”.
Ma il ‘sabotaggio’ è scemato prima ancora di prendere piede. “Abbiamo scoperto che il costo, in media di 2 centesimi, viene addebitato immediatamente al momento della pesatura sulla bilancia, anche senza usare i sacchetti e prima ancora di passare in cassa”. Quindi la protesta diventa inutile e addirittura sconveniente. Ma la rivolta continua, sui social e tra i carrelli della spesa.
“In pochi giorni abbiamo già ricevuto diverse lamentele dai nostri associati – rivela il numero uno della Confconsumatori ferrarese – ma non abbiamo saputo dare risposte su come procedere perché non ci sono pervenute indicazioni o direttive generali. Il costo non è accettabile dai consumatori perché si tratta di un addebito automatico e sproporzionale”.
“Se tutto ciò si traduce in ulteriori costi, con conseguenti disagi per i clienti, ci sentiamo di dire che si tratti di un inutile balzello, l’ennesima gabella che va assolutamente eliminata” incita Frascerra, il quale anticipa che “se le segnalazioni aumenteranno (per ora è arrivata una decina di telefonate, ndr) la Confconsumatori è disponibile a rappresentare il malcontento, presentando interpellanze e istanze nelle dovute sedi”.
Ci va più cauta la Federconsumatori. “Questo provvedimento da una parte incentiva la raccolta differenziata, dall’altra penalizza ulteriormente i clienti già tartassati – analizza il presidente Roberto Zapparoli – che comunque non sono incentivati a procedere in questo senso, visto che possono presentarsi a fare la spesa coi loro sacchetti da casa”. In realtà, questa soluzione è stata bocciata dalle catene dei supermercati per motivi di igiene, logistica e sicurezza. Non sarà quindi possibile riciclare le buste conservate in casa, che invece possono essere utilizzate come pattumelle per l’organico.
“Non abbiamo ancora ricevuto segnalazioni perché la nostra sede sarà chiusa fino all’8 gennaio – precisa Zapparoli – ma sono sicuro che ne arriveranno, anche il nostro giudizio è critico su questa nuova tassa. Lo sciopero invece mi sembra un’idea difficile da realizzare: innanzitutto disorienta il cliente, oltre a essere complicato da gestire e monitorare. E poi le persone sono più portate a lamentarsi, per poi subire…”.
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