Cronaca
18 Dicembre 2017
I familiari delle vittime di Igor unite nella commozione. "Le morti in Spagna erano evitabili, sono stati commessi degli errori". E lo scrivono al procuratore capo di Bologna

I Verri incontrano la vedova di Budrio: “Dolore condiviso per un assassino maledetto”

di Elisa Fornasini | 4 min

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“Per la prima volta ci siamo trovati a quattrocchi a ripercorrere ognuno la propria tragedia. Maria ha perso il marito, noi il papà. Due perdite diverse ma avvenute per la stessa causa: in comune abbiamo un assassino maledetto che ci ha rovinato la vita”. Francesca Verri non può nascondere il dolore per l’uccisione del padre, la guardia ambientale Valerio Verri freddata da Igor nell’agguato del Mezzano dello scorso 8 aprile, anche ora che il colpevole è dietro le sbarre.

Ma insieme al fratello Emanuele trova la forza per incontrare Maria Sirica, la vedova del barista di Riccardina di Budrio, prima vittima del killer serbo. Un incontro di un paio d’ore avvenuto domenica pomeriggio proprio nel bar in cui Norbert Feher sparò fatalmente a Davide Fabbri.

“Già varcare la porta del locale è stato pesante: sapere che metti i piedi dove li ha messi quel maledetto ti prende emotivamente, vedere dal vivo il luogo della tragedia che hai visto solo per televisione ti fa ripercorrere quello è successo” racconta Francesca, che ha “condiviso il mio dolore” con la moglie, il padre e la cugina di Fabbri.

“Da entrambi c’era la volontà di incontrarsi però in questi lunghi 8 mesi non siamo mai riusciti a farlo perché eravamo afflitti dal lutto e da quello che è successo dopo – riferisce la figlia di Verri -. L’appuntamento di oggi (domenica, ndr) voleva essere un abbraccio che chiude parte di un capitolo drammatico, noi sappiamo perfettamente cosa hanno passato perché la perdita è avvenuta nello stesso modo. Parlare di certe cose è difficile ma il dolore che sentiamo e condivamo è lo stesso”.

Anche i sentimenti dopo la cattura sono i medesimi. “Siamo dello stesso parere sull’arresto che è avvenuto per caso, non per volontà o collaborazione tra forze dell’ordine come ci stanno facendo credere – commenta con amarezza Francesca -. Ci è stato detto che con questo grande spiegamento di forze dell’ordine doveva essere impossibile varcare i confini dell’Italia, che gli aeroporti e le stazioni erano sotto controllo, e invece è riuscito a superare la frontiera ed è stato trovato in Spagna, dalla polizia spagnola”.

“Quello che speriamo e chiediamo da più di 8 mesi è la verità, invece si congratulano fra di loro davanti alla morte di tre persone: siamo contenti sia stato finalmente arrestato ma non c’è nulla da festeggiare perché le morti in Spagna, come quella di mio padre, si potevano evitare agendo prima. Non è una vittoria, e non sarà neanche il tempo a farci sentire meglio, perché ci hanno portato via nostro padre per cause di errori e sottovalutazioni di pericolo”.

Insomma, per i figli di Verri “le mancanze sono evidenti, senza ombra di dubbio”, non basta che “ci venga detto che non c’è stato nessun errore perché se le cose fossero state fatte bene mio papà non si sarebbe trovato in una zona già conosciuta come pericolosa, il suo assassino non sarebbe riuscito a scappare all’estero”. Lo sfogo è tutto diretto al procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, a cui figli della vittima della furia omicida di Igor hanno indirizzato una lettera.

“Caro Procuratore – si legge nella missiva -, le scriviamo attraverso la stampa perché tutto quello che riguarda l’assassinio di nostro padre ci è stato comunicato dai mezzi di informazione. Abbiamo chiesto alla giustizia perché la zona rossa è stata chiusa ed il servizio interrotto solo dopo l’uccisione di nostro padre, quando invece avrebbe sicuramente dovuto essere fatto prima. Prefetto e Questore hanno detto che non erano stati informati dal comandante dei Carabinieri della presenza in quel luogo di Igor. Le battute per la sua caccia proprio in quella zona erano ogni giorno su tutti i quotidiani locali ed in tv”.

“Se quella zona fosse stata chiusa ed il servizio interrotto nostro padre sarebbe vivo – ribadiscono i figli di Verri -. Il pm della Procura di Ferrara ha chiesto l’archiviazione delle nostre denunce dandoci ragione su questo ma aggiungendo che il comandante dei Carabinieri aveva detto di non sapere assolutamente della presenza di Igor in quei luoghi. Per noi questo non era esatto. Abbiamo fatto opposizione. Il Gip non ha archiviato subito ma ha fissato udienza per il 13 febbraio”.

Ma questo è successo prima della cattura del killer serbo. “Ora noi abbiamo assistito alle conferenze stampa da lei tenute con a fianco proprio il comandante dei Carabinieri di Ferrara. Abbiamo ascoltato i complimenti che Lei gli ha rivolto dicendo che aveva fatto tutto bene – commentano Francesca ed Emanuele, non nascondendo il proprio sconcerto per le parole di Amato -.  Ma Igor è stato arrestato in Spagna, dalla polizia spagnola, casualmente perché aveva avuto un incidente, e dopo aver ucciso altre tre persone. Nutriamo rispetto profondo per la magistratura e per tutte le forze dell’ordine. Proprio per questo rispettiamo il messaggio che lei, con il comandante dei Carabinieri affianco, ci avete voluto mandare. È andato tutto bene, è stato fatto tutto benissimo, chiudiamola qui. Grazie, abbiamo capito. Non siamo d’accordo. In fin dei conti si tratta solo di nostro padre, operaio in pensione, volontario vittima del proprio dovere. Già, lui sì”.

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