Attualità
1 Dicembre 2017
La clinica privata replica alle lamentele di un'utente insoddisfatta. Dal prossimo anno i lavori di restyling

La Salus pronta per la riqualificazione

di Elisa Fornasini | 4 min

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La Salus non ci sta a passare come una “clinica ‘eccellente’ piena di problemi” perché è “una struttura accreditata sottoposta periodicamente ai controlli di Ausl e Regione, abbiamo tutte le certificazioni in regola, non abbiamo mai ricevuto reclami e stiamo lavorando in positivo per essere all’altezza del compito”. È la stessa dirigenza sanitaria dell’ospedale privato in via Arianuova a rispondere alle lamentele di una nostra lettrice, scontenta del servizio offerto all’anziana madre ricoverata nel reparto di lungodegenza.

“Siamo attenti e sensibili alle segnalazioni costruttive che ci giungono dai nostri pazienti e dai loro familiari perché sono uno stimolo per migliorare, monitorare anche le inefficienze che possono esserci e continuare il percorso di crescita che abbiamo intrapreso negli ultimi anni per garantire che tutto funzioni al meglio” spiegano all’unisono la direttrice sanitaria Lorella Spisani, il responsabile del reparto Medicina Interna e Lungodegenza Alfredo Potena, l’avvocato Laura Foschini, l’architetto Roberta Migliore e il presidente provinciale Aiop – Associazione Italiana Ospedalità Privata Luciano Natali; pronti a “fare chiarezza punto per punto sui disagi riscontrati dalla signora” e a “scardinare i luoghi comuni intorno alle strutture sanitarie private”. Presente all’incontro anche Fausto Bertoncelli, responsabile dell’Ufficio Benessere Ambientale del Comune che si è occupato della pratica per l’imminente cantiere.

Come nel precedente ‘tour’, partiamo dal parcheggio. Che il prossimo anno cambierà volto. “Abbiamo presentato un anno e mezzo fa, a giugno 2016, un progetto di riqualificazione dell’area esterna che prevede la modifica delle rampe di accesso per disabili, che adesso non sono funzionali e verranno adeguate alle esigenze di chi ha una sedia a rotelle, il rifacimento della pensilina di ingresso e lo spostamento del posto auto per disabili in un’altra posizione più accessibile”. Lo stallo di sosta delimitato dalle strisce gialle rimarrà solo uno “ma se viene occupato da auto senza tagliando non è colpa dell’ospedale: la struttura non è responsabile degli incivili che utilizzano questo parcheggio privato anche per andare a fare la spesa alla Conad, un fenomeno conclamato che non possiamo controllare”.

Il piano di restyling che dovrebbe partire all’inizio del prossimo anno, “appena ottenuta l’autorizzazione ‘incagliata’ nella burocrazia dello Sportello Unico per l’edilizia”, intende “rendere l’esterno più accessibile e l’interno più accogliente“. All’ingresso verrà allestito un piccolo bar, al primo piano verrà creata una nuova guardiola infermieristica nella zona soggiorno, mentre al terzo piano sono già in corso i lavori per ricollegare due stanze al corridoio. “Il cantiere sarà l’occasione per un riordino complessivo delle stanze con la ritinteggiatura delle pareti” anticipa la direttrice Spisani che con il suo staff sta lavorando a un progetto “extra”, la copertura delle rampe di accesso delle ambulanze che ora quando piove scaricano i pazienti al bagnato.

Il secondo problema, secondo l’utente insoddisfatta, è la distribuzione dei pasti. “Il cibo viene consegnato dalla Cir e il nostro personale qualificato si occupa della porzionatura; anche in questo caso vengono fatti tutti i controlli sanitari con le dovute certificazioni per la temperatura degli alimenti e la sanificazione della procedura di distribuzione. Abbiamo sempre ricevuto riscontri positivi sulla qualità del cibo,  certo non siamo al ristorante…”. Una precisazione anche sull’orario: la distribuzione del vitto parte alle 12.30 fino a quando non si conclude il giro dei 170 posti letto, mentre l’orario di visita è fino alle 15.

Un altro punto su cui la struttura sanitaria sarebbe carente, sempre a detta della signora che ci ha contattato, è quello della pulizia. “I giri delle pulizie a carico di un’azienda esterna sono programmati – sottolineano ancora i rappresentanti della clinica -, se la signora ha trovato un pezzo di cotone sporco in terra si vede che se l’era appena tolto un paziente dalla flebo, bastava chiamare i nostri operatori e avremmo risolto la faccenda subito sul posto. Siamo noi i primi a puntare sull’alleanza con utenti e familiari perché per noi il servizio costa uguale che venga fatto bene o male, quindi conviene che venga fatto bene dal nostro centinaio di dipendenti”.

Se “la nostra filosofia è che le critiche degli utenti sono una manna e non un problema per assicurare la qualità del servizio”, i dirigenti contestano il canale comunicativo scelto dalla signora perché “prima devono essere segnalate a noi e non alla stampa”. Per questo la donna è stata convocata per un incontro chiarificatore, caratterizzato da un “approccio sereno in cui è stato accertato il rapporto di fiducia con la componente medica, indipendentemente da situazioni di disagio personale che rischiano di acuire certi eventi”.

Una problematica di fondo rimane ma interessa tutta la sanità a livello locale. “I ferraresi spendono 40 milioni di euro per prestazioni fuori dalla nostra provincia – analizza Natali (Aiop) -. Un dato esorbitante che dimostra come qualcosa nel nostro sistema sanitario non funzioni: il punto è creare le condizioni affinché gli utenti trovino i servizi adeguati qui. Le aziende sanitarie hanno cominciato a porsi questo problema, intraprendendo un dialogo pubblico-privato che ci consenta di prendere in carico queste prestazioni all’interno del territorio provinciale. Uno stimolo interessante e strategico su cui lavorare nei prossimi mesi”.

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