Du iu śpich frares?
26 Novembre 2017

Anna Frank, il vecchio e la nipote

di Maurizio Musacchi | 5 min

Il vecchio Mario mi guarda assorto. Ripone il giornale sul tavolo, accanto ad una tazzina di caffè e un bicchier d’acqua:

– Sai che Anna Frank potrebbe essere, in quanto ad età, mia nipote? Oppure gli altri due nipoti, figli dell’altro mio ragazzo. E quanti vecchi al Mondo hanno come me discendenti suppergiù coetanei di quella sventurata adolescente ebrea?- Siamo seduti ad un tavolo del Centro Sociale, frequentato da anziani signori come Mario. È un ex dipendente statale, in pensione da tempo. Lo incontro e scambio con lui opinioni del vivere in generale: politica, sport, attualità ed altro. Mi piace sentirlo, ha la saggezza e la cultura dell’età, quella che nessun attestato scolastico ti può consegnare. Non ha frequentato scuole superiori; però possiede quel diploma di saggezza che ha chi negli anni ha studiato e imparato l’esistenza: la “Laurea della Vita”.-

– Come reagiresti se domani, un autocarro con soldati venisse vicino casa tua e caricasse una famiglia amica e la portasse a sparire per sempre, solo perché non di tua etnia, religione o idea politica? – Oppure te, la tua di famiglia, per lo stesso motivo. Oppure se ti nascondessi per anni in una casa, ma poi la vigliaccheria d’un delatore ti strappasse a quella parvenza di speranza, per portarti a morire coi tuoi cari in un lontano lager?- Tento di rispondere, sono turbato. Conosco bene la storia che mi sta tratteggiando a grandi linee : si tratta della tragica storia del nucleo familiare Frank. L’uomo è pacato, calmo nell’esporre le sue conoscenze non s’infervora, solo amarezza traspare nel sui volto mente continua. Lo ascolto annuendo di tanto in tanto, ma non lo interrompo. Vive e interpreta quasi, il dramma delle terribili sofferenze umane, suggeritegli dalla vicenda esemplare della ragazzina ebrea.

– Bada bene. Analizzare, capire: questo dovrebbe fare l’uomo. Lo facciamo? Riflettere sui morti causati dal comunismo di Stalin. Ricordare che l’anticomunismo in Argentina Jorge Rafael Videla il quale, da 1976 al 1983 e la sua giunta militare, col pretesto di combattere il presunto pericolo comunista, fece scomparire migliaia di persone: in sostanza assassinati. Non deve essere possibile far sparire nell’oblio gli eccidi del comunismo di Pol Pot in Cambogia. Le stragi dell’Impero dell’esercito nel 1937 Giappone in Cina. Il Genocidio degli Armeni da parte ed Turchia. I danni tragici causati dai fondamentalismi islamici. Chiarire la storia dei vari governi totalitari politici. Mussolini, Hitler, Mao Tse Tung, Franco e altri. Chi erano? Come hanno esercitato il potere esecutivo? Basterebbe poco da parte della pigra, omertosa scuola italiana. Dire ai ragazzi che esistono oggi e vi furono nei tempi andati, tanti tipi di governi. Far capire la differenza fra un governo totalitario che impone le proprie leggi, anche con la forza, impedisce il dialogo e la critica. In cambio ti offre ordine, disciplina e altri valori, più o meno condivisibili. La democrazia invece, ti dà la facoltà di discussione, critica e possibilità di muoverti con libertà, che molto spesso ha portato a garanzie legali e garantismi dei quali si sono avvalsi, per farla franca corrotti e corruttori: incomprensibili e inaccettabili. – Si ferma un attimo, prende fiato, beve un goccio d’acqua e prosegue … non intervengo, ascolto:

-Si parla, con grande rilievo di particolari di Anna Frank. No, non se ne ricorda la disperata sorte, scritta nel suo celeberrimo diario.

Quante “Anna Frank”, con parenti, amici, conoscenti hanno subito, o subiranno la fine di quella poveretta e dei milioni di ebrei, comunisti, zingari o altro. Ieri loro, oggi voi … ma domani? Siamo certi che qualche governo totalitario, spinto dall’onda di desiderio d’ordine e d’Argentina o in qualche Gulag in Siberia?

Ignoranza, sì l’ignoranza di non conoscere a fondo la differenza fra governi totalitaria e totalitarismo e democratici.

Nella stragrande maggioranza delle scuole Italia si insegna di Mazzini e Cavour, politici di duecento anni fa, dubito che i giovani studino la differenza tra democrazie e totalitarismi. Far ragionare, giudicare, vagliare i governi. Oggi i ragazzi che, specialmente negli stadi, ostentano simboli nostalgici neofascisti, offendono ebrei, neri, o altro poi chiedono scusa : non sapevamo che, non credevamo, non ci rendevamo conto! Probabilmente, è vero: ignoranza, i-gno-ran-za .- Si alza, scuote il capo e mi saluta uscendo dal Centro Sociale.

-Scusa o sfogo, non servirà a nulla, salvo a ricordarci che là fuori, nel Mondo un numero indefinito di “Anne Frank”, con madri, padri, sorelle, nonni e parenti stanno scomparendo. Non ci sarà per ciascuno delle tante sventurate diari da leggere, ma sono tanti, troppi che non leggeremo, non sapremo. Nei mari, nei deserti, nelle savane, nelle foreste, gli occhi terrorizzati di gente che muore per quale ragione? c’è una ragione?-

Con quelle domande rimaste nel vuoto, mi saluta, inforca la vecchia bicicletta e s’avvia verso casa. Ciao Mario, amico saggio, un po’ ingenuo, visionario, forse troppo idealista? Chissà.

Nella notte, sogno. Come mi succede raramente, stranamente ricordo con chiarezza tutto. C’è un cielo azzurro e come in un quadro di Andy Warhol, un’immagine nitida, moltiplicata, migliaia … migliaia di Anna Frank, forse sintesi emblematica, onirica delle riflessioni pomeridiane avute con Mario. L’espressione iniziale sorridente, è quella che conosciamo; ritratto scattato quando la ragazza probabilmente era serena. Le immagini, nel cielo, cambiano ed assumono un’espressione di terrore, di singhiozzo, pare vogliano urlare qualcosa . Mi sveglio!

Lasagnìn da Milzàna

 

Annelise Marie Frank. Italianizzato in : Anna Frank. Nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte sul Meno, in Germania. Seconda figlia di Edith Frank, nata Hollander e Otto Heinrich Frank. Aveva una sorella: Margot Elisabeth. Visse parte della vita ad Amsterdam, dove la famiglia si rifugiò a causa dell’ ascesa del potere da parte dei nazisti in Germania. Fu privata della cittadinanza tedesca, divenendo apolide. Era una ragazzina ebrea che durante la Seconda Guerra Mondiale fu costretta a nascondersi per sfuggire a i nazisti. Insieme ad altri sette compagni visse, nascosta, sul retro d’una casa ad Amsterdam. Dopo più di due anni, il 4 agosto 1944 i clandestini, forse a causa d’una delazione, vennero scoperti, arrestati e deportati in campi di concentramento di Auschwitz. Anne e la sorella Margot vennero trasferite a Bergen-Bersen ove, per le condizioni di vita proibitive; si ammalarono di tifo e prima Margot, poi Anna morirono. La mamma, Edith era morta qualche giorno prima ad Auschwitz- Birkenau. Il padre di Anne, Otto Frank, unico sopravissuto, renderà pubblico il diario, popolarissimo in tutto il Mondo, che la figlia scrisse.

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