(foto di Alessandro Castaldi)
La riqualificazione delle periferie, Carife e, naturalmente, il Meis e l’importante storia degli ebrei italiani. Questi i temi affrontati da Matteo Renzi, ospite al Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah, in una visita durata circa un’ora, prima tappa in regione del suo tour in treno per l’Italia.
A guidarlo per un tour rapidissimo, tra gli altri, il sindaco Tiziano Tagliani, il ministro Dario Franceschini, il rabbino Luciano Caro e la direttrice del Meis, Simonetta Della Seta.
“Fa piacere che qui ci siano una serie di investimenti che con i nostri governi abbiamo messo in campo. Penso ai 32 milioni di euro che sono andati sul Meis nel 2014-15 che si sommano agli altri 15. Contento che qui ci sia anche la parte degli investimenti sulle periferie perché, quando tutti parlavano di periferie, Renzo Piano ci ha aiutato su una riflessione sulla filosofia del rammendo. Abbiamo chiesto ai sindaci di scegliere dei progetti e li abbiamo finanziati”.
“Fa piacere che a Ferrara ci sia il collegamento tra questa zona e quella dello stadio, non vorrei però che il sindaco si allargasse fino a ipotecare il risultato della prossima partita casalinga della Spal”, scherza Renzi, ricordando il prossimo turno di Serie A che vede opposti i ferraresi alla ‘sua’ Fiorentina. E d’altronde, ad accoglierlo alle porte del Meis, anche un ragazzo con al collo la sciarpa della Spal, e già lì le battute scherzose non sono mancate, oltre agli immancabili selfie.
C’è poi l’argomento Carife, affrontato nel viaggio da Rovigo a Ferrara con una delegazione di risparmiatori bruciati. “In questo viaggio in treno con cui oggi inizia il proprio percorso in Emilia Romagna, abbiamo iniziato toccando con mano anche alcuni problemi di questo territorio. Siamo orgogliosi della bellezza di Ferrara e della forza e vocazione che esprime. Negli ultimi mesi molte polemiche sono state legate alla vicenda bancaria: Ferrara è una delle quattro banche che sono state inserite nel percorso del bail-in nel novembre 2015. Abbiamo incontrato una delegazione, giustamente arrabbiata per quanto accaduto”.
“Rivendichiamo con forza la riforma delle banche popolari e le operazione di ristoro a una parte degli obbligazionisti e a tutti i correntisti (che in realtà non erano toccati dal provvedimento, ndr) è sicuramente vero che ancora mancano due punti: il primo è quello della piena individuazione delle responsabilità, ed è una delle cose che i consumatori hanno chiesto di toccare con mano; e il secondo è quello del ristoro anche per le vittime del risparmio: vi sono alcuni casi in cui abbiamo fatto passi in avanti, fino all’80% per obbligazionisti subordinati, ma per gli azionisti e parte obbligazioni ancora non è stato affrontato”.
Non è però un passo indietro rispetto a quanto fatto nel novembre 2015, ma la proposta di fare qualcosa di più per sistemare ciò che è andato storto: “Rivendichiamo ciò che abbiamo fatto, abbiamo salvato le famiglie e mandato a casa quelli che sono stati responsabili. Siamo disponibili a immaginare da prima possibile l’introduzione di un fondo di ristoro per le vittime del risparmio tradito. Un passo in avanti sapendo che non stiamo dalla parte di chi ha commesso le malefatte, non tocca a noi decidere, ma della gente e dei cittadini, oltre che dei risparmiatori”.
Scatta l’applauso di un pubblico con l’ansia di farsi sentire vicino all’ex premier: più volte un uomo gli dice di “resistere”, c’è chi ha la copia del suo libro da firmare. Ma lui ferma tutti, non vuole l’applauso, vuole continuare e parlare di un ultimo punto, “per me il più importante oggi”, ovvero un “omaggio alla storia dell’ebraismo in Italia”, nella sua casa: il Meis.
“Penso che per l’Italia, la presenza degli ebrei sia stata nel corso di anni e secoli un punto di riferimento preziosissimo e fondamentale e ribadire con forza i principi di fondo penso sia un dovere civile, morale ed etico. Lo stesso che mi ha portato a dire che Israele ha il diritto di esistere, e prima ancora il dovere di esistere. Ciascuno di noi ha il dovere di grande gratitudine. Per questo, quando trovi persone che ironizzano su Anne Frank, come accaduto nelle curve degli stadi italiani qualche settimana, fa c’è bisogno di dire nuovamente con forza ‘grazie’ alla comunità ebraica e al popolo ebraico per aver scelto di vivere in Italia e che gli italiani appartenenti alla straordinaria storia dell’ebraismo hanno il pieno, grande, straordinario abbraccio e supporto non di una parte ma di tutti gli italiani e di tutte le persone di buon senso e buona volontà. Grazie – conclude Renzi – non soltanto per quello che fate, ma soprattutto per quello che siete”.
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