Riva del Po
25 Ottobre 2017

L’ottobre infuocato delle Lavanderie di Ro

di Daniele Oppo | 3 min

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(archivio)

Ro Ferrarese. Due macchinari a fuoco nel vecchio stabilimento, una rappresentante sindacale che rischia il licenziamento con un’accusa gravissima, lo sciopero a oltranza per il mancato pagamento delle retribuzioni dovute e, infine, la decisione di revocarlo ma constatando che la situazione è nerissima.

C’è di tutto nella storia recente della Lavanderie industriali di Ro Ferrarese o, meglio di quella che rimane oggi, la lavanderia Sli. Delle retribuzioni non pagate e che hanno scatenato lo sciopero dei 25 lavoratori si è già detto nei giorni scorsi. Ma tre giorni fa c’è stata anche qualcosa di più e martedì si è aggiunto un incendio nel vecchio stabilimento per rendere la situazione decisamente più infuocata.

Le gravi accuse contro una Rsu Cgil e l’avvio del licenziamento. Tre giorni fa l’azienda ha accusato la Rsu della Filctem-Cgil, Michela Roma, di aver messo le mani al collo di un’altra dipendente. Un comportamento – negato con molta forza dal sindacato e dalla stessa lavoratrice – per il quale l’azienda ha consegnato quella che tecnicamente si chiama lettera d’addebito, in cui accusa la Rsu e ne stabilisce la sospensione cautelare dal lavoro: il primo passo verso il licenziamento. Roma e la Cgil hanno immediatamente risposto – entro i cinque giorni previsti dalla legge prima di rendere esecutivo il provvedimento – chiedendo all’azienda di ritirare immediatamente la lettera. «È priva di fondamento – afferma Marco Corazzari della Filctem-Cgil -. Ci sono testimoni che dicono che quella roba non è vera, abbiamo chiesto all’azienda di ritirarla immediatamente, altrimenti ci tuteleremo in tutte le sedi».

L’incendio nella vecchia sede della Lavanderia Glory. Come se non bastasse questo groviglio, nella giornata di martedì la proprietaria della ‘gemella’ Lavanderia Glory – ormai completamente chiusa da alcuni mesi – ha sporto denuncia ai carabinieri per l’incendio occorso nella sede di via dell’artigianato 11, oggi all’asta e a pochi metri dalla sede della Lavanderia Sli. Due macchinari sarebbero andati a fuoco e la denuncia è per incendio doloso. I vigili del fuoco devono fare le opportune verifiche ma, da quanto si apprende, nello stabilimento non c’è più corrente elettrica, dunque è difficile che si sia trattato di un cortocircuito. A prescindere dall’effettivo collegamento con la vertenza, è chiaro che un episodio simile non sarà di certo un fattore a favore della risoluzione ‘pacifica’ della crisi.

La revoca dello sciopero. Nel frattempo lavoratrici e lavoratori martedì sera erano riuniti in assemblea sindacale per capire cosa fare. La decisione è stata quella di continuare il presidio ma sospendere lo sciopero nei prossimi giorni, chiedendo un confronto con l’azienda davanti all’ispettorato del lavoro. «L’azienda ieri (lunedì, ndr) non ci ha detto nulla – fa sapere ancora Corazzari – e adesso chiediamo un incontro davanti all’ispettorato. Noi abbiamo fatto un’azione in questi mesi per cercare di salvare l’attività produttiva, abbiamo fatto accordi di grande sacrificio, anche con la rateizzazione di alcune retribuzioni, ma non tutte sono state ancora pagate».

Le aspettative, anche perché le difficoltà delle Lavanderie si trascinano ormai da alcuni anni, non sono affatto rosee, e il rischio di chiusura è sempre più concreto. «Se le cose andranno male – chiosa Corazzari – sarà per una profonda incapacità imprenditoriale nell’affrontare una situazione difficile. Noi abbiamo fatto tutto il possibile».

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