Lettere al Direttore
10 Ottobre 2017

Il vescovo mediti sulla deriva della Chiesa

di Mauro Alvoni | 3 min

Eccellenza,

quale modesto credente e grande peccatore, mi permetto di scrivere queste poche righe, preoccupato della deriva che ha preso la Chiesa nella quale avevo creduto, fino a qualche tempo fa.
Oggi, la legge del contrappasso, con la cattura nella nostra città di un pericoloso individuo, credo abbia colpito lei assieme a quei ferraresi di sinistra che ad ogni angolo di strada richiedono l’approvazione di una legge che conceda la cittadinanza italiana ai figli di immigrati, in maggioranza illegali, ed in qualche caso pericolosi, come quello catturato.
Sono stato vicino ed ho goduto dell’amicizia personale del suo predecessore, il compianto Card. Carlo Caffarra, di recente scomparso piangente per la situazione nella quale è venuta a trovarsi la Chiesa Universale.
Un papa eletto in modo illegittimo, secondo documentate fonti giornalistiche, che non risponde ai “dubia” esposti, tra l’altro, anche dal Card. Caffarra; lo stesso papa che ha chiamato lei alla Cattedra di Ferrara.
Entrambi siete convinti assertori della necessità di una legge che il popolo italiano nella gran parte non è pronto ad accettare, approfittando della fine di una sconclusionata legislatura di parlamentari transfughi.
Ricordi, eccellenza, che la Chiesa non deve intromettersi nelle vicende interne come sta facendo in questi ultimi tempi; che non è bene affrettare scelte che avranno ricadute sociali molto importanti sia in Italia che, oserei dire, in Europa; infine, mi permetto di richiamare alla sua attenzione le profetiche parole di un altro grande uomo di chiesa: il Card. Giacomo Biffi, con la sua memorabile lettera pastorale ai bolognesi del 12 settembre 2000, che la invito caldamente a meditare. Per tale sue visioni premonitrici, il compianto Arcivescovo di Bologna, fu attaccato ed insultato come xenofobo e fascista da coloro i quali, oggi, occupano il potere e fomentano il voto di leggi contro la volontà del popolo. La Chiesa, per oltre 14 secoli ha rappresentato un baluardo di difesa dai “mori”, “saraceni” o “islamici” che fossero; oggi, con la globalizzazione, essa sta diventando il “cavallo di Troia” per l’islamizzazione dell’Italia e del vecchio continente.
Le colpe storiche delle vostre perorazioni e scelte conseguenti ricadranno sui nostri figli.
L’Italia non ha le risorse per accogliere dignitosamente tutti i derelitti del mondo. L’accoglienza di cui lei ed altri personaggi della politica siete convinti assertori, altro non è se non un modo per fare girare importanti risorse per finanziare organizzazioni cosiddette caritative oppure cooperative ideologicamente orientate, col il risultato di ghettizzare e sfruttare persone bisognose, nella stragrande maggioranza entrate in modo illegale nel nostro Paese, magari col proposito di raggiungere l’Europa: un continente il cui benessere aleatorio, rappresenta il miraggio di diseredati che vengono sfruttati dalla grande delinquenza organizzata internazionale.
Umilmente e col cuore in mano, mi sento di invitare vostra eccellenza a soppesare i continui non richiesti richiami e la continua valorizzazione di quelle posizioni personali di chi fa scioperi della fame per sostenere la necessità di una legge che, illustri politologi, hanno già previsto farà diventare “islamdiretta” l’Italia, tra qualche decennio.
Sappia, eccellenza, che le vostre perorazioni, e le scelte legislative operate da politici contigui, ricadranno sulle nostre future generazioni.
La saluto con rispettosa umiltà.
Lucio Maccapani
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