Politica
8 Agosto 2017
L'ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Sergio Simeone

Vaccinazioni. Il M5S: «Il sindaco si opponga al decreto Lorenzin»

di Daniele Oppo | 4 min

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da sinistra: Sergio Simeone, Maria Teresa Pistocchi e Lorenzo Lazzari

Invita il sindaco e la giunta – con molto ottimismo – a esprimere contrarietà al decreto Lorenzin che ha introdotto l’obbligatorietà per dieci vaccinazioni per l’accesso a scuola. È l’ordine del giorno protocollato dal consigliere comunale del M5S, Sergio Simeone.

Tra le critiche espresse da Simeone al decreto c’è, innanzitutto, l’introduzione dell’obbligatorietà per un numero ‘elevato’ di vaccini (dieci), considerata «un provvedimento di urgenza che non ha precedenti storici nemmeno a livello internazionale». Simeone – nonostante un preoccupante, pericoloso e generalizzato calo delle coperture vaccinali in Italia – contesta l’esistenza di una vera e propria urgenza che giustifichi l’uso della decreto: «Non esiste in Italia e tantomeno nel Comune di Ferrara, alcuna emergenza di sanità pubblica». Ma anche prendendo per buona l’urgenza, il consigliere sostiene che «il decreto-legge appare difettare di omogeneità sostanziale e intrinseca laddove l’obbligo vaccinale è esteso a ben 10 vaccinazioni, quasi fossero prestazioni sanitarie “equivalenti” e non già contraddistinte ciascuna da un proprio quadro epidemiologico e da un peculiare rapporto tra costo/beneficio e rischio».

A tal proposito, per Simeone non si può introdurre un obbligatorietà «dove sussistono dei rischi». Questo in base all’aumento delle segnalazioni di effetti avversi ricevute dall’Agenzia del farmaco (Aifa), ma è bene ricordare che tali segnalazioni non corrispondono all’esistenza di certa di degli eventi avversi indicati: come indica la stessa Aifa nell’ultimo report sulla farmacovigilanza post-marketing dei vaccini, «le reazioni avverse segnalate attraverso i sistemi di vigilanza passiva rappresentano dei sospetti e non la certezza di una relazione causale tra prodotto medicinale (vaccino) somministrato ed evento avverso. Infatti, alcuni eventi possono essere interpretati come reazioni avverse perché si manifestano in coincidenza temporale con la vaccinazione».

Ancora, sempre in tema, Simeone evidenzia (erroneamente) che «il Fondo destinato a coprire i danni per le trasfusioni e i vaccini viene triplicato dalla stessa legge, ufficializzando quindi la preoccupazione che ci sarà un incremento di danneggiati con l’introduzione dell’obbligo. Chiediamo chiarezza: i vaccini sono oppure no senza rischi?». In realtà l’articolo 5-ter, comma 2 del decreto individua l’esigenza di risorse finanziarie non per incrementare il fondo, ma per la dotazione di venti unità di personale per far fronte all’eventualità che insorgano più ricorsi per supposti danni da vaccino. Anzi, il fondo in sé – 180 milioni di euro all’anno secondo lo stanziamento di legge (comma 361 della legge 244 del 2007) – viene intaccato proprio per individuare queste risorse. In sostanza, non viene triplicato nulla.

Il consigliere invita anche a notare che «coerenza imporrebbe perlomeno l’obbligo per tutte le categorie professionali coinvolte nella cura dei bambini (insegnanti, personale mensa, animatori, …) ma tale obbligo è completamente assente dal provvedimento. Un paradosso ulteriore di un decreto contraddittorio e approssimativo. E discriminatorio, visto che in modo “politico” stabilisce che esiste una fascia a rischio o portatrice di rischio da 0 a 16 anni e una fascia non a rischio e non portatrice di rischi oltre i 16 anni».

Ancora, nella nota per la stampa che accompagna l’odg, Simeone sostiene che «L’articolo 32 della Costituzione prevede che in nessun caso possono essere violati “i limiti imposti dal rispetto della persona umana” e a riguardo la somministrazione obbligatoria di ben 10 vaccini a minori sani, senza assicurare adeguatamente che tale quantità “straordinaria” e obbligatoria di vaccini non incida negativamente sullo stato di salute del minore assoggettato nell’immediato o nel tempo, in quanto non conosciamo quale potrà essere la reazione di un sistema immunitario in formazione alla forzatura dell’inoculazione di 10 vaccini». Che l’inoculazione del vaccino avvenga su un bambino sano è proprio lo scopo delle vaccinazioni, che sono uno strumento preventivo; sugli eventuali rischi (per i quali non esistono test-prevaccinazione attendibili) è da notare che qualsiasi bambino “con un sistema immunitario in formazione” viene a contatto non con dieci vaccini (o quattro, il numero degli obbligatori prima del decreto, e non tutti in una volta) ma con milioni di agenti patogeni fin dalla sua nascita, senza ripercussioni particolari.

Infine, Simeone si scaglia contro le disparità e discriminazioni che si verrebbero a creare tra bambini non vaccinati e bambini vaccinati: «Non intendiamo farne una questione strettamente sanitaria, qui sono in gioco ben altri valori: la libertà di scelta terapeutica, il rispetto dell’individuo, la convivenza e la formazione dei minori».

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