Attualità
15 Luglio 2017
L'ex ospedale per le nevrosi di guerra, ora Città del Ragazzo, ospita la presentazione della legge per la sicurezza sul lavoro delle forze armate

Ferrara capitale della sanità militare di ieri e di oggi

di Elisa Fornasini | 3 min

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Se un falegname perde la mano sul lavoro, l’Inail paga la protesi. Se un poliziotto perde la mano sul lavoro (come successo all’artificiere Mario Vece) lo Stato si rifiuta di pagare l’arto artificiale, poi finanziato da una raccolta fondi tra cittadini. È il paradosso tutto italiano vissuto dal personale delle forze armate ed evidenziato da Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, ospite oggi alla Città del Ragazzo per presentare la proposta di legge sulla sicurezza sul lavoro e la tutela previdenziale nelle forze armate.

“I lavoratori delle forze armate sono meno tutelati rispetto agli altri lavoratori, c’è qualcuno che si vuole vergognare di questo o la vergogna è stata abolita nel nostro Paese? ” si domanda il deputato, rivolgendo il suo sfogo accorato alla platea composta da autorità istituzionali e militari di Ferrara. “Stiamo attenti alle bestemmie della politica – avverte Scanu -, passino le finte missioni di pace, ma non garantire la tutela dei militari non può essere consentito: è una truffa nei confronti di centinaia di migliaia di lavoratori che non possono essere lasciati alla retorica della divisa con atteggiamenti intrisi di cinismo e perbenismo”.

Per porre fine a questa “inaccettabile disparità di trattamento”, la commissione parlamentare ha redatto una proposta di legge per innovare la normativa in materia di lavoro e tutele assicurative per il personale delle forze armate. Perché “l’universo della sicurezza militare non è regolato da norme adeguate – ribadisce il magistrato Raffaele Guariniello -, trasforma i militari in lavoratori deboli eppure sono assediati da grandi rischi come l’amianto e l’uranio, ma sul quale gravano nuovi problemi di natura psicosociale come lo stress da lavoro correlato, il disturbo post traumatico e il mobbing”.

La prima criticità nell’attuale normativa riguarda la vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza che “non è svolta, come in tutte le altre realtà, dall’Asl o dall’Ispettorato del Lavoro – spiega Guariniello – ma esclusivamente dai servizi sanitari istituiti presso la stessa amministrazione dello Stato sottoposta a controllo. Questo tipo di vigilanza non funziona, ecco perché la proposta di legge bandisce la cosiddetta ‘giurisdizione domestica’ e affida l’attività di controllo delle aree militari a personale terzo (come il Ministero del Lavoro)”.

Stessa ‘staffetta’ per la valutazione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato “che dovrebbe essere effettuata dal datore di lavoro su segnalazione dei servizi sanitari della difesa, che finisce per snaturare l’obbligo di valutazione di un rischio tutt’altro che irrilevante” prosegue il magistrato che “abolirebbe queste norme per tutte le forze armate, comprese le forze di polizia e i vigili del fuoco”.

La denuncia risuona tra le mura della Città del Ragazzo “perché c’è un filo rosso che accomuna l’attività della commissione parlamentare con quella svolta in questo istituto – analizza  la deputata Pd Paola Boldrini, membro della stessa commissione – nel 1916 quando, come Villa Seminario, era il primo ospedale militare dove curavano i pazienti affetti da  nevrosi di guerra. Recuperare la storia di questa struttura nata da un’intuizione dello psichiatria Gaetano Boschi (punto di orgoglio per la psichiatria) vuol dire salvaguardare la salute militare e il valore artistico (l’ospedale accolse artisti come Giorgio De Chirico e Carlo Carrà).

Per ricordare Ferrara come “centro di sperimentazione nazionale della medicina militare“, l’Istituto di Storia Contemporanea e la Città del Ragazzo hanno progettato un “percorso museale didattico permanente“. “La ricostruzione della storia del primo ospedale militare neurologico per nevrosi di guerra – annuncia Anna Quarzi – passerà attraverso ricerche storiche, conferenze e soprattutto la ricostruzione fisica del gabinetto del pioniere Boschi e dell’atelier dove De Chirico inventò la metafisica“. Il progetto, candidato a un bando per il centenario della prima guerra mondiale, sta attendendo i finanziamenti (“anche il ministro Franceschini ha detto che s’ha da fare…”) e chissà che non sia lo stimolo “per far arrivare la pista ciclabile di via Comacchio fino a qui”.

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