Attualità
17 Maggio 2017
Il punto sulla ricostruzione del patrimonio monumentale e dell'edilizia privata. Ancora 57 persone hanno la casa inagibile

A 5 anni dal terremoto, “Ferrara uscirà dal cratere nel 2019”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Sono passati cinque anni dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 che devastò Ferrara e il resto dell’Emilia. “Una vigilia che è meglio non dimenticare – assicura il sindaco Tiziano Tagliani – sia per il passato, con la ricostruzione dei tessuti urbani della nostra città, sia per il futuro per non trovarci impreparati in un territorio che ha riscoperto di essere sismicamente sensibile e che sta quindi adottando la qualità dell’edilizia antisismica”.

Per rinascere dalle scosse, in questo ultimo lustro sono stati spesi 112,3 milioni di euro per il recupero del patrimonio monumentale e scolastico, la ristrutturazione edilizia residenziale pubblica e privata e l’accoglienza degli sfollati. Cifre considerevoli per raggiungere un traguardo importante: “Entro la fine della legislatura, nel 2019 – annuncia il primo cittadino – il Comune di Ferrara uscirà dal cratere sismico sotto ogni punto di vista”.

In attesa di quella data – “quando non ci sarà più nessuno fuori dalle proprie abitazioni, verranno chiuse tutte le pratiche edilizie e partiranno gli ultimi interventi” – Ferrara ricorda quella drammatica notte con una visita guidata ai cantieri. Sabato 20 maggio sarà possibile osservare in anteprima l’avanzamento dei lavori alla Certosa (alle ore 10) e all’ex Mof (alle ore 16). L’anniversario si chiuderà alle 21 al cinema Apollo con la proiezione del film “La notte non fa più paura” perché “oltre a ricostruire le architetture fisiche – specifica l’attore Stefano Muroni – è importante anche guarire dalle ferite psicologiche”.

Se la fase “emergenziale” è stata chiusa lo scorso anno, analizziamo punto per punto la fase della ricostruzione a cinque anni dal sisma.

Opere pubbliche e beni monumentali. Sono in corso i lavori a palazzo Massari (il cantiere procede spedito, la prima fase strutturale dovrebbe finire a marzo 2018), Casa Niccolini (si registrano ritardi, la fine dei lavori slitta a settembre), ex Toselli, palazzo dei Diamanti (la prima parte dei lavori finirà a settembre per garantire la mostra sul Bononi), Certosa (in linea con il cronoprogramma da finire a dicembre 2018) ed ex Mof (la cui chiusura dei lavori, ipotizzata per luglio, è stata posticipata a ottobre).

Altri quattro gioielli sono ai blocchi di partenza: primo fra tutti il teatro Comunale che verrà ‘incerottato’ a partire dalla prima settimana di giugno e il cui cantiere procederà a ritmo sostenuto per riaprire già a settembre senza interrompere l’attività teatrale. Il ponteggio verrà migliorato dal punto di vista estetico per evitare la bruttura del telone bianco adottato per il Duomo. Inoltre sono già stati aggiudicati i lavori di Porta Paola e palazzo Podestà, che partiranno in luglio per limitare le interferenze con la viabilità, mentre si sta chiudendo l’aggiudicazione per la chiesa San Cristoforo e tribunale. Nei prossimi mesi verrà pubblicata la gara per palazzo Schifanoia, monastero San Paolo (i cui lavori partiranno dopo il Festival di Internazionale) e Sant’Antonio in Polesine (l’obiettivo è far partire la gara entro l’anno per iniziare i lavori nel 2018).

Accoglienza. Delle 1135 persone sfollate dopo il terremoto, sono rimasti in 57 ad avere ancora la casa inagibile. Si tratta di 28 famiglie in assistenza con il Cas (Contributo Autonoma Sistemazione) e 5 con il Piano Casa. In totale sono stati spesi dal commissario regionale 3,52 milioni per l’accoglienza. L’attività del Coc (Centro Operativo Comunale Accoglienza) si sta spostando dall’assistenza agli sfollati (che diminuiscono man mano che gli interventi di riparazione del danno e ricostruzione vengono ultimati) al controllo e monitoraggio dei lavori con verifiche periodiche sullo stato delle abitazioni per accertare l’utilizzo delle risorse pubbliche.

Edilizia privata. Sono state accettate 448 richieste di contributo: 349 su ordinanza 29 (ricostruzione leggera), 94 su ordinanze 51 e 86 (ricostruzione pesante), 9 sono state archiviate e negate per rinunce dei privati (nessuna bocciatura). Di queste 448 domande sono stati firmati 405 decreti per un totale di quasi 46 milioni, di cui 22 milioni già pagati per lavori conclusi. I 43 progetti ancora da valutare riguardano edifici storici che hanno inagibilità importanti e per i quali il tempo medio per l’istruttoria (fissato a 150 giorni) si fa più lungo. Il termine ultimo per presentare le domande è a ottobre 2017. Se non ci saranno proroghe, a metà 2018 verrà esaurita la valutazione di tutti i progetti e a metà 2021 i lavori di ricostruzione post sisma per l’edilizia privata nel Comune di Ferrara saranno conclusi.

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