Attualità
21 Aprile 2017
Il compenso rientra nei famosi 35 euro. Asp: "Gruzzoletto per uscire dall'accoglienza"

Conti in tasca ai migranti: 2,5 euro al giorno e 250 di ‘buonuscita’

di Elisa Fornasini | 4 min

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Sono attualmente 1126, pari al 3,42% della popolazione ferrarese, i richiedenti asilo ospitati nei 18 Comuni del Ferrarese che hanno aperto le porte all’accoglienza. Se pesa l’assenza dei sei Comuni mancanti (Lagosanto, Formignana, Goro, Mesola, Mirabello e Voghiera) e il mancato preavviso dell’arrivo di nuovi migranti (come dimostrato dalla recente polemica a Vigarano, il Comune più virtuoso per l’accoglienza con i suoi 62 profughi dopo Ferrara che ne conta ora 480), a far discutere la 4° commissione consiliare è la buonuscita concessa ai richiedenti asilo che hanno ottenuto il permesso di soggiorno e che quindi escono dal percorso di accoglienza.

Dei famosi 35 euro al giorno (suddivisi in 2,5 euro di pocket money, 27 euro per l’albergaggio e attività educativa, quota restante per costi sovraziendali e generali), 50 centesimi sono infatti accantierati per la buonuscita di chi ottiene il permesso di soggiorno e che quindi entro 24 ore deve abbandonare la struttura in cui è ospitato e intraprendere un percorso di autonomia. “Si tratta di un piccolo gruzzoletto di 250 euro – spiega Annalisa Berti, coordinatrice del Servizio Accoglienza – che li aiuta a prendere una stanza in affitto o a comprare un biglietto del treno per ricongiungersi con i familiari in un altro paese europeo”.

Una spiegazione che non convince Matteo Fornasini (FI) che pone dubbi sulla “contezza di come venga spesa questa buonuscita”, dato che “i migranti quando escono dalle strutture di accoglienza si ritrovano sostanzialmente in strada e rischiano di venire coinvolti nel crimine organizzato dello spaccio, con il pericolo che questi soldi vengano usati per iniziare un’attività illecita”.

Prima di iniziare l’iter, i richiedenti asilo devono sottoscrivere un patto di accoglienza che sancisce i servizi erogati (vitto, alloggio, abbigliamento, materiale igienico sanitario, orientamento legale, accompagnamento ai percorsi sanitari, sostegno psicologico, inserimento scolastico, corsi di alfabetizzazione), i tempi e le regole da rispettare. Chi viola l’accordo di ospitalità si becca i richiami e, dopo tre segnalazioni, viene inviato alla prefettura che decide per l’espulsione dal progetto di accoglienza. Un caso abbastanza raro: nel 2016 si sono registrate 7 revoche prefettizie.

Se il richiedente asilo è vincolato a seguire i corsi di italiano, può decidere se accedere o meno ai progetti di volontariato sociale, ai corsi di formazione e ai tirocini formativi. Sono 43 gli ospiti attualmente coinvolti nelle attività di volontariato (su 146 totali che hanno fatto questo tipo di esperienza); ad andare per la maggiore è l’organizzazione di eventi pubblici, ma funziona anche la manutenzione dei beni pubblici e del verde.

I tirocini formativi (sono 97 quelli già attivati o pronti a partire) hanno invece subito un rallentamento per accertare l’obbligo o meno dell’assicurazione Inail. Dalle prime verifiche sembra che l’assicurazione non sia vincolante ma solo quando arriverà la conferma ufficiale si potrà procedere con la sottoscrizione del protocollo per regolamentare questo tipo di attività.

La gestione del servizio è sempre coordinata da Asp che tramite una procedura aperta ha selezionato 12 soggetti (singoli o riuniti in Ati) per gestire l’accoglienza. La novità è che si possono candidare anche gli alberghi che mettono a disposizione vitto e alloggio ma non si occupano dei progetti educativi che rimangono a carico di Asp o delle cooperative.

Il servizio di accoglienza costa, tra spese dirette e indirette, quasi 8 milioni di euro all’anno. Nel 2016 si è registrata una somma residua di 553mila euro, “grazie al nostro lavoro oculato” aggiunge la presidente Asp Angela Alvisi, già restituita alla prefettura. Qualche miglioramento c’è stato anche sul fronte del ritardo nei pagamenti da parte del ministero: “Siamo in grande affanno ma i tempi si stanno velocizzando – afferma Alvisi -, stanno arrivando le risorse di novembre e dicembre e abbiamo già ricevuto le quote di gennaio e febbraio. Ci sono stati anche rimborsati 12mila euro di interesse di anticipazioni bancarie”.

Per risparmiare, Alberto Bova (Fc) propone di “acquistare immobili invece di affittarli e, quando finisce l’emergenza, consegnarli all’edilizia pubblica” ma l’idea non viene accolta dalla presidente Asp per un fatto lampante: “La normativa ci impone di non arricchirci nello stato patrimoniale, anche i pulmini di cui abbiamo bisogno non possiamo acquistarli ma noleggiarli”. Alla faccia del business…

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