Cronaca
26 Gennaio 2017
I fatti contestati sarebbero avvenuti nel 2013 nei locali di un'associazione di volontariato presso la quale entrambi prendevano servizio

Militare a processo per aver palpeggiato una ragazza

di Daniele Oppo | 2 min

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Forse l’esito di un gioco goliardico interpretato male, forse qualcosa di più come sostiene la procura. Un militare di 45 anni, attivo anche presso un’associazione di volontariato, è alla sbarra con l’accusa di aver molestato sessualmente una ragazza di 17 anni.

Il fatto sarebbe accaduto nell’agosto 2013 nella sede ferrarese dell’associazione. Mentre un gruppo di volontari era impegnata in un’esercitazione, la giovane stava svolgendo mansioni di segreteria. In questo frangente l’imputato l’avrebbe cinta da dietro toccandole il seno. La sua reazione – da quel che è emerso in udienza –  è stata da prima “di gelo”, come ha raccontato la psicologa che ha sentito la giovane, accompagnandola anche nel suo percorso verso la denuncia alle autorità e ai genitori. Poi si sarebbe scostata, andando in un’altra stanza, dove il militare l’avrebbe raggiunta, cingendola di nuovo e toccandola nuovamente al seno.

Sullo sfondo un gioco goliardico che altri testi hanno ammesso essere abbastanza comune tra i volontari: una valigetta nascosta. Prima lui lo fa a lei, poi lei si vendica e ricambia con lo stesso scherzo. Proprio in questo contesto sarebbe arrivato l’avvicinamento e il contatto sgradito, che l’uomo non nega possa essere avvenuto ma che riconduce a circostanze fortuite, non volute, né cercate. Diversa l’interpretazione della giovane, che per qualche mese ha avuto difficoltà a raccontare la storia, rivolgendosi dapprima al Centro donna e giustizia – che essendo lei minorenne non ha potuto prenderla in carico –  e poi, finalmente, confidandosi con la sua psicologa che, in un lento cammino, l’ha portata dapprima a rivelare quanto accaduto ai genitori e poi a denunciare il fatto alle forze dell’ordine.

Da qui sono nati in realtà due procedimenti giudiziari a causa di un errore della procura che nel rinvio a giudizio ha contestato solo uno dei (presunti) palpeggiamenti. Il primo “troncone” è stato definito in rito abbreviato con la condanna del militare, ma è stato fatto appello e ora pende ancora la decisione di secondo grado. Per il secondo l’imputato ha scelto il dibattimento “affinché la vicenda venga sviscerata in ogni sua parte”, afferma uno dei suoi due difensori.

Si ritorna in aula a febbraio, quando verranno sentiti i testimoni della difesa e lo stesso imputato e quando presumibilmente il collegio giudicante –  il presidente Vartan Giacomelli e i giudici a latere Debora Landolfi e Sandra Lepore – leggeranno la sentenza.

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