Cronaca
20 Gennaio 2017
L'ex promotore finanziario dovrà risarcire i clienti truffati per diversi milioni di euro in solido con Banca Mediolanum

Crac Mazzoni, stangata da 11 anni e 7 mesi per l’ex broker

di Daniele Oppo | 4 min

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Jolanda di Savoia. Una stangata. L’ex broker di Banca Mediolanum Raffaele Mazzoni è stato condannato a 11 anni e sette mesi di reclusione, 22mila euro di multa, interdizione dai pubblici uffici e a risarcire ex clienti per alcuni milioni di euro.

L’ex promotore finanziario era imputato per una truffa da oltre 11 milioni di euro e abusivismo finanziario ed è stato riconosciuto colpevole di entrambi. Il giudice Debora Landolfi, dopo quasi tre ore di camera di consiglio, ha inflitto una condanna più pesante rispetto a quanto richiesto dal pm Nicola Proto in sede di requisitoria (9 anni).

Mazzoni dovrà anche risarcire Banca Mediolanum – che nel processo aveva la doppia veste di parte civile e di responsabile civile – per la quale è stata stabilita una provvisionale di 2 milioni di euro.

Ma una stangata è arrivata anche per la stessa banca, condannata in solido al risarcimento del danno nei confronti della maggior parte dei clienti truffati con poche eccezioni: per molti di essi il giudice ha calcolato una provvisionale immediatamente esecutiva con il danno da liquidare in un separato procedimento civile, mentre per alcuni – una minoranza, ma non piccola – il risarcimento del danno, anche questo immediatamente esecutivo, è stato già calcolato nella sentenza di condanna.

Difficile dare una cifra precisa al momento, ma il totale dei risarcimenti è sicuramente di diversi milioni di euro, oltre quattro solo di provvisionali facendo un calcolo a spanne: per una posizione – la più rilevante di tutto il processo – la provvisionale è stata di circa 800mila euro tra risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale; un’altra è di 280mila euro più circa 95mila di danno non patrimoniale e numerose sono comunque le liquidazioni oltre i 100mila euro.

Non è però andata bene per tutti. La domanda risarcitoria di due posizioni – oltre a quella del Codacons come associazione – è stata rigettata, mentre per alcune decine di ex clienti il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato di truffa. Proprio la prescrizione è stato uno dei temi dibattuti nell’ultima udienza del 19 gennaio: la procura – con il pm Stefano Longhi in sostituzione del titolare dell’inchiesta, Nicola Proto – che ha avanzato argomentazioni a contrasto delle tesi avanzate dalle difese (e ribadite anche nelle contro-repliche) sull’impossibilità di far intervenire il decorso del tempo, perché la truffa sarebbe da considerare reato a condotta frammentata e continuata che si ‘conclude’ con la sua scoperta. Dalla parte opposta la difesa di Banca Mediolanum che tra le altre cose ha rilevato – contrastata da alcune parti civili – come si fosse davanti a un’ipotesi di truffa contrattuale e che in alcuni casi il contratto sarebbe da considerare inesistente, dato che le vittime non erano clienti della banca, rilevando dunque la conclusione della truffa al momento della conclusione del contratto, ormai risalente nel tempo.

“È una pena pesante – afferma il difensore di Mazzoni, ancora uccel di bosco, l’avvocato Alessandra Pisa -. Il giudice ha condannato anche per abusivismo finanziario che ritengo una contestazione non giuridicamente corretta. Condanna severa anche nei confronti della banca come parte civile, anche se con una sensibile riduzione rispetto alle richieste (due milioni di provvisionale anziché i quattro richiesti). È una pena – prosegue il legale – che impone una riflessione sulla qualificazione della condotta di Mazzoni: ha agito in nome e per conto di Mediolanum e sono mancati i controlli, andava fermato prima. La banca ha aperto gli occhi in ritardo, forse perché Mazzoni continuava a lavorare bene”.

Diversa ovviamente la posizione del Codacons, che rappresenta la maggior parte delle vittime: “Evidentemente – afferma l’avvocato Bruno Barbieri – il giudice ha ritenuto che il territorio sia stato danneggiato da questa vicenda. Non dimentichiamo che ci sono stati anche casi di tentato suicidio. Se Mediolanum avesse accettato la transazione che aveva proposto, per cifre ragionevoli, avrebbe risparmiato”.

Tra le tante vittime che hanno assistito l’udienza gli umori sono invece diversi, un misto di gioia, delusione e confusione. Soprattutto quest’ultimo sentimento, dovuto alla complessità della sentenza, che ha richiesto diverso tempo anche solo per la lettura e che richiederà tempo anche ai legali per essere analizzata dettagliatamente. Ma c’è chi gioisce, come Luca, 40 anni: “Di lui non ci interessa nulla, l’importante è che paghino”, e il plurale non è casuale: “Secondo me Mazzoni non ha fatto tutto da solo, ci doveva essere un controllo”. “Era ora”, afferma una signora, riferendosi ai tempi lunghi del processo: quattro anni, tante udienze, tanti rinvii. Ora, finalmente, un punto fermo.

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