C’erano 17 persone, fra cui 2 minori di 15 e 17 anni e 3 donne, tutti di origine rumena ad eccezione di un tunisino. Sono state portate in questura, identificate e fotosegnalate. E’ il risultato dell’operazione di questa mattina all’alba di ‘sgombero’ del Palaspecchi, effettuato dalla Polizia di Stato assieme alla Polizia Municipale, alla quale non è sfuggito quasi nessuno degli occupanti abusivi della fatiscente struttura alle porte della città, “forse solo due o tre”, come spiega il capo di gabinetto e dirigente della Digos Pietro Scroccarello.
E’ questa la reale e oggettiva situazione del Palaspecchi, fotografata e monitorata da diverso tempo dalle forze dell’ordine (carabinieri compresi). Un fenomeno conosciuto e sotto controllo, tanto che gli stessi soggetti ‘pizzicati’ stamane in alcuni locali del palazzo sono gli stessi che gli agenti avevano individuato ormai da mesi. “Sono soggetti che seguiamo – spiega Scroccarello – per comprendere il fenomeno ed evidenziare reati quali occupazione abusiva di edifici e danneggiamenti, questi ultimi più difficili da attribuire ai singoli. C’è comunque un fascicolo aperto sulla situazione”.
Soggetti con problematiche pregresse, quasi tutti gravati da precedenti per invasione di edifici e furtarelli. L’elenco dei precedenti sarà tuttavia molto più chiaro una volta che la questura avrà in mano gli esiti delle fotosegnalazioni inviate a Roma. La loro pericolosità sociale, tuttavia, sembrerebbe alquanto limitata, tenendo presente che questa piccola ‘comunità’, divisa in piccoli nuclei, vive di espedienti ed è dedita principalmente all’elemosina. C’è chi si sveglia al mattino e prende la corriera per recarsi a elemosinare a Bologna, mentre altri preferiscono restare in città.
“Sapevamo della possibilità di trovare all’interno del Palaspecchi anche dei minori – riferisce Laura Trentini, la comandante della Polizia Municipale – e ora per la loro sistemazione abbiamo preso contatto con i servizi sociali. Sembra possano essere ospitati all’istituto Don Calabria. Tutti comunque riceveranno assistenza, ma si tratta di aspetti che sta curando il Comune”. A tutti, infatti, verrà proposta una collocazione diversa da quella che autonomamente si sono scelti, anche se il rischio è che possano tornare dove da tempo hanno sistemato le loro poche cose. “Stiamo valutando se e come precludere i pochi spazi utilizzabili del Palaspecchi”, precisa comunque Scroccarello. La descrizione degli ambienti occupati dalle 17 persone non è certo quella di un hotel di lusso. Tutte le stanze in cui hanno ricavato un alloggio si trovano allo stesso piano, l’unico tenuto con un minimo di decoro. Altre stanze sono invece utilizzate come stenditoi e soprattutto bagni, con situazione sanitarie e igieniche assai precarie, per dirla con un eufemismo.
Il fenomeno del Palaspecchi, fanno capire i protagonisti dell’operazione, è assolutamente sotto controllo ed è limitato a quanto riferito oggi al termine del blitz, che è stato solo l’ultimo atto di controlli che si protraggono costantemente nel tempo. “Non ci sono mai state al Palaspecchi centinaia di persone – aggiungono – ma nessuno applauda per ciò che è stato fatto oggi: il nostro è un lavoro serio e quanto riportiamo sono dati tecnici, oggettivi”.
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