Eventi e cultura
11 Settembre 2016
L'attore-cantante si è esibito con le sue Bestierare al Birocciante Summer Fest

Elio Germano ‘fuori dagli schemi’ a Ferrara

di Elisa Fornasini | 4 min

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CC BY-SA 2.5/Credit Petr Novák, Wikipedia

CC BY-SA 2.5/Credit Petr Novák, Wikipedia

Dimenticate l’interpretazione di “Accio” Benassi o Giacomo Leopardi, lui è una ‘bestia rara’ fuori dagli schemi. Stiamo parlando di Elio Germano, uno degli attori italiani più interessanti e premiati della sua generazione, che ieri era a Ferrara non in veste di attore ma di musicista.

L’artista 36enne romano, diventato famoso sul grande schermo con film quali Mio fratello è figlio unico e Il giovane favoloso, che gli sono valsi due dei tre David di Donatello in bacheca, alterna il lavoro sul set alla passione per la musica. Con le Bestierare, questo il nome del suo gruppo rap, si è esibito ieri sera in via Ravenna in occasione del Birocciante Summer Fest.

Tanti i fan, circa 150, che a fine concerto si sono accalcati sotto il palco per gli autografi e le foto di rito quando arriva un ‘vip’. Ma lui non ci sta a “sfruttare” la sua popolarità per fare pubblicità al gruppo, tanto che durante l’intervista si rifiuta categoricamente di parlare di cinema. Una scelta particolare ma condivisibile e presto capirete il perché.

Partiamo dalle tue grandi passioni. Hai due anime, una cinematografica e una musicale, o ‘convivono’ nella stessa persona?

E’ un discorso teologico, non saprei rispondere anche se penso che l’anima sia sempre una. Anche gli altri miei colleghi fanno altri mestieri nella vita. Certo, meno appariscenti, ma siamo tutti contraddistinti da forme di lavoro precario. Viviamo in questa condizione da sempre e nessuno di noi ha un posto fisso.

Credits Sara De Felici

Credits Sara De Felici

In effetti il vostro motto è: più sono contrario più sono precario. Ma come ti sei avvicinato proprio al rap?

E’ partito tutto nel ’94, durante gli anni del liceo. Era un altro contesto, niente a che fare con quello di adesso: le persone si ritrovavano con l’idea di fare musica con strumenti popolari come il beat e di riproporre un momento di svago nella propria città, specie nei centri sociali. Erano i tempi del movimento delle posse, del rap dedito non alla vendita ma al racconto, della necessità di comunicare nel contesto del quartiere.

Se il contesto è cambiato, voi siete cambiati o siete rimasti fedeli a voi stessi?

Non siamo stati funestati dall’idea di fare musica per diventare famosi. Abbiamo fatto una serie di scelte, sofferte o meno, per tutelarci e continuare a farlo per passione e non per soldi. Per questo siamo rimasti fuori dagli schemi, dalle logiche di mercato, dai circuiti della musica che ti vogliono con promoter, tour manager, uffici stampa e via dicendo… tutte persone che guadagnano su di te, che ti dettano tempi e limiti. Invece così non c’è nessuno che ci dà scadenze e questo ci permette di suonare ancora nonostante la nostra veneranda età e i diversi percorsi professionali. Non abbiamo mai accettato compromessi ed è un discorso di sincerità che ci torna in termini di soddisfazioni.

Cosa raccontate nelle vostre canzoni? Volete trasmettere un messaggio?

L’idea di trasmettere qualcosa è sempre un po’ strana e astratta. Non vogliamo dare nessun messaggio ma dimostrare che se uno esce dalla logica di target può giocare con la forma espressiva. Una scelta piacevole per chi fa musica e per chi la ascolta. Smontare dalle costrizioni, infatti, ti dà la libertà artistica di andare in tutte le direzioni, di cimentarti in una diversità di ambiti e di generi, dai temi più leggeri a quelli più pesanti.

E invece la passione per il cinema come è nata?

E’ una faccenda bipolare, ci sono cose che fai per lavoro e altre per passione, cose che fai per soldi o perché ci credi. Bestierare non lo mettiamo in questo ambito, non voglio parlare di cinema perché non voglio legare il mio nome al gruppo.

Peccato. Ultima domanda, come è stato suonare a Ferrara?

Era la prima volta che venivamo qui. Abbiamo proposto canzoni tratte da tutti e tre gli album, in particolare dall’ultimo, e un paio di pezzi che non sono ancora usciti e verranno pubblicati nel prossimo disco, di cui non posso anticipare nulla perché siamo in altissimo mare visto che possiamo scrivere solo nei tempi liberi. Siamo contenti di essere qui e di aver partecipato ad un festival organizzato dai giovani che vogliono riappropriarsi degli spazi della propria città.

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