Ennesima puntata del caso migranti a Gaibanella a suon di carte legali. Dopo che la cooperativa Camelot ha “scaricato” i gestori della Locanda della Luna presso Villa Modoni, dichiarando annullata la convenzione per l’ospitalità di 30 richiedenti asilo, ora sono gli stessi gestori della Gbs srl a diffidare Camelot ad adempiere alla convenzione comunicando per iscritto quando arriveranno. E lo fanno anche sulla base del rigetto da parte del tribunale di Ferrara dell’istanza presentata dall’avvocato Cataldo Mascoli, in qualità di creditore della procedura di esproprio (la locanda è pignorata e c’è un custode giudiziario), che aveva chiesto l’emissione di un provvedimento urgente che impedisca alla Gbs di consentire l’occupazione a terzi della locanda.
Da rilevare che il custode giudiziario aveva avvertito con una diffida scritta i protagonisti della vicenda, ricordando che il contratto di locazione della Gbs contiene una clausola che impedisce il subaffitto, situazione ben diversa da una convenzione che qualsiasi struttura ricettiva può instaurare con, ad esempio, un tour operator o con un operatore privato. Ed è infatti questo il caso della Gbs con Camelot. Il tribunale ha rilevato infatti che il contratto d’affitto della Gbs è opponibile al creditore pignorante, essendo precedente alla procedura di esproprio, e che il custode giudiziario, fatte salve le iniziative in caso di inadempimento del contratto, non può che limitarsi a escutere i canoni.
“Ed infatti – spiega l’avvocato Sergio Di Chiara, legale della Gbs (Global Business Service) – la Gbs non è inadempiente in alcun senso, né vi sono procedure azionate dal custode giudiziario, trattandosi di convenzione e non di subaffitto”. Ora è la Gbs ad accusare Camelot di aver violato gli accordi della convenzione, che prevedeva innanzitutto, riguardo alle modalità di accesso, un preventivo avviso scritto, mentre Camelot si sarebbe presentata per scaricare materiale di allestimento delle camere senza preavviso. In secondo luogo la Gbs contesta a Camelot di aver subìto un gravissimo danno d’immagine “facendo intendere accordi diversi dalla realtà” e si riserva il risarcimento danni. La cooperativa avrebbe poi annunciato di aver risolto la convenzione senza contattare la Gbs, se non ieri mattina, e senza aver ancora formalizzato la risoluzione stessa. “In ogni caso – scrive l’avvocato Di Chiara ai legali di Camelot – il tenore delle motivazioni addotte […] non giustificano un valido motivo di risoluzione, chiedendo di conoscere la data di ingresso degli ospiti attesi, per iscritto”.
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