Attualità
18 Luglio 2016
Calvario umano e 'burocratico' di una donna ferrarese in causa con l'ente previdenziale

Inps ‘dimentica’ l’operazione al cervello e rivuole gli assegni dalla disabile

di Ruggero Veronese | 3 min

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La sede dell'Inps in viale Cavour

La sede dell’Inps in viale Cavour

Ottenere un assegno di invalidità dall’Inps dopo una delicatissima e invasiva operazione al cervello e perderlo pochi mesi dopo, nonostante le condizioni immutate sotto ogni aspetto.

Al punto che la diretta interessata si chiede con quale criterio la commissione dell’ente previdenziale abbia valutato il suo caso. Lei è Elisabetta Benini, una donna ferrarese che dopo essere passata attraverso il proprio calvario personale – una ipertensione endocranica che le sarebbe potuta costare la vita – si trova ora impegnata in una battaglia legale contro l’Inps per riottenere un assegno di invalidità fondamentale per la sua vita e le sue cure, nonostante gli importi tutt’altro che esagerati (289 euro al mese).

Nel febbraio scorso la commissione medica dell’Inps ha deciso di abbassare il livello di handicap lavorativo della Benini dal 75% al 46%, riportandolo allo stesso valore che aveva fino a un anno prima. La donna infatti nel lontano 1999 era stata colpita da una osteomielite cronica a una gamba, contratta in sala operatoria a causa della mancata sterilizzazione durante un’operazione chirurgica.

Da allora le era stato riconosciuto un handicap del 46%, che pur non dando diritto a un assegno mensile consente di accedere ai servizi per i portatori di disabilità (come il contrassegno per i parcheggi riservati). Nel 2015 però cambia tutto: la Benini viene ricoverata d’urgenza e in serio pericolo di vita per una grave ipertensione endocranica: il liquido cerebrospinale si sta accumulando nelle cavità laterali e il rischio di ictus o emorragia cerebrale è altissimo.

Alla donna viene impiantata una valvola di derivazione cerebrale che dovrà portare per tutta la vita: “Oggi – ci racconta – devo vivere con il pensiero che in qualunque momento mi potrebbe venire un ictus, senza alcun preavviso”. Inoltre anche la sua visione periferica e il suo udito sul lato sinistro subiscono danni permanenti, che vengono certificati dalla commissione dell’Inps.

L’operazione è talmente invasiva e le conseguenze talmente evidenti che nel marzo scorso l’Inps alza il livello della disabilità e concede un assegno mensile da 289 euro. Sei mesi dopo però la donna effettua una nuova visita di controllo e si trova di fronte alla paradossale sorpresa: la percentuale di handicap è tornata al 46%, come se tutto quello che è avvenuto nell’anno precedente – l’operazione al cervello, i fattori di rischio permanenti che si sono creati, la riduzione di vista e udito – non fosse mai avvenuto. E infatti l’Inps all’inizio del 2016 chiederà anche la restituzione delle quattro mensilità ‘erroneamente’ erogate in seguito alla visita: 1.159 euro di debito con l’ente previdenziale.

La Benini e il marito, che gestiscono un piccolo bar in centro a Ferrara, hanno quindi fatto partire una battaglia legale contro l’Inps, assistiti dall’avvocato Fabrizio Carletti. “So che giustamente l’Inps sta cercando i falsi invalidi in giro per la provincia – racconta la donna -, per esempio qualche settimana fa è stato beccato un falso cieco a Jolanda mentre annaffiava in giardino. Capisco che vogliano eliminare gli assegni per chi non ne ha diritto, ma non ci devono andarci di mezzo anche quelli che hanno davvero situazioni di disabilità. Con problemi di ipertensione al cervello devo evitare lo stress e gli sforzi fisici impegnativi, essendo un soggetto in costante rischio. Non posso più condurre la vita di prima”.

Insomma: non proprio il classico identikit del ‘falso invalido’ che organizza astuti escamotage per raggiare l’Inps. Il legale Carletti ha proposto un ricorso al tribunale civile di Ferrara per far luce sulla vicenda, per il quale sarà fondamentale il parere del perito nominato dal tribunale.

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