Lagosanto
6 Luglio 2016
La 68enne otteneva lauti prestiti dai conoscenti promettendo di restituire addirittura il doppio della somma

Eredità ‘fantasma’: condannata per truffa

di Ruggero Veronese | 2 min

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indexLagosanto. La scusa che presentava ad amici e conoscenti era sempre la stessa: aveva bisogno di qualche migliaio di euro per poter affrontare le spese legali e burocratiche ed entrare in possesso di una ricca eredità. A quel punto, prometteva, avrebbe restituito ai suoi benefattori anche il doppio di quanto ricevuto.

Peccato che Marisa Marinelli, 68enne di Lagosanto, non ha più versato un euro nel conto dei suoi – per così dire – amici, e per questo è stata condannata in primo grado per truffa a un anno e due mesi di reclusione (oltre al risarcimento completo del maltolto) dal tribunale di Ferrara.

La vicenda iniziò una decina di anni fa, nel 2007, quando di fronte alle poste di San Giuseppe di Comacchio la Marinelli incontrò una delle sue future ‘vittime’, un pensionato che non molto tempo prima era rimasto vedovo. Già al primo incontro la donna trovò un modo per chiedergli un piccolo prestito, da circa 600 euro, e da quel momento i due cominciarono a frequentarsi sempre più assiduamente. “Era diventata la sua donna – racconta una parente presente in aula – e veniva sempre a mangiare da noi. Era diventata una di famiglia”.

In un primo momento la Marinelli usò un’identità fittizia, quella di Luisa Martinelli, e solo più tardi rivelò ai nuovi conoscenti il proprio vero nome. Ma fu proprio quel dettaglio a mettere in allarme la famiglia: bastò infatti una semplice ricerca su Google per scoprire che la donna era stata condannata per truffa dal tribunale di Venezia, per aver ricevuto in prestito e mai restituito circa 150mila euro da un amico croupier al casinò. Anche in quel caso, si leggeva sui quotidiani veneti, la scusa era quella di dover ritirare un’importante eredità.

La stessa scusa che la Marinelli stava utilizzando in quello stesso periodo con quattro ferraresi, dai quali era riuscita a ottenere rispettivamente 18mila, 15mila e due ‘quote’ da tremila euro. Le famiglie, che si sono costituite parti civili attraverso l’avvocato Barbara Simoni, sono riuscite a ottenere il completo risarcimento dei danni grazie alla sentenza del tribunale di Ferrara, che ha condannato la Marinelli per truffa aggravata.

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