Carife, Morando propone un ‘fondo-cataclisma’ per gli azzerati
Il viceministro all'economia rigetta le critiche al governo ma mette in campo una nuova proposta di aiuti
“Ristorare i risparmi, non rimborsarli”. “Non parliamo di una calamità naturale come il terremoto, ma rimane l’esigenza di compensare”. Nei distinguo del viceministro all’economia Ernico Morando sta tutta la distanza che separa la posizione del governo da quella dei risparmiatori ‘azzerati’ di Carife e degli altri istituti colpiti dal decreto Salva-Banche. È la distanza che separa un diritto da una concessione. Il governo, in sostanza, non si riconosce nelle critiche e nelle richieste che gli vengono rivolte dai risparmiatori Carife, che punta però a ‘ristorare’ attraverso nuovi interventi ad hoc.
Non a caso uno dei termini più usati dal viceministro è ‘moral suasion’: quella ad esempio che serve con le quattro ‘new bank’ nate dal decreto Salva-Banche affinchè riconoscano al vecchio azionariato dei warrant o altre forme di compensazione delle vecchie perdite. “Se mettessimo per legge una clausola sociale a favore dei vecchi dipendenti o del vecchio azionariato – afferma Morando – determineremmo un crollo del valore delle nuove banche, che trasformerebbe in carta straccia queste ipotesi”. In sostanza, secondo i viceministro, nuovi vincoli legali a favore degli ‘azzerati’ riporterebbero le nuove banche a difficoltà economiche e obblighi di solvenza simili a quelli in capo ai vecchi istituti, rendendo di fatto inutile tutta l’operazione: da qui la necessità di trovare forme di compensazione con i vecchi risparmiatori sotto la forma di accordi privati. “Se si pretendesse di scrivere per legge quelle ipotesi aggiunge Morando -, significherebbe non trovare più alcun nuovo acquirente e condannare al fallimento l’intero processo”.
Tra le ipotesi al vaglio del governo vi è quella – finora inedita – di strutturare un piano di aiuto ai territori colpiti dal Salva-Banche, un po’ come avviene nel caso di catastrofi naturali: “L’effetto è stato quello di un cataclisma – afferma Morando – e non sarebbe fuori luogo aprire un confronto tra sindaci, presidenti delle Regioni e governo per parlare di un intervento straordinario su quelle aree, per limitare gli effetti di una vicenda che nella pratica equivale a un terremoto. Porto la disponibilità del governo su questa ipotesi”.